Rugby World Cup 2019: il saluto di Rory Best al rugby

Dopo l’eliminazione della sua Irlanda, il tallonatore capitano si ritirerà non calcando più i rettangoli di gioco

rory best

ph. Reuters

Dalla prossima volta la formazione dell’Irlanda non sarà più la stessa: il titolare della maglia numero 2 infatti, quella di tallonatore, non sarà più Rory Best che – dopo l’eliminazione dei Verdi dalla Rugby World Cup 2019, per mano degli All Blacks – si è ufficialmente ritirato dal rugby giocato lasciando in maniera molto commossa e fra l’ovazione del pubblico presente allo stadio la sua carriera ovale.

Un totem lascia quindi il campo da gioco: 124 caps, 4 Coppe del Mondo giocate, 14 anni di carriera internazionale, 4 Sei Nazioni vinti (2 col Grande Slam, 2009 e 2018) i gradi di capitano per la prima volta nel 2009 (in occasione di un tour irlandese in Nordamerica) ereditati definitivamente nel 2016, le convocazioni con i British & Irish Lions (2013, 2017) e l’appartenenza – come una seconda pelle – all’Ulster, club in cui l’avanti è diventato uomo come ha spesso ribadito.

Le sue parole oggi, all’uscita dal campo
“Voglio ringraziare questo pubblico incredibile: come al solito gli irlandesi sono stati eccezionali.
Gli All Blacks questa sera – fa riferimento alla partita giocata a Tokyo – sono stati fantastici. Ci siamo preparati al meglio, tutta la settimana, sviluppando un piano di gioco e credendo di aver tutte le carte in regola per farcela, ma appena siamo entrati in campo ci hanno bloccato costringendoci a indietreggiare. Sono stati “chirurgici” non permettendoci di avanzare al piede e in queste sfide ad eliminazione diretta è un aspetto che fa la differenza. I ragazzi che continueranno in nazionale dovranno analizzare la sfida e capire le ragioni di questo e come si potrà migliorare, ma personalmente ritengono che loro meritino molto credito”.

Sulla carriera
“Ogni minuto giocato con questa maglia è stato bellissimo. Come ho già detto: stasera il pubblico è stato meraviglioso.
Ho ricevuto sostegno da tutti: tifosi a casa, persone qui in Giappone, dai miei compagni di squadra, dallo staff tecnico e in particolare da coach Joe Schmidt. Ha portato il rugby irlandese e il mio stile di gioco ad un livello differente. Ha grandi meriti e dobbiamo ringraziarlo per quello che ha fatto. Gli auguro buona fortuna, come la auguro a Kieran Read e alla Nuova Zelanda per il resto del torneo”.

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