RWC Best XV: Richie McCaw è il miglior openside flanker

E non c’erano molti dubbi. Da oggi si vota per il blindside flanker: ecco chi sono i quattro candidati

Italrugbystats

Non poteva che essere Richie McCaw il più votato come openside flanker nel sondaggio sul miglior XV di sempre della Rugby World Cup, promosso da OnRugby e Italrugbystats. Il terza linea degli All Blacks, vincitore dei Mondiali 2011 e 2015 da capitano, ha sbaragliato la concorrenza battendo in semifinale George Smith e in finale Sam Warburton.

Universalmente riconosciuto come il miglior flanker nella storia del gioco, McCaw ha costruito la propria fama con uno stile di gioco unico nell’adattarsi a ogni contesto, ai cambi di regolamento e agli arbitri che ha incontrato sul suo percorso. Ha giocato 148 partite (nessuno come lui nella storia fin qui) con gli All Blacks e in molti farebbero fatica a ricordare una sua prestazione deludente o sotto tono. McCaw ha vissuto un’intera carriera sul filo del rasoio, ad anticipare le mosse avversarie e a distruggerle una volta messe le mani sul pallone.

I risultati dei sondaggi per il miglior openside flanker

Semifinali
Richie McCaw v George Smith 932-109
Sam Warburton v Thierry Dusautoir 652-249

Finale
Richie McCaw v Sam Warburton 892-204

Come funziona il nostro sondaggio

Nel corso delle settimane, per ciascuno dei quindici ruoli proporremo quattro nomi, con due semifinali e una finale per definire ogni volta il vincitore. A deciderlo sarete voi utenti con il vostro voto, che potrete esprimere in due modi sui nostri social: su Facebook, scegliendo la reaction abbinata al giocatore nei post che pubblicheremo, oppure attraverso i sondaggi che inseriremo nelle nostre Stories su Instagram (a proposito: seguiteci anche lì se ancora non lo fate, perché durante la Rugby World Cup condivideremo diversi contenuti “live” dal Giappone che non troverete sul sito).

Al termine di ogni finale, pubblicheremo un articolo sul vincitore e allo stesso tempo lanceremo i nomi scelti per le semifinali dell’altro ruolo da votare.

I nomi verranno selezionati dalla redazione di OnRugby e dai ragazzi di Italrugbystats: terremo conto delle valutazioni tecniche dei giocatori ma anche della loro eredità storica all’interno delle Rugby World Cup di cui sono stati protagonisti.

Il prossimo ruolo: blindside flanker

I quattro candidati

Serge Betsen
Francia
Anno di nascita: 1974
Rugby World Cup giocate: 2003, 2007

Un giocatore feroce e duro, sempre sul filo – se non oltre – del regolamento. Arrivato dal Camerun a 9 anni in Francia, nei suoi anni migliori Betsen è stato spesso riconosciuto come uno dei giocatori più forti, ruvidi e vigorosi nel suo ruolo. Ha giocato in due Rugby World Cup, arrivando sempre alle semifinali ma concludendo poi sempre al quarto posto.

Richard Hill
Inghillterra
Anno di nascita:
Rugby World Cup giocate: 1999, 2003

Il suo nome sarà sempre associato alla storica terza linea dell’Inghilterra campione del mondo, insieme a Neil Back e Lawrence Dallaglio. Hill era il più classico dei numeri 6: silenzioso, nascosto nell’ombra, quasi invisibile, ma una spina nel fianco per qualunque squadra avversaria con la sua tenacia e la sua ruvidità. Nel 2003 saltò quasi tutta la fase a gironi, per poi tornare in tempo per semifinali e finale. Al momento giusto.

Jerome Kaino
Nuova Zelanda
Anno di nascita: 1983
Rugby World Cup giocate: 2011, 2015

Due Mondiali giocati, 14 partite su 14 disputate, due successi memorabili. L’impatto di Jerome Kaino sulla storia recente degli All Blacks è stato enorme, tant’è che ancora oggi non c’è un vero e proprio erede per la sua maglia numero 6. Giocatore totale, forte in attacco palla in mano e risolutivo in difesa: quando braccava qualcuno, era molto probabile che il malcapitato venisse respinto all’indietro con perdite.

Juan Smith
Sudafrica
Anno di nascita: 1981
Rugby World Cup giocate: 2003, 2007

Uno dei grandi trascinatore degli Springboks alla conquista della Rugby World Cup 2007. Juan Smith è stato un ball carrier poderoso, difficile da fermare non solo per la potenza fisica ma anche per la grande falcata che riusciva a esprimere, oltre che un lavoratore infaticabile e un giocatore abile a correre negli spazi allargati. Da vero Springbok, aveva una corazza difficilmente intaccabile.

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