Irlanda, Munster: Thomond Park potrebbe cambiare nome per ragioni economiche

La franchigia irlandese deve risanare il suo debito con la Federazione e per farlo sta pensando a tutte le possibili alternative

ph. Paul Harding/Action Images

Da Lansdowne Road ad Aviva, da Ravenhill a Kingspan Stadium e da Musgrave Park a Irish Independent Park: gli stadi del rugby in Irlanda cambiano spesso nome per motivazioni economiche, una cosa che a breve potrebbe riguardare anche lo storico Thomond Park di Limerick.
Secondo quanto riporta il the42.ie infatti, una nuova denominazione dell’impianto aiuterebbe Munster a trovare soldi necessari a saldare il debito della franchigia con la Federazione Irlandese; che attualmente ammonta a 6.860.000 milioni di euro di euro.

La questione è ormai sul tavolo: il club, dopo aver rinegoziato il piano di rientro con la IRFU passando da 500.000 a 100.000 euro all’anno più ulteriori rimborsi su biglietti, merchandising e hospitality, ha consultato degli esperti in materia finanziaria cercando di capire se effettuando questa mossa si possano trarre dei reali benefici, anche perchè – di contro – qualcuno, annusata la notizia, si è già mosso per tutelare la “tradizione di un catino” che ha resistito lo scorrere del tempo.

Vendere i diritti di denominazione per uno stadio già esistente, rispetto a uno da costruire, non è facile – ammette il CEO federale Philip Browne – detto questo, sappiamo che vendere quelli dell’Aviva è stato un successo. I tradizionalisti continueranno a chiamarli con il loro vecchio nome, ma ormai il nuovo sta avanzando e l’accordo prolungato – in quel di Dublino – sino al 2025 è stata una cosa fantastica.
Il debito di Munster sta scendendo. A volte ottenere un pareggio e una perdita di bilancio non dipende dall’avere o meno una struttura da squadra professionistica, ma dai risultati che si conseguono sul campo; come ad esempio un cammino europeo più o meno lungo. Munster sta facendo bene il suo lavoro e siamo contenti di aver rinegoziato l’accordo-prestito con loro senza sottoporre nessuno a particolari pressioni”.

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