Il Valorugby verso la finale di Coppa Italia: intervista a capitan Farolini

Vincere il trofeo “sarebbe un riconoscimento per il nostro lavoro”, ha detto l’estremo dei reggiani, terza forza del campionato italiano

farolini valorugby

Davide Farolini (ph. Valorugby Emilia)

Ormai da mesi il Valorugby non è più la sorpresa del campionato di Top 12. La squadra reggiana è a tutti gli effetti una delle big del torneo, tant’è che agli uomini di Roberto Manghi manca solo un punto di fatto per conquistare l’aritmetica qualificazione ai playoff.

Sabato, però, i Diavoli possono già ottenere un primo concreto riconoscimento per il lavoro svolto dalla scorsa estate ad oggi, perché si giocheranno la finale di Coppa Italia contro il Valsugana (a Parma, calcio d’inizio ore 16). Del momento degli emiliani abbiamo parlato con Davide Farolini, capitano della squadra.

“Non siamo da molti anni nella massima categoria, per cui a parte la promozione in Eccellenza sarebbe importante vincere un titolo. Non solo per noi, ma per tutta la società – ha esordito Farolini – Darebbe valore al lavoro che abbiamo fatto in questi anni, a partire dagli anni di Serie A. Darebbe anche visibilità anche alla nostra squadra e alla città di Reggio”.

Il 26enne ha assicurato che “la Coppa Italia è l’obiettivo principale in questo momento, quindi dobbiamo pensare solo a quello”. Le avversarie da affrontare in campionato e la sfida contro il Petrarca, in programma la settimana prossima, arriveranno dopo. “Ci manca solo un punto per arrivare ai playoff, ma cercheremo comunque di giocare come sappiamo, cercando di imporci come abbiamo sempre fatto”.

Il Valorugby è oggi la terza forza del campionato, ma negli ultimi due tornei ha conquistato due settimi posti consecutivi, il che rende ancor più notevole il salto di qualità compiuto. “A differenza dell’anno passato, ci sono stati un cambio societario, interventi piuttosto importanti sul mercato. A inizio stagione ci eravamo prefissati di fare meglio delle stagioni scorse, senza porre obiettivi specifici, ma già dalle prime partite avevamo visto che potevamo giocarcela con tutti. Da lì in poi, parlando tra di noi con lo staff e la società, l’obiettivo dei playoff è diventato possibile e ora anche probabile”.

“Non mi aspettavo tutto questo sinceramente, però fin dall’inizio ho capito che avremmo potuto fare tanto meglio – ha continuato Farolini – Credo che questo sia stato legato a tanti fattori: in questi anni si è creato un gruppo con tanti giovani, l’anno scorso è arrivato Luciano Rodriguez da Rovigo e ha portato idee ben precise di gioco, mentre quest’estate sono arrivati giocatori come Favaro, du Plessis, Vaega, Amenta… La società ci ha fatto vivere il campionato nel modo più professionale possibile, restando sempre vicina a noi e permettendo anche di divertirci”.

L’arrivo di Rodriguez è coinciso con un cambiamento nell’identità di gioco del Valorugby, che può contare su un sistema offensivo piuttosto vario e ha deciso di puntare su un gioco propositivo. “Abbiamo lavorato tanto sulle skills individuali, perché quando individualmente si è forti e consapevoli poi si ha la possibilità a livello collettivo di rendere al meglio. L’arrivo di Lucio (Rodriguez) è stato fondamentale perché ha un’idea ben precisa di rugby, è uno che studia le partite ed è disponibile al confronto. Ha dato una grande mano alla società”.

Tornando alla stretta attualità, bisogna sottolineare però anche alcune difficoltà dell’ultimo periodo per il Valorugby, che si sono spesso complicati la vita contro avversari inferiori sulla carta come San Donà o Lazio, a causa di indisciplina e incapacità di chiudere il match. “Siamo stati meno consistenti. Le problematiche sono state disciplina e palle perse, perché noi cerchiamo di attaccare da ogni parte del campo e ad ogni palla persa possono crearsi grossi pericoli”.

Farolini ha poi aggiunto tra le altre cose anche un altro fattore, la stanchezza. “Non è un alibi questo, però ci sono più partite di campionato, più partite di Coppa e le rose del Top 12 hanno lo stesso numero di giocatori. Le minori soste vanno a influire sulle squadre. Ci sono 22 partite di campionato, più le partite di Coppa che sono di più rispetto allo scorso anno… Bisogna essere ben concentrati per fare questo gioco”.

Per sabato, invece, bisogna aspettarsi probabilmente una partita molto aperta e giocata a viso aperto da entrambe le squadre, vista l’impostazione tecnica e tattica che Manghi e Roux hanno dato ai loro giocatori. “Affronteremo la partita come abbiamo affrontato tutto il campionato. Sarà una bella partita, cercheremo di far valere la nostra fisicità. Perché uno può fare tutto quello che vuole, ma se non si vince l’uno contro uno non si vincono le partite”.

Daniele Pansardi

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