Slow Motion #20: manifesto Zebre

La meta di Tuivaiti contro il Bristol è stata frutto di un’azione davvero fuori dagli schemi, con sette offload in trenta secondi

zebre tuivaiti

ph. Luca Sighinolfi

Slow Motion è la rubrica di OnRugby che ogni settimana racconta la meta più bella del weekend, nei minimi particolari, corredata dal video. Il fanatico ovale la segue così: prima se la guarda tutta, e poi torna indietro a leggere paragrafo per paragrafo, alternando il tasto play a quello pausa. Qui la scorsa puntata. Buon divertimento.

È vero. c’è stata questa meta in Sudafrica talmente bella da meritarsi il titolo di “più bella dell’anno”, a maggior ragione perché segnata – in quel modo – da degli amatori. Il nostro premio per la marcatura più spettacolare del fine settimana, però, questa volta non scavalca i confini italici. Il sentimento nazionalista che attraversa il Paese in questo periodo storico ha investito anche la redazione di OnRugby, folgorata sulla via del Moletolo dalla meta segnata da Jimmy Tuivaiti contro il Bristol nel primo tempo della sfida poi vinta dalle Zebre.

Gli highlights tradizionali, tagliati solo al momento della finalizzazione del terza linea neozelandese, non rendono omaggio alla cavalcata ducale iniziata dentro i propri 22 con una mischia a favore, che può essere ammirata invece in un comodo video da due minuti e quattro secondi. Per istinto, capacità di tenere vivo il pallone e di gestire tutti i momenti dell’azione, è probabilmente una delle azioni più significative del lavoro svolto da Michael Bradley in questi mesi di lavoro che hanno oggettivamente trasformato la squadra, rendendola più che degna di competere nei tornei a cui partecipa.

Lo svolgimento dell’azione può essere diviso in tre parti vista la lunghezza e le diverse fasi di gioco che si susseguono, che la differenziano da altre mete analizzate in Slow Motion dove spesso a rubare l’occhio era la continuità diretta delle squadre. Non è questo il caso, per una volta.

1) Rispettare il piano di gioco

Dalle fasi statiche dentro i propri 22, la prima opzione scelta da Violi e Canna è quasi sempre la carica di Tommaso Castello per dare avanzamento. Il genovese fa il suo, poi Violi è abile a dare velocità all’azione e ad anticipare la difesa del Bristol, che lascia un buco tra 9 e 7 dove si infila Di Giulio – servito da Canna – in seconda fase. I ducali sono sul piede avanzante e danno ancora aria al pallone, che passa da Giammarioli a Brummer per una carica più conservativa, arrivata comunque dopo una ventina di metri in avanzamento.

2) Zebre Unchained, parte 1

Dopo la carica di Brummer, Violi è costretto a partecipare al punto d’incontro per evitare la controruck, ma Bellini è pronto a prendere il suo posto – non sarà la prima volta da qui alla meta – e a esplorare in prima persona la zona sguarnita attorno alla ruck. L’ala viene placcata subito ma riesce a scaricare per Violi, innescando la miccia del caos. Il pallone viene toccato in sequenza da Fabiani, Canna (con un riciclo più che mai azzardato), Biagi, Chistolini, Castello (che raddrizza e va in verticale) e ancora da Violi nel giro di pochi secondi.

3) Ordine

L’azione rallenta, Violi è placcato ed è Fabiani a ritrovarsi in posizione da mediano di mischia. Il ritmo potrebbe calare ulteriormente, ma il tallonatore premia la chiamata di David Sisi che dimostra una volta di più la sua intelligenza in campo, puntando l’intervallo rimasto indifeso e caricando a testa bassa; placcato, l’inglese ha la reattività di rilasciare il pallone e continuare a pestare sulle gambe, mentre le Zebre sono quasi arrivate alle soglie dei 22.

4) Zebre Unchained, parte 2

Fabiani segue come un segugio l’avanzata di Sisi, riproponendosi ancora da mediano di mischia e servendo subito Tommaso Castello, che corre una linea identica a quella del seconda linea erodendo ancora la difesa. Il genovese riesce a liberare le mani per servire Tuivaiti, che poi offre all’onnipresente Violi il settimo offload nel giro di 30 secondi. Le Zebre a quel punto sono in pieno 22 e, anche se rischiano di buttare tutto all’aria prima con un passaggio molle di Biagi e poi con un quasi-velo di Canna, si riorganizzano e puntano la linea di meta.

5) La terra promessa

Dopo due pick&go di Fabiani e Chistolini, Giammarioli al largo sbroglia una situazione che poteva diventare complicata vista la ricezione da fermo e erode metri fondamentali resistendo a tre uomini. Bellini e Fabiani (infaticabile) non danno respiro ai Bears, con l’ala che poi lavora da mediano di mischia e riallarga per Canna: il beneventano lancia sulla linea del vantaggio Johan Meyer, che va oltre quanto basta. Sulla ruck il primo ad arrivare è ancora Bellini, che va da Tuivaiti: il neozelandese si appoggia al placcatore e allunga il braccio per mettere la ciliegina su una torta decorata con grande raffinatezza.

Daniele Pansardi

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