Top 12, i Medicei non si nascondono: intervista a Pasquale Presutti

L’allenatore capo della squadra fiorentina fa un quadro della situazione prima dell’avvio dei giochi nella massima serie

Presutti medicei

ph. Bess Melendez

Firenze – Quattro scudetti con il Petrarca Padova degli anni Settanta, un retaggio che Pasquale Presutti non dimentica. Alla quarta stagione alla guida dei Medicei, l’abruzzese continua ad essere uno dei profili più decisi e riconoscibili del rugby di casa nostra.

All’ombra della Maratona dello stadio “Franchi”, quello del pallone rotondo, i fiorentini preparano la nuova stagione con importanti velleità nel massimo campionato italiano; una cadetta in serie A a coltivare i talenti del club e anche una terza compagine iscritta al campionato di serie C compongono il quadro di una società che ha saputo arrivare al Top 12 senza perdere le radici storiche.

L’arrivo di Francesco Minto dal Benetton e di Andrea De Marchi dalle Zebre ha creato grandi aspettative, e nessuno nell’ambiente fa nulla per buttare acqua sul fuoco o nascondere quelli che sono gli obiettivi. Il più tranquillo di tutti, però, è proprio Pasquale Presutti, che abbiamo intervistato prima dell’inizio del campionato.

I Medicei hanno ottenuto nelle stagioni passate prima il passaggio nella massima serie e poi hanno disputato la prima stagione al livello più alto possibile in Italia, dopo che una squadra fiorentina non ci riusciva da 33 anni. Avete ben figurato da neopromossa in Eccellenza e, anche se l’assenza di retrocessioni ha condizionato il campionato, siete sempre sembrati all’altezza di una eventuale salvezza. Quali sono gli obiettivi e le aspettative per questo anno?

Vogliamo crescere. Il nostro primo anno nel Top 12 è stato buono e ci è stato davvero utile per capire i nostri punti forti e le cose da rivedere. Abbiamo conosciuto il livello superiore rispetto al precedente e da quest’anno mi aspetto un netto miglioramento in termini di fiducia e personalità da parte della squadra.

Quanto è importante per raggiungere questo traguardo l’esperienza dei giocatori arrivati dal mercato estivo?

Capitale. Abbiamo proprio voluto selezionare e prendere giocatori di buona esperienza, o comunque con un solido vissuto alle spalle, diciamo. Siamo cresciuti non solo come quantità ma anche come qualità e abbiamo anche giocatori che vengono dal Pro14. Noi l’anno scorso, almeno da quello che è sembrato a me, abbiamo dimostrato di avere una buona linea di trequarti, che durante l’anno ci hanno dato delle grosse soddisfazioni. Dove abbiamo sofferto un po’ di più, diciamo, è stato nel pacchetto di mischia per cui abbiamo voluto ritoccare proprio quello. Quasi il 50% dei giocatori nuovi è nel reparto degli avanti, ma sono tutti nuovi di grossa esperienza, con De Marchi e Minto, ma anche Pierini e Giovanchelli.

Firenze è una piazza che da quando sono arrivati I Medicei è cambiata: questo ambiente ha sempre fatto motivo d’orgoglio dell’appartenenza dei propri atleti, di far giocare i prodotti del proprio vivaio. Giocatori nati e cresciuti nel club e nella città. Poi è arrivato il nuovo progetto sportivo, un nuovo importante sponsor e le ambizioni di arrivare ai vertici del rugby italiano, e la società ha cominciato a fare numerosi acquisti sul mercato. Il clima intorno ai Medicei com’è? 

Noi dobbiamo pensare a quello che vogliamo fare, a quelli che sono i nostri obiettivi. Non è che il legame con i prodotti del vivaio della squadra si sia perso. Abbiamo dei giovani interessanti che sono nati e cresciuti nel club come Zileri, Bottacci, Savia. Altri purtroppo li abbiamo persi, chi come Landini perché ha fatto fatica a rientrare da un infortunio ed è stato sfortunato; c’è chi ha fatto altre scelte di vita e si è allontanato dal rugby. C’è bisogno di tempo e pazienza per creare un numero maggiore di prodotti delle nostre giovanili pronti per giocare in Top 12.

Pronostico secco: chi vincerà il campionato?

Se non lo vinceranno i Medicei spero che lo vinca il Petrarca! Diciamo però che c’è una bella lotta perché le Fiamme Oro si sono attrezzate; ci sono sempre Calvisano e Rovigo, e poi appena un gradino sotto ci sono società come Viadana, Reggio Emilia, noi e anche qualche altra squadra che sicuramente possono dire la loro.

Lorenzo Calamai 

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