Chi è stato il miglior giocatore italiano nel 2017/018

Abbiamo scelto otto uomini in lizza per il premio di fine stagione. Ora la palla passa a voi lettori

italia 2018

ph. Sebastiano Pessina

Il tour in Giappone ha chiuso la stagione 2017/2018 del rugby italiano, caratterizzata da un deciso miglioramento nelle prestazioni delle due franchigie – Benetton Treviso e Zebre – e dalle grandi difficoltà della nazionale di Conor O’Shea nei Test Match e nel Sei Nazioni.

Dieci lunghi mesi di conferme e tante rivelazioni, tra giocatori rivelatisi in tutto il loro talento (più o meno in maniera inaspettata) e altri che hanno continuato nella propria crescita per adeguarsi al livello richiesto nel club e a livello internazionale.

La redazione di OnRugby ne ha individuati otto in particolare, inseriti in un tabellone a eliminazione diretta con quarti, semifinali e finale in cui sarà il voto popolare a decidere chi supererà il turno e chi sarà nominato come MVP italiano dell’ultima stagione.

Il torneo prevede quattro teste di serie, individuate in Matteo Minozzi, Jake Polledri, Tommaso Castello e Sebastian Negri, a cui sono state abbinate attraverso un sorteggio i restanti quattro partecipanti: Tommaso Allan, Carlo Canna, Renato Giammarioli e Federico Ruzza. Per la scelta degli sfidanti, è stata tenuta in considerazione l’intera stagione giocata dal singolo, quindi sia le partite con la Nazionale sia le partite con Benetton Treviso, Zebre o il relativo club di appartenenza.

Finite le premesse, andiamo a scoprire come si è composto il tabellone dei quarti di finale dopo il sorteggio e presentiamo le sfide per i quarti di finale, per le quali potrete votare in basso.

1° quarto di finale – Matteo Minozzi vs Tommaso Allan

Per i due la stagione non potrebbe essere stata più diversa. Il padovano si è imposto fin da subito come titolare inamovibile alle Zebre, dimostrando fin da subito di poter sopperire al fisico non statuario con l’agilità, l’intraprendenza e la rapidità d’esecuzione in cui il classe ’96 eccelle. Al Sei Nazioni è arrivata l’esplosione definitiva, con tanto di candidatura al premio di miglior giocatore di un torneo in cui è stato l’azzurro maggiormente in grado di mettersi in mostra, tanto da diventare ben presto il trascinatore della nazionale dal punto di vista creativo e realizzativo. Un giocatore più unico che raro negli ultimi anni in Italia.

Per Allan, invece, la prima parte di stagione è stata decisamente tribolata a causa di un infortunio, che non gli ha consentito di essere utilizzabile per i Test Match di novembre. Le prestazioni balbettanti in maglia Benetton non sembravano garantirgli un posto da titolare al Sei Nazioni, ma O’Shea ha sorpreso tutti schierandolo sempre dal primo minuto per la sua pulizia nelle esecuzioni e l’ordine in cabina di regia. Allan ha risposto dimostrando di sapersi far carico di un ruolo importante, segnando anche tre mete e senza mai perdere davvero la bussola.

2° quarto di finale – Sebastian Negri vs Federico Ruzza
È vero che il potenziale di Sebastian Negri era percepibile già dalle apparizioni con Under 20 e Italia Emergenti, ma scommettere su un simile adattamento al primo anno di professionismo era quantomeno azzardato. Pur arrivando dalla terza divisione inglese, il terza linea del Benetton Treviso ha dimostrato il suo valore a suon di palloni portati avanti con grande qualità come raramente era accaduto in Italia di recente. Le sue doti di ball carrier sono state ossigeno puro per la nazionale e per i Leoni.

Diverso, ma non meno efficace, lo stile di Federico Ruzza. Il padovano è meno esplosivo e ha meno potenza pura rispetto al collega di reparto, ma ha il dinamismo e l’acume rugbistico ideale per essere un giocatore assolutamente moderno nel suo ruolo. Conor O’Shea non gli ha concesso grande spazio in Nazionale (ed è stato un gran peccato), ma il classe ’94 ha potuto esprimersi al meglio con la maglia del Benetton mettendo in mostra anche l’ottima vena realizzativa e un eccellente fiuto per la meta (cinque marcature segnate).

3° quarto di finale – Jake Polledri vs Carlo Canna

Lo stesso discorso applicato a Negri è valido naturalmente anche per Jake Polledri – proveniente anche lui dall’Hartpury -, con l’ulteriore discriminante del campionato più competitivo affrontato dal terza linea del Gloucester. Da quando il 22enne è passato dall’Academy dei cherry&white alla prima squadra, Johan Ackermann non ha potuto più farne a meno. I tifosi lo hanno eletto come miglior giovane della stagione, mentre lui in estate auspicava di giocare almeno in A-League. Polledri è una reale forza della natura in attacco, capace di battere sempre il primo uomo correndo dritto per dritto: il sale della terra per una nazionale come l’Italia, su cui ha avuto l’impatto di un meteorite.

La parola più adeguata per descrivere la stagione di Carlo Canna, invece, è bizzarra. Il mediano d’apertura bianconero è stato l’indiscusso trascinatore delle Zebre durante tutto il campionato, anche perché Michael Bradley gli ha cucito addosso un modo di giocare assolutamente affine alla sua fantasia e alla sua imprevedibilità. Ma se con le Zebre il beneventano ha disputato forse la miglior annata della carriera, il suo apporto è stato pressoché nullo: dopo dei Test Match di novembre piuttosto in ombra, Canna è letteralmente sparito dal Sei Nazioni in poi (33 minuti, quattro presenze), senza mai scendere in campo a giugno. Un paradosso che non cancella comunque i lampi di genio con cui ha illuminato la stagione zebrata.

4° quarto di finale – Tommaso Castello vs Renato Giammarioli

Tommaso Castello è l’esempio più calzante di come il talento non si riferisca solo alle innate capacità tecniche ed atletiche, ma anche alla capacità di lavorare duramente per limare i difetti e adeguarsi agli standard del rugby internazionale. In questo senso, il genovese è forse uno dei talenti più puri del rugby italiano. Ha saputo accrescere il valore dei suoi pregi, ovvero le cariche sulla difesa, il placcaggio e la contestazione dell’ovale a terra, portandole ad un livello superiore nel corso dell’anno, ma ha anche migliorato il suo passaggio e il decision making in fase offensiva. A livello fisico, è stato uno dei pochi a non cedere mai di schianto nel Sei Nazioni.

L’ultima partita di Renato Giammarioli in stagione è stata il 16 febbraio, giorno della vittoria delle Zebre sul campo del Connacht. Nonostante abbia saltato due mesi pieni di campionato e i Test Match di giugno, il frascatano è stato premiato con l’inserimento nella fase finale per la corsa al premio di MVP perché era stata una delle maggiori certezze bianconere fino a quel momento. Il 23enne ha ammortizzato da subito il salto dall’Eccellenza al Pro14, dimostrandosi un ball carrier non banale e perfettamente a suo agio nel gameplan di Bradley, con qualità importanti nella finalizzazione. L’unica pecca: l’esordio al Sei Nazioni contro l’Inghilterra, dove fu tra i peggiori.

Le urne sono aperte.

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