Sevens World Series, a Las Vegas brillano gli Usa

La superstar Perry Baker fa la differenza davanti al pubblico di casa

Perry Baker superstar a Las Vegas, USA

Ph. World Rugby

Cinque tappe, cinque vincitori diversi. Le Sevens World Series 2018 si confermano ancora una volta imprevedibili.

Gli Stati Uniti escono vincitori da Las Vegas, tornando così sul gradino più alto del podio nel rugby a sette dopo un avvio di stagione da incubo. Mattatore assoluto è l’ala Perry Baker, votato Player of the Year 2017 e in grado di scardinare ogni difesa con le sue accelerazioni e giocate.

 

Spettacolo e risultati a sorpresa fin dalla fase a gironi. Tre squadre chiudono pari merito la Pool A: Fiji e Kenya si qualificano soltanto grazie alla differenza di punteggio sulla Francia. Più scontato l’esito della Pool B, con Sud Africa e Inghilterra a passare il turno nonostante le buone prestazioni offerte da Canada e Galles. Gli States chiudono imbattuti la Pool C, superando anche l’Australia, seconda a scapito di Samoa. Nella Pool D passano Argentina e Nuova Zelanda, con una buona Scozia al terzo posto. Da segnalare, in particolare, la vittoria dei Pumas sugli All Blacks, che vale ai sudamericani la testa del girone. Mete corali, azioni spettacolari e tanti offload in velocità caratterizzano molte partite già in questa fase.

Si arriva così ai Quarti con alcuni incroci di altissimo livello. La prima sfida clou è quella tra Fiji e Nuova Zelanda: vincono i campioni olimpici, che spengono per 14-10 i sogni tuttineri dopo un match combattuto. Fuori anche l’Australia, che si trova di fronte il Sudafrica. Netto il dominio Blitzboks, in una gara comunque molto spettacolare. Finisce 29-17 per i sudafricani. L’Argentina prosegue il suo cammino eliminando (17-12) il Kenya e facendo valere una migliore organizzazione di gioco complessiva. Infine i padroni di casa, che hanno ragione dell’Inghilterra sfoderando due incredibili accelerate di Perry Baker, decisive per il 17-12 finale.

 

Nella parte bassa del tabellone, emergono da Las Vegas le quattro squadre più in forma già nei gironi. In semifinale Challenge la Francia supera il Galles 33-7, mentre il Canada piega la Scozia solo con un piazzato di Hirayama nel final play. Ad aggiudicarsi il trofeo “minore” sono i transalpini, che alzano la coppa dopo una bella gara che finisce 26-19.

Nuova Zelanda e Australia arrivano a sfidarsi per il quinto posto (con gli Aussies che eliminano il Kenya solo nell’extra time dopo una partita spettacolare). Hanno la meglio gli All Blacks, che si impongono 17-12, dopo una rimonta avversaria con meta decisiva di Molia.

 

La sfida per il podio di tappa prosegue quindi nelle semifinali, con Fiji-Stati Uniti e Sudafrica-Argentina.
Nel primo match sono i vincitori di Hamilton a iniziare in vantaggio, e per gran parte della partita sembrano avviati verso la finale. Ma gli States sfoderano l’arma segreta: Perry Baker. La superstar riapre i giochi con un impressionante coast-to-coast, in accelerata dalla propria linea di meta fin sotto i pali figiani, mettendo a sedere quattro difensori. È parità. Quindi un giallo per Fiji orienta la partita a favore dei padroni di casa, che volano così in finale. Meritata standing ovation del Sam Boyd di Las Vegas per Baker, che mette a segno anche un’altra meta in chiusura.
La sfida tra i Boks e i Pumas si apre con i sudafricani a punti dopo neppure un minuto. Ma l’Argentina non si lascia impressionare, e a metà del primo tempo passa in vantaggio con un bel break. Quindi i campioni in carica cercano di impostare la partita, ma i sudamericani giocano aggressivi e con i loro placcaggi spezzano ogni tentativo di attacco. Schema che si ripete anche per gran parte della ripresa, fino a una (contestata) meta del Sudafrica. Ma il vantaggio Bokke è comunque momentaneo: nell’ultimo minuto segnano ancora i Pumas e vanno a comporre un’inedita finale in terra nordamericana.

 

Risuonano gli inni nazionali argentino e statunitense, quindi il fischio d’avvio della finale. Per i primi tre minuti lo schema è ripetitivo: States che cercano di sfondare e argentini che rispondono con una difesa alta e asfissiante, senza concedere spazi. A sbloccare il risultato ci pensa ancora lui, Perry Baker, innescato all’ala e imprendibile per i Pumas. Tocca quindi all’Argentina portarsi in avanti, ma questa volta la diga difensiva è a stelle e strisce. E regge sulla linea dei 22. L’ovale torna in mani nordamericane, e ancora Baker dà spettacolo. Veroniche, finte, accelerazioni: quattro difensori ubriacati, riciclo su Barrett che schiaccia in mezzo ai pali. 14-0 per i padroni di casa dopo i primi sette minuti.
Al rientro in campo, è ancora dominio USA. Iosefo allarga il gioco ancora su Barrett, che mette il turbo e marca la terza meta della gara. Argentina stordita e non in grado di pungere. States ancora avanti, ma il gioco si sviluppa lontano dalle zone rosse. A qualche decina di secondi dalla fine, c’è ancora tempo per la quarta meta statunitense, firmata Isles. Si arriva così al fischio finale sul 28-0, con i 50.000 del Sam Boyd che applaudono i loro beniamini mentre ricevono la medaglia d’oro della tappa di Las Vegas.

 

Finale per il terzo posto vinta da Fiji. Proprio gli oceanici danno subito il via alle marcature, con un’azione corale che porta Tuwai in meta all’ala. Risponde Ruhan Nel, che taglia in diagonale da metà campo, respinge un difensore figiano e riporta subito il punteggio in equlibrio. Quindi Blitzboks in inferiorità per un giallo e ancora isolani in vantaggio, con Dranisinukula che raccoglie un offload (sbagliato) di un compagno e conclude in mezzo ai pali. Cartellino giallo anche per i campioni olimpici, a causa di un placcaggio alto, ma i sudafricani non sanno approfittarne. Anzi, è proprio Fiji, ancora con Tuwai, a trovare la terza meta, nuovamente al termine di una spettacolare giocata di squadra. Si va a riposo sul 19-5. Ma il match non è per niente chiuso. Al rientro in campo, infatti, doppietta sudafricana con Oosthuizen e ancora Nel, anche se l’imprecisione dalla piazzola lascia i campioni in carica a -4. Quindi Naduva piazza una nuova zampata per Fiji, a due minuti dalla sirena finale. Risponde Davids, tenendo ancora una volta il Sudafrica in partita, sotto break. Final play con mischia a introduzione isolana e palla buttata in out, con medaglia di bronzo che va al collo dei figiani.

 

Classifica che resta ancora corta, con Sudafrica in testa e le prime cinque posizioni rimaste invariate. Gli Stati Uniti che scavalcano l’Inghilterra al sesto posto. Blitzboks per la prima volta fuori dal podio.
Le Men’s Sevens World Series tornano già il prossimo weekend da Vancouver, in Canada, dove lo scorso anno vinse il VII inglese.

 

I risultati

Gironi
Pool A: Fiji 7, Kenya 7, Francia 7, Russia 3
Pool B: Sudafrica 9, Inghilterra 7, Canada 5, Galles 3
Pool C: Stati Uniti 9, Australia 7, Samoa 5, Spagna 3
Pool D: Argentina 9, Nuova Zelanda 7, Scozia 5, Uruguay 3

Quarti di finale
Fiji v Nuova Zelanda 14-10
Stati Uniti v Inghilterra 17-12
Argentina v Kenya 17-12
Sudafrica v Australia 29-17

Semifinali
Stati Uniti v Fiji 19-7
Argentina v Sudafrica 12-10

Finali
Challenge – Francia v Canada 26-19
Bronzo – Sudafrica v Fiji 26-22
Oro – Stati Uniti v Argentina 28-0

 

Classifica (dopo cinque giornate): Sudafrica 92, Nuova Zelanda 82, Fiji 79, Australia 72, Argentina 67, Stati Uniti 58, Inghilterra 57.


Francesco Rasero

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