Test Match: Scozia, contro Samoa non puoi sbagliare

Esordio casalingo per Gregor Townsend alla guida tecnica dei Dark Blues

ph. Action Images via Reuters / Lee Smith Livepic

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EDIMBURGO – Samoa torna a far visita alla Scozia alla Highland Cathedral dopo dodici anni di attesa. L’ultimo incontro tra le due Nazionali nella capitale scozzese, infatti, è datato novembre 2005 (nel 2010 il match si giocò al Pittodrie di Aberdeen) ma allora solo poco più di 14mila spettatori erano presenti sugli spalti della casa del rugby scozzese.

Oggi pomeriggio, invece, si attendono più di 65mila spettatori, un dato davvero incredibile che sommato ai due sell-out (tagliandi esauriti in luglio) contro All Blacks (18.11) e Wallabies (25.11) rende il novembre scozzese, almeno fuori dal campo, già un successo clamoroso.

Scozia e Samoa si sono sfidate in dieci occasioni, prima di oggi, e in otto i Dark Blues sono usciti vincitori; la prima e l’ultima sfida, datate rispettivamente 1991 e 2015, sono gare di RWC e nella partita del StJames’ Park di Newcastle le due squadre si sono date battaglia fino alla fine e Greig Laidlaw (oggi assente per infortunio) ha deciso il risultato con una meta, che lui stesso ha trasformato, nei minuti finali.

 

 

Tra poche ore Gregor Townsend farà il suo debutto assoluto da head coach nella Highland Cathedral, un traguardo che Toony si è strameritato prima sul campo – ricordiamo che Townsend vestiva la maglia numero 10 quando la Scozia ha vinto l’ultimo 5 Nations, nel 1999 – poi come capo allenatore dei Glasgow Warriors, che in cinque anni ha portato sul tetto del mondo celtico e, l’anno successivo, per la prima volta nella knock-out stage della Champions Cup.

Townsend ha scelto una squadra “che sta in piedi“, inserendo il debuttante Darryl Mafo in prima linea – dove si troverà i compagni di squadra di Edinburgh, McInally e WP Nel – ma non sperimentando troppo nelle altre posizioni. McInally parte titolare anche per le assenze, pesanti, di Fraser Brown Ross Ford, ma non solo, perchè sotto la guida di Cockerill nel club è cresciuto esponenzialmente e si merita la convocazione e la maglia da titolare.

 

In seconda linea Jony Gray e Ben Toolis sono decisamente la miglior coppia possibile, al momento, mentre in terza Toony si è trovato costretto a fare a meno di John Hardie – sospeso dalla Scottish Rugby in ottobre per motivi tenuti nascosti – e ha recuperato solo in settimana Magnus Bradbury, anch’egli finito nella bufera dopo una serata alcolica in cui ha rimediato un infortunio al volto, costatogli la sospensione di un mese e il ruolo di capitano di Edinburgh Rugby. Con capitan Barclay, che è tornato ad essere un punto fisso del pack, ci sono Hamish Watson e Ryan Wilson ma fa molto piacere – dopo qualche polemica di troppo in estate – vedere in panchina Cornell Du Preez, uno dei migliori ball carrier a disposizione di Toony che ha scelto di non convocare Josh Strauss – per il numero 8 dei Sale Sharks la carriera in nazionale sembra ormai terminata.

 

Non stupisce che il reparto dei trequarti sia formato solo da Warriors, anche perchè, in ogni posizione, Townsend ha davvero scelto i migliori giocatori a disposizione.  Stuart Hogg, Tommy Seymour e Finn Russell, che hanno rappresentato la Scozia nel Tour dei B&I Lions in NZ, giocherebbero titolari praticamente ovunque mentre Lee Jones si è conquistato il posto grazie alla costanza mostrata col club. Ali Price in mediana, adesso, è decisamente la miglior scelta – Pyrgos garantisce più stabilità e Toony, come succedeva nei Warriors, lo vede meglio nella ripresa – mentre Fowles (uno dei miei preferiti) e Sam Hidalgo-Clyne al momento sono un gradino sotto il mediano di mischia dei Glaswegians.

 

Con Bennett, Scott, Taylor e Maitland infortunati, al centro giocano Huw Jones e Alex Dunbar, mentre Townsend si porta in panchina il versatile Peter Horne, giocatore che – gara del 6 Nations 2015 contro l’Italia a parte, ma capita a tutti di sbagliare – si è sempre dimostrato affidabile, sia in regia, sia dalla piazzola, mentre stupisce (conoscendo anche quanto Townsend apprezzi il giocatore) non vedere Ruaridh Jackson nei 23. Spazio al debuttante Chris Harris, che sta facendo bene a Newcastle in una squadra che è cresciuta tantissimo.

Per quanto riguarda Samoa, già sapere che la squadra scenderà in campo è una vittoria, considerando che solo tre giorni fa il presidente della Federazione – e primo ministro del Paese – aveva di fatto annunciato la bancarotta. World Rugby, è notizia di ieri, è corsa ai ripari annunciando maggiori investimenti nel rugby delle Isole Pacifiche, in partnership con Pacific Rugby Players (che rappresenta i giocatori dell’area) e la speranza è che il gruppo riesca a dimenticare le turbolenze esterne scendendo in campo a mente serena.

Il nuovo head coach, Fuimaono Titimaea Tafua, ha escluso Kahn Fotuali’i e Tusi Pisi dal XV, spostando Nanai-Williams in mediana. Samoa ha vinto una sola volta contro la Scozia, nel 2013 in Sud Africa durante il quadrangolare cui hanno partecipato anche Springboks e Italia. Le due Nazioni potrebbero trovarsi di nuovo di fronte in Giappone tra due anni, alla RWC2019, se Samoa riuscirà a vincere lo spareggio-qualificazione. Kick off alle 15.30.

 

 

Scozia: 15. Stuart Hogg 14. Tommy Seymour 13. Huw Jones 12. Alex Dunbar 11. Lee Jones 10. Finn Russell 9. Ali Price 1. Darryl Marfo 2. Stuart McInally 3. Willem Nel 4. Ben Toolis 5. Jonny Gray 6. John Barclay (C) 7. Hamish Watson 8. Ryan Wilson
A disposizione: 16. George Turner 17. Jamie Bhatti 18. Zander Fagerson 19. Tim Swinson 20. Cornell Du Preez 21. Henry Pyrgos 22. Pete Horne 23. Chris Harris

Samoa: 15 Ah See Tuala, 14 Paul Perez, 13 Kieron Fonotia, 12 Reynold Lee-Lo, 11 David Lemi, 10 Tim Nanai Williams, 9 Pele Cowley, 1 Jordan Lay, 2 Manu Leiataua, 3 Donald Brighouse, 4 Josh Tyrell, 5 Chris Vui (C), 6 Piula Fa’Asalele, 7 TJ Ioane, 8 Jack Lam
A disposizione: 16 Motu Matu’u, 17 James Lay, 18 Hisa Sasagi, 19 Fa’Atiga Lemalu, 20 Ofisa Treviranus, 21 Mealani Matavao, 22 AJ Alatimu, 23 Alapati Leiua

 

di Matteo Mangiarotti

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