Patto per il rugby abruzzese: liberalizzare i tesseramenti dei giovani atleti

La proposta è di Giorgio Morelli, Presidente del Comitato Regionale. Obiettivo libera circolazione

rugby

ph. FIR Abruzzo

Non si può negare che il progetto di Giorgio Morelli, presidente del Comitato Regionale Abruzzo, sia ambizioso. Eletto nello scorso febbraio, con una lettera indirizzata a tutti i presidenti dei club della regione Morelli ha lanciato una proposta sicuramente coraggiosa e profondamente innovativa: la liberalizzazione dei cartellini dei giovani giocatori militanti nelle società abruzzesi. L’idea alla base del ‘Patto per il rugby abruzzese’ è sostanzialmente quella di un tesseramento libero, in modo da consentire a tutti i club di lavorare con maggiore sintonia e di guardare in un’unica direzione.

 

Al centro di tutto, naturalmente, c’è la carriera del singolo. “Dobbiamo essere consapevoli che l’alto livello già da oggi, ma ancor di più nel prossimo futuro, vedrà i migliori talenti, pochi, dirigersi in ambiti di professionismo quali Pro12, club esteri e Nazionali, mentre gli altri, pur meritevoli, vedranno svolgere la loro vita sportiva nel Campionato d’Eccellenza, in Serie A o nelle serie minori – ha scritto Morelli nella lettera inviata ai club- Qui dobbiamo essere tutti consapevoli che se da un lato i percorsi di ogni atleta sono a doppio binario verso l’alto e verso il basso in relazione alle prestazioni ed al processo evolutivo dell’individuo, dall’altro i livelli, qualunque essi siano, devono restituire ai giocatori il massimo della soddisfazione e gratificazione“.

 

E per farlo, secondo Morelli, le società abruzzesi dovrebbero impegnarsi formalmente “affinché gli atleti da loro formati e cresciuti nelle varie categorie giovanili fossero liberi, senza compensazioni di nessuna natura, di scegliere la squadra più adeguata alle loro competenze ed esigenze“. Ogni club insomma dovrebbe permettere al proprio giovane di trasferirsi nella società preferita. E ogni atleta dovrebbe essere libero di spostarsi liberamente tra le società, eliminando le barriere burocratiche legate al trasferimento.

 

Morelli, inoltre, mira anche al superamento dei vari campanili, un problema sempre molto attuale quando si parla di rugby di club e di realtà locali. Il 63enne vorrebbe creare un legame forte con le radici e uno spirito d’appartenenza tale che “ogni club potrebbe riconoscersi come se l’Abruzzo fosse un unico grande CLUB”. Morelli sottolinea come questo Patto non voglia creare “nessuna omogeneizzazione”, ma punti piuttosto a strutturare “un progetto comune di crescita, in cui ogni società deve vedere il lavoro della società vicina come una concorrenza che impone a se stessa la necessità di essere allo stesso livello, per un offerta sempre più interessante”.

 

Un altro punto chiave, nella proposta dell’ex tallonatore della nazionale italiana, del resto sta nell’evitare “quei tristi fenomeni di cannibalismo per cui si crede che la crescita del proprio club avvenga più facilmente se si creano difficoltà al club concorrente, come se le difficoltà del vicino si traducano automaticamente in benefici per se stessi […] Deve valere il principio che le difficoltà di una crea problemi anche alle altre società e viceversa il beneficio di una si tramette pure alle altre”. […] Ciò comporta che se oggi abbiamo alcuni club che hanno la forza di molti ragazzi per tutte le categorie, questi sono una risorsa per tutti noi ed uno stimolo per gli altri club a seguirne le tracce utilizzando le stesse strategie che facilmente possono essere condivise”.

 

Non manca nemmeno un riferimento ad un sistema interno di permit player, con cui i migliori giocatori Under 18 potranno fare qualche esperienza nelle squadre di Serie A, “continuando a giocare normalmente con il proprio club il campionato di categoria. La crescita dei talenti, specie U16 ed U18, troverebbe in Abruzzo un binario parallelo a quello determinato dai centri di formazione permanenti ed Accademie ed anzi con questi potrebbero molto più facilmente avvenire quegli scambi nelle due direzioni”. Morelli ha acceso la miccia; ora la palla passa ai presidenti dei club e, se dovesse incontrare il loro gradimento, potrebbe essere sottoposta all’attenzione della Federazione.

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