Sei Nazioni: una Calcutta Cup che pesa tantissimo

A Twickenham match point per l’Inghilterra. Diretta su DMAX dalle 16:40

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ph. Reuters

La sfida tra Inghilterra e Scozia non è mai stata, e si può dire con tranquillità che mai sarà, una sfida come le altre, troppa è infatti la rivalità tra le due Nations – e non solo in ambito sportivo. Quella di oggi pomeriggio, però, sarà se possibile ancora più speciale, perché per la prima volta dopo qualche tempo la Scozia scenderà in campo a Twickenham con la concreta possibilità di portarsi a casa la vittoria.

 

Non sarà assolutamente facile, anche perché, nonostante le parole della vigilia, tese a stemperare la tensione e provare a buttare tutta la pressione sulle spalle dei rivali, il gruppo guidato da John Barclay è cresciuto dal punto di vista mentale e sa che, stavolta, le aspettative sono comunque alte – e, finalmente, un’eventuale sconfitta verrà accettata.

 

Certo, non si possono negare i (grandi) numeri che circondano questa sfida, la più antica del panorama internazionale, e non solo rugbistico. La Scozia non vince all’HQ dal 1983, non conquista la Triple Crown dal 1990 (anno in cui ha vinto l’ultimo Grand Slam), non vince il Torneo dal 1999 – ma, allora, era ancora Cinque Nazioni – e non batte l’Inghilterra dal 2008 – ultimo anno in cui la Calcutta Cup ha albergato alla Highland Cathedral. Oltretutto, la Rosa, con un successo oggi pomeriggio, eguaglierebbe il record di 18 vittorie consecutive stabilito dagli All Blacks nel 2016, un risultato incredibile se pensiamo che, oltretutto, avvicinerebbe Dylan Hartley e compagni a Grand Slam, Triple Crown e record assoluto, avendo ancora una gara a disposizione – l’ultima, contro l’Irlanda a Dublino, un’altra partita che fa sempre storia a sé.

 

Eddie Jones cambia tre elementi nel XV, affidando le chiavi della mediana a Ben Youngs, riproponendo Joseph al centro e   all’ala, mentre in panchina si rivede Billy Vunipola, confermando l’indiscrezione che voleva il maggiore/minore dei fratelli di nuovo pronto fisicamente per la convocazione in nazionale.

 

Cotter, invece, cambia solo due elementi rispetto al gruppo dei 23 che ha battuto il Galles, centrando un successo che mancava dal 2007 – un altro ‘grande numero’ cancellato dalla bacheca del Murrayfield, dopo quello del ‘successo alla gara di esordio’ che mancava dal 2006.
Il cambio è forzato dall’infortunio di John Hardie, il cui Sei Nazioni si è concluso al minuto 25 della sfida coi Dragoni; al suo posto torna Hamish Watson, che aveva preso il posto del suo compagno di squadra a Edinburgh Rugby già in quella gara. Ma la novità più grande è l’inserimento tra le riserve di Cornell Du Preez che dopo le polemiche scatenate in autunno (si discuteva, allora, se avere in squadra giocatori “eleggibili”, come Visser e appunto Du Preez, non togliesse spazio a giovani scozzesi) ha la prima, concreta possibilità di esordire con la maglia della Scozia.

 

Dove si vincerà la gara? Viene da dire, non senza sembrare ironici, al breakdown, nonostante sia molto difficile che la Scozia possa adottare la tattica “ghost-scrum” che Venter e O’Shea hanno chiesto di usare ai loro Azzurri, con i risultati che ormai tutti sappiamo – compresa la furia di Eddie Jones nel post-partita. Secondo i canoni dell’head coach bianco, quella di oggi sarà “una partita di rugby”, vediamo se, per una volta, il pronostico verrà ribaltato.

 

Appuntamento con “Rugby Social Club”, condotto da Daniele Piervincenzi con Paul Griffen, Mauro Bergamasco, Maria Beatrice Benvenuti e Chef Rubio a partire dalle 16.40 di sabato (calcio d’inizio fissato alle 17). Telecronaca e commento tecnico a cura di Antonio Raimondi e Vittorio Munari. Oltre alla diretta TV in chiaro su DMAX (canale 52), tutto il Sei Nazioni in live streaming su DPLAY e www.eurosport.com.

 

 

 

Inghilterra: 15 Mike Brown, 14 Jack Nowell, 13 Jonathan Joseph, 12 Owen Farrell, 11 Elliot Daly, 10 George Ford, 9 Ben Youngs, 8 Nathan Hughes, 7 James Haskell, 6 Maro Itoje, 5 Courtney Lawes, 4 Joe Launchbury, 3 Dan Cole, 2 Dylan Hartley (c), 1 Joe Marler
A disposizione: 16 Jamie George, 17 Mako Vunipola, 18 Kyle Sinckler, 19 Tom Wood, 20 Billy Vunipola, 21 Danny Care, 22 Ben Te’o, 23 Anthony Watson

Scozia: 15 Stuart Hogg, 14 Tommy Seymour, 13 Huw Jones, 12 Alex Dunbar, 11 Tim Visser, 10 Finn Russell, 9 Ali Price, 8 Ryan Wilson, 7 Hamish Watson, 6 John Barclay (c), 5 Jonny Gray, 4 Richie Gray, 3 Zander Fagerson, 2 Fraser Brown, 1 Gordon Reid
A disposizione: 16 Ross Ford, 17 Allan Dell, 18 Simon Berghan, 19 Tim Swinson, 20 Cornell Du Preez, 21 Henry Pyrgos, 22 Duncan Weir, 23 Mark Bennett

 

di Matteo Mangiarotti

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