Viaggio nella Leinster Senior School Cup: le scuole come le accademie

Tutti gli studenti del primo anno sono incoraggiati a giocare a rugby. E l’organizzazione guarda al professionsimo

blackrock college rugby

DUBLINO – Dopo aver introdotto l’importanza della Leinster Senior School Cup nella prima parte di questo viaggio, cerchiamo di capire come il torneo contribuisca all’organizzazione del rugby in Irlanda.
Come in ogni altro paese, anche nell’isola di smeraldo si inizia a giocare a rugby nel club vicino a dove si vive. Già questo fatto in Irlanda produce una selezione. Essendo il rugby molto più diffuso a Dublino sud, nella parte nord della città o nella contea può non essere facilissimo trovare una squadra nella quale iniziare. A questo si aggiunge l’enorme popolarità degli sport gaelici (40.000 giocatori di rugby nelle 12 contee di Leinster, 100.000 giocatori gaelici solo nella contea di Dublino). Esempio Brian O’Driscoll che, cresciuto a Clontarf nella parte nord della città, fino alla fine della scuola primaria (12 anni) praticava solo sport gaelici.

 

 

Perché si va alle private

Al momento della scelta della scuola secondaria chi può manda i figli alle scuole private, le migliori del paese. In Irlanda sono scuole nelle quali si paga per avere i migliori professori, una preparazione più accurata all’università e, non ultimo, una organizzazione sportiva di eccellenza. Gli studenti che le frequentano trovano tutto quel che serve per praticare sport a livello agonistico: palestre, campi, allenatori. Una volta entrati si viene indirizzati verso lo sport nel quale più si eccelle. A Blackrock, Belvedere, St Mary’s e nelle altre scuole di eccellenza che partecipano alla Senior School Cup, essere parte della squadra di rugby significa essere la vera élite della scuola, invidiati da tutti gli altri e coccolati dallo staff.

Il sito della scuola di Blackrock alla pagina sullo sport specifica che “tutti gli studenti sono incoraggiati a praticare il rugby nei primi due anni di scuola”, durante i quali avviene la selezione dei migliori giocatori. È così in tutte le scuole cardine del torneo. A Belvedere “la scuola allestisce 25 squadre dal primo al sesto anno (la scuola irlandese è composta da sei anni di primaria più altrettanti di secondaria, ndr). Negli ultimi anni siamo stati capaci di allestire anche otto squadre solo con gli studenti del primo anno”.

 

 

Solo per la scuola

Quando entrano nella scuola i giovani studenti smettono di essere membri della squadra locale nella quale hanno mosso i primi passi. Un vero e proprio regolamento federale vieta loro di giocare in altre squadre. Questo provoca un buco nell’organico della squadre locali, che vedono i giovani sparire a 12 anni per tornare a 18, quando hanno finito la secondaria. Tuttavia, questa struttura fa sì che la federazione si trovi i giocatori tutti insieme, in un numero non grandissimo di squadre/scuole e possa farli lavorare a livello quasi professionistico.

 

 

Gli allenamenti

Chi fa parte di una di queste squadre ha un programma settimanale di allenamenti stabilito e curato da uno staff professionistico. Gli studenti del primo anno di Belvedere (i 13enni) si allenano tre volte la settimana, mercoledì e giovedì pomeriggio, sabato mattina. Chi partecipa alla Senior Cup ha una settimana non distante da quella di un professionista. Pur variando da scuola a scuola, spesso la settimana dell’adolescente giocatore di rugby in una scuola privata è il seguente: lunedì pomeriggio palestra, martedì pomeriggio tattica, mercoledì pomeriggio allenamento sul campo, giovedì mattina pesi, giovedì pomeriggio allenamento sul campo, venerdì riposo, sabato partita, domenica riposo. Questo da settembre a marzo. Alla fine delle superiori si gioca la Senior School Cup,  preceduta dalla Junior school Cup alla quale partecipano gli studenti fino al terzo anno (under 15), ma di solito sono solo gli studenti del terzo anno a giocare. Un’organizzazione di questa dimensione e qualità è l’ideale per creare talenti e farli crescere. I migliori poi, una volta usciti dalle scuole superiori, entrano nelle accademie provinciali, ma questo è un altro discorso.

 

di Damiano Vezzosi

(2 _ continua)

Prima puntata

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