Brunel e il Sei Nazioni dell’Italia: “Dobbiamo battere l’Inghilterra”

Il ct azzurro le mani avanti per Galles e Francia (“potremmo perdere, non sarebbe un dramma”) e punta le gare interne

ph. Pino Fama

A Roma, nel l Salone d’Onore del Coni, è stata presentata ufficialmente l’edizione 2014 del Sei Nazioni. Un appuntamento di rito, alla presenza della squadra azzurra che ha “svelato” anche la nuova seconda maglia, quella bianca.
Jacques Brunel ha indicato premesse e obiettivi del torneo:  “Abbiamo tante sfide e tante ambizioni. Vogliamo creare una squadra in una settimana prima della gara di Cardiff, vogliamo mostrare in campo lo spirito della nostra nazionale, abbiamo l’ambizione di ottenere i risultati. E vogliamo vincere le due partite casalinghe, con la Scozia e in particolare contro l’Inghilterra, che non abbiamo mai battuto”.
Il ct azzurro ha poi parlato ancora una volta dei test-match di novembre, non nascondendo le criticità: “Nei test match di novembre abbiamo mostrato diverse lacune, soprattutto in difesa. Abbiamo lavorato per risolvere i problemi e speriamo di tornare ad esprimerci ai livelli già toccati in passato”.

 

A chi gli chiedeva se temeva di concludere il Sei Nazioni con il cucchiaio di legno, così come molta stampa estera già scrive, Brunel ha risposto così: “Non abbiamo nemmeno iniziato e già si parla di cucchiaio di legno? Certo, è possibile partire con due sconfitte con Galles e Francia, ma non sarebbe un dramma: affrontiamo subito la squadra che ha vinto le ultime due edizioni in uno stadio particolare come quello di Cardiff, e la Francia che si vorrà sicuramente rifare visto che è reduce dal disastro dello scorso anno in cui ha chiuso ultima”.
Il presidente FIR Alfredo Gavazzi ha salutato la squadra e ha fatto sapere che i biglietti venduti sono 90 mila biglietti, con l’obiettivo di toccare quota 120 mila: “La nostra immagine passa per il Sei Nazioni e noi oltre a voler giocare bene vogliamo anche vincere. Fa parte del nostro dna. Timore del cucchiaio di legno? Certo, l’avvio e’ abbastanza pesante, ma ogni partita fa storia a sé. Lo scorso anno a Londra, per esempio, contro la corazzata Inghilterra moralmente abbiamo vinto anche se ce l’hanno rubata, non i giocatori ma chi ha arbitrato l’incontro. Per cosa firmerei? A tutti piace vincere, e io firmerei per cinque vittorie”.
Gavazzi non ha rilasciato alcuna dichiarazione riguardo alla questione caldissima e ancora irrisolta della continuazione dell’avventura celtica per le due franchigie italiane. Da segnalare che la prevista riunione dello scorso lunedì che doveva decidere in merito non si è tenuta per un grave problema familiare di uno dei partecipanti.

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