Come il collega del Galles, anche l’head coach dell’Australia deve affrontare critiche e crisi di risultati
Sabato a Cardiff si gioca Galles-Australia, una sorta di derby fra le due sconfitte di questo autunno internazionale. I gallesi hanno portato a casa lo scalpo dell’Argentina, ma hanno perso dalla Nuova Zelanda e, soprattutto dalla Georgia. Anche se è chiaro che il movimento gallese tutto è forse nel momento di crisi più difficile dal 1995, anno di nascita del professionismo nel rugby, a oggi, tante critiche e tanta pressione hanno per bersaglio l’allenatore della nazionale Wayne Pivac.
I Wallabies non si trovano in condizioni particolarmente migliori. Dopo aver vinto una partita che sembrava persa in Scozia, hanno perso contro Irlanda, Francia e Italia. Dovessero perdere anche in Galles non sarebbe solo la quarta sconfitta consecutiva, ma anche la tredicesima sconfitta nelle ultime 17 gare e l’annata peggiore della nazionale australiana dal 1958.
Anche in questo caso, le responsabilità della situazione vengono addossate a Dave Rennie e al suo staff. L’ex tecnico dei Chiefs e dei Glasgow Warriors, però, ha le spalle larghe: “Non cambierei niente di quello che stiamo facendo come staff tecnico. Penso che siamo un gruppo di persone di grande qualità. Credo anche che se chiedete ai giocatori, vi accorgerete dell’enorme supporto per il gruppo degli allenatori, per quello dei medici e dei fisioterapisti, e per quello della preparazione atletica. Non vedo all’orizzonte nessun cambiamento.”
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L’Australia ha un chiaro problema: dall’estate in poi, non è quasi mai stata in grado di schierare con continuità lo stesso gruppo di giocatori a causa di una miriade di infortuni. Arrivati alla fine di questo tour di cinque gare, la squadra ha una ventina di assenti, oltre dieci rispetto alla lista dei convocati di fine ottobre.
“Guarderemo alle causa dei numerosi infortuni – afferma Rennie – Alcuni sono stati causati dalla sfortuna, mentre riguardo ad altri, se c’è qualcosa che a che vedere nella nostra programmazione, la aggiusteremo.
“Abbiamo una notevole potenza di fuoco pronta a tornare a disposizione fra qui e la Rugby World Cup” ha detto Rennie, che ha anche dichiarato di avere una chiara idea su chi sia la sua prima scelta per il mondiale come mediano di apertura, pur avendone fatti giocare 5 diversi nel 2022 (Quade Cooper, James O’Connor, Bernard Foley, Noah Lolesio, Ben Donaldson).
E sul futuro dopo la Rugby World Cup: “Non penso che possa essere preso alcun impegno oltre il 2023, ma io non ho fretta.”
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