Il monito di Richard Cockerill: “Il rugby professionistico è in pericolo”

L’allenatore di Edimburgo fa il punto sulla situazione ovale globale. Mettendo una deadline alla cosa: il Sei Nazioni 2021

Il capoallenatore di Edimburgo Richard Cockerill (Photo by SYLVAIN THOMAS / AFP)

La situazione spiattellata sul tavolo da Richard Cockerill è tanto cruda quanto veritiera: “Il rugby professionistico è in pericolo”, afferma l’head coach di Edimburgo nella prima conferenza stampa verso l’inizio della stagione 2020/2021 di Pro14.

“La situazione è questa da tutte le parti – ha poi proseguito – figuriamoci in Scozia. E’ difficile provare a rispondere a una domanda relativa a una vera ripartenza. Chiaramente anche noi, all’interno dei nostri spogliatoi e delle nostre stanze, ne parliamo. E’ chiaro  – ha detto Richard Cockerill rivolgendosi direttamente ai media collegati in videoconferenza – che se non succederà nulla, staremo sempre qui su Zoom a confrontarci. Non credete?”

“Dobbiamo tornare a creare qualcosa sotto il profilo economico. Se non producessimo più guadagno, sarebbe poi difficile garantire un aspetto professionistico al gioco, sotto tutti i punti di vista: non solo quello dei giocatori e degli allenatori, ma anche del personale che ruota intorno al gruppo squadra. La cosa che possiamo fare ora è cercare di mettere in campo un prodotto che sia il più appetibile possibile”.

La situazione relativa alla Federazione Scozzese 
Richard Cockerill non si è quindi nascosto, conscio di una situazione al momento difficile. La Federazione Scozzese dalla mancata disputa del programma dei Test Match di Novembre 2020, che avrebbe visto i “Braveheart” impegnati contro All Blacks, Argentina e Giappone, ha perso circa 12 milioni di sterline in entrata e l’Autumn Nations Cup in arrivo tamponerà solo parzialmente questo ammanco.

La chiosa di Richard Cockerill
In conclusione il tecnico delinea la sua visione totale: “Se arriveremo al periodo corrispondente al Sei Nazioni 2021 ancora senza la possibilità di avere del pubblico allo stadio, allora avremmo un chiaro problema da fronteggiare vedendoci costretti a riadattare le nostre mansioni e i nostri salari. Non sarà così solo a Edimburgo, ma da tutte le parti”.

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