Slow Motion #38: Officina Gloucester

Per la terza volta in stagione sono i cherry and white ad aggiudicarsi la palma di meta della settimana

Premiership - gloucester ollie thorley

ph. Reuters

Slow Motion è la rubrica di OnRugby che ogni settimana racconta la meta più bella del weekend, nei minimi particolari, corredata dal video. Il fanatico ovale la segue così: prima se la guarda tutta, e poi torna indietro a leggere paragrafo per paragrafo, alternando il tasto play a quello pausa. Qui la scorsa puntata. Buon divertimento.

Il Gloucester, attualmente terza forza della Premiership, è la squadra più ricorrente nel nostro Slow Motion: in questa stagione è già la terza volta che eleggiamo una loro creazione a meta della settimana.

Oltre al talento infinito di quella macchina da highlights che sa spesso essere Danny Cipriani, i cherry and white guidati da Johan Ackermann hanno saputo dare vita nel corso dell’anno a un rugby collettivo davvero piacevole: una squadra che gioca a tutto campo, mescolando avanti e trequarti sul campo e dando sempre ad ogni portatore di palla diverse opzioni da utilizzare.

E’ quello che è successo anche contro i Wasps, nello scorso fine settimana, quando Willi Heinz ha segnato per la gioia del pubblico amico del Kingsholm.


Siamo alla mezz’ora, e i Wasps hanno iniziato meglio, con undici punti filati a cui Gloucester non ha saputo rispondere. Da una ruck in mezzo al campo, il gioco viene aperto fino all’incrocio fra i quindici metri laterali e la linea dei dieci metri: non possiamo esserne certi, ma lo spostamento del gioco da quella parte sembra essere una fase di passaggio per innescarne una successiva, già strutturata.

Lo dimostra la rapidità di organizzazione dei giocatori, con tre avanti a formare immediatamente un pod centrale, e Cipriani che corre sull’asse del ricevitore del pallone. Quest’ultimo, Franco Mostert, gioca dietro la schiena del compagno proprio per il suo numero 10.

L’apertura inglese, quindi, porta il pallone fino al limite della difesa avversaria, fissando benissimo almeno due avversari: il suo diretto marcatore e il compagno più vicino, che deve stringersi per difendere sul possibile passaggio al decoy runner più vicino.

L’ovale corre invece dietro la schiena dei due avanti, e il movimento crea un tre contro due al largo che Ollie Thorley è bravo a risolvere. Quando l’ala buca, trova poi la splendida linea di sostegno interna del numero 9 Heinz. Se fermate il tempo a 00:14 nel video, riconoscerete la testa pelata del giocatore nella ripresa ampia del campo: è il più avanzato dei suoi, sta tagliando in anticipo sul movimento dei compagni proprio per trovarsi in questa situazione.

Il mediano di mischia è poi bravo a completare l’azione corale evadendo dal placcaggio di Willie le Roux e resistendo al ritorno di Brad Shields. Senza passare da un’altra ruck, Gloucester costruisce una meta da quaranta metri di campo, con ben 5 passaggi.

Lorenzo Calamai

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