Slow Motion #36: l’insostenibile leggerezza dell’Earls

Con un meccanismo perfetto da orologio di grande marca, l’Irlanda manda in meta la sua velocissima ala

ph. REUTERS/Clodagh Kilcoyne

Slow Motion è la rubrica di OnRugby che ogni settimana racconta la meta più bella del weekend, nei minimi particolari, corredata dal video. Il fanatico ovale la segue così: prima se la guarda tutta, e poi torna indietro a leggere paragrafo per paragrafo, alternando il tasto play a quello pausa. Qui la scorsa puntata. Buon divertimento.

Un giorno dovremo tutti renderne conto, ne sono certo. Esiste nell’Aldilà un girone speciale per chi si rende protagonista di certi giochi di parole nei titoli.

Eppure ditemi se non è una leggerezza quasi paranormale quella che si ha la sensazione palpabile di osservare ogni volta che vediamo le gambe di Keith Earls frullare a velocità massima in campo aperto, come è successo al 55′ di Irlanda-Francia, quando il numero 14 ha segnato la meta del bonus per i suoi.

E’ stata la meta numero 30 in nazionale per Earls, che raggiunge così Tommy Bowe al secondo posto dei più grandi metaman della storia della nazionale.

La meta è puro schmidttismo: una giocata disegnata a tavolino dopo aver studiato il piazzamento avversario sulle touche difensive. L’esecuzione degli attori chiamati in causa è perfetta.

Spesso, capita di vedere un mediano di mischia schierato come primo uomo di un allineamento di touche in attacco. Si tratta di un modo per averlo immediatamente vicino alla maul che quasi certamente si formerà grazie all’intervento di un avanti usato come primo ricevitore, oppure per giocare un attacco in quello che è strutturalmente il punto debole di una difesa da rimessa laterale, cioè il collegamento fra lo schieramento in rimessa e la linea difensiva.

Al posto di un numero 9, però, il primo uomo in rimessa è Earls, come possiamo notare nei primi fotogrammi del video. Il pallone viene ben vinto da Henderson in mezzo all’allineamento, e Stander, che è appunto schierato come ricevitore, va a strappare l’ovale. Notate il posizionamento degli altri avanti, che rinforzano l’interno della maul per lasciare al numero 8 di Munster la possibilità di scivolare via dal raggruppamento in piedi.

La difesa francese lavora bene: spinge indietro gli avversari ed è presente con Bamba e Picamoles come primi uomini in piedi in difesa. Huget è il primo uomo della linea dei trequarti, all’esterno del suo terza centro, con Dupont incaricato di coprire lo spazio profondo sull’asse della touche.

Sulla partenza di CJ Stander, quindi, si nota tutta la complessità della giocata: il potente ariete irlandese si muove debordando verso sinistra, mentre all’altezza arriva un alto ball carrier come Bundee Aki pronto per ricevere un passaggio corto e attaccare l’intervallo fra Huget e Picamoles. Dietro Aki c’è anche Murray, che tiene aperta l’opzione di un passaggio dietro la schiena per giocare al largo, una ulteriore opzione percorribile nel caso Stander non si fidi di quanto previsto dallo schema previsto.

Non serviranno piani di riserva: Bamba si preoccupa della corsa di Stander e abbandona quel fazzoletto di campo al fianco della maul, dove arriva come un fulmine Earls, rimasto nascosto all’interno fino a quel momento. Il giovane pilone francese è infilzato, e l’ala irlandese è troppo veloce per Dupont e Ramos, che non riescono a intervenire su di lui. Cinque punti per l’Irlanda, in campo e in classifica.

Lorenzo Calamai

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