Inghilterra: Eddie Jones e il nono avanti

Piani tattici per il prossimo futuro da parte dell’head coach della nazionale inglese: un nuovo ruolo per Jack Nowell

ph. Sebastiano Pessina

Eddie Jones può essere un personaggio sopra le righe, le cui dichiarazioni forti fanno storcere più di qualche naso, ma non si può non dare atto all’head coach della nazionale inglese di essere un profondo conoscitore del gioco.

In conferenza stampa, presentando i suoi convocati per il prossimo Sei Nazioni, Eddie Jones si è spinto oltre, parlando in maniera visionaria della sua volontà di rompere gli schemi e di giocare con nove avanti, piuttosto che con la classica suddivisione fra otto uomini di mischia e cinque trequarti.

Leggi anche: I convocati dell’Inghilterra per l’inizio del Torneo

“Non ci sono motivi perché non si possa giocare con nove avanti” ha detto Eddie Jones. Il discorso sembra rivoluzionario e teorico, ma in realtà lo stesso tecnico ha poi toccato temi molto pratici.

Oggetto della discussione era infatti l’utilizzo di Jack Nowell, che con l’Inghilterra ha giocato ala, ma anche centro, e con Exeter è stato invece utilizzato come estremo. Alla domanda su quale fosse il miglior ruolo per lui, Jones ha risposto in maniera approfondita: “Potrebbe giocare ala dal lato chiuso” ha detto, utilizzando un gioco di parole che fonde il ruolo da trequarti ala, wing, con quello della terza linea con il 6 sulla schiena, blindside flanker per gli anglosassoni.

“[Nowell] E’ un gran giocatore. Farà parte di una nuova varietà di giocatori. Il gioco è cambiato: una partita solitamente durava 80 minuti, ora ne dura 100. Il prossimo cambiamento che avremo saranno giocatori che possono giocare sia trequarti che avanti.”

Quali sono le caratteristiche specifiche che fanno del giocatore dei Chiefs un profilo così particolare? Presto detto: “E’ un ottimo ball carrier, ha grandi abilità nel placcaggio; mette la testa in ruck per cercare di rubare la palla, è un piccolo, duro uomo. E’ una grande opzione: per noi potrebbe giocare ala, centro, estremo o numero 7.”

Secondo Eddie Jones, anche giocatori come Sam Underhill e Tom Curry, altri due giocatori che vengono solitamente schierati da 7, potrebbero vestire maglie con altri numeri sulla schiena. Pensiamo ad esempio alla finta e controfinta con cui Underhill aveva seminato Beauden Barrett nella famigerata meta poi annullata all’Inghilterra contro la Nuova Zelanda nell’ultimo mese di novembre.

L’idea del giocatore ibrido fra i due reparti e le conseguenti evoluzioni tattiche sono un settore su cui Jones ha già evidentemente riflettuto in passato: nel 2015, con il Giappone, schierò il terza linea Hendrik Tui come ala, per poi utilizzarlo effettivamente come un avanti aggiunto.

Certo, non tutti i giocatori sono adatti allo stesso modo. Nell’entusiasmo della sala stampa inglese, qualcuno si fa prendere la mano e butta lì un nome: uno di questi giocatori ibridi, da poter schierare fra i trequarti e in terza linea, potrebbe essere Manu Tuilagi?

“Assolutamente no. In terza linea c’è una cosa chiamata work rate.”

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