Sei Nazioni 2018: allacciate le cinture, ecco Le Crunch

Si rinnova questo pomeriggio la storica rivalità fra Francia e Inghilterra, con una notevole posta in gioco

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ph. Reuters

Come ogni anno su questa Terra, la settimana che conduce alla sfida fra Francia e Inghilterra, oramai entrata nella vulgata come Le Crunch per la sua importanza, si tinge di una crescente tensione e aspettative verso una partita che mette di fronte due acerrime rivali.

Non perde di fascino la sfida di quest’anno, che coglie le due squadre in momenti particolarmente opposti: la Francia viene da un pessimo periodo, ma ha appena raccolto la prima vittoria dell’anno contro l’Italia (mancava un successo da quasi un anno), con un gioco maggiormente convincente che nelle ultime uscite ed è riuscita a scacciare alcuni fantasmi che pesavano sulla schiena dei giocatori; l’Inghilterra ha vinto e convinto in lungo e in largo nel corso degli ultimi mesi, tranne poi cadere inaspettatamente a Murrayfield nel corso della terza giornata. Entrambe le squadre sono quindi chiamate a una reazione rispetto ad un risultato nuovo.

L’Inghilterra è costretta a vincere se vuole continuare ad inseguire il sogno di conquistare il suo terzo Sei Nazioni consecutivo, un’impresa mai riuscita a nessuno. Ma vincere a Parigi non è mai facile, specie contro una Francia che della fisicità, della difesa e della ruvidità ha fatto il proprio marchio di fabbrica in questo principio di era Brunel.

I cambi di Eddie Jones

Un po’ per obbligo, un po’ per convinzione Eddie Jones ha apportato alcune sostanziali modifiche al XV che ha perso a Murrayfield. Una scelta nuova da parte dell’head coach australiano, che deve rinunciare al proprio capitano Dylan Hartley per infortunio, sempre al centro delle critiche della stampa, e deve quindi puntare su Jamie George.

Il tallonatore dei Saracens è sicuramente una validissima alternativa, anche se dopo il tour dei Lions ha faticato a riportarsi nella forma che gli aveva consentito di essere il titolare della selezione britannica in Nuova Zelanda. In panchina ci sarà Luke Cowan-Dickie, il tallonatore degli Exeter Chiefs che sta vivendo una straordinaria stagione con i campioni in carica della Premiership.

La fascia di capitano sarà al braccio di Owen Farrell, già in precedenza uno degli indubbi leader dello spogliatoio. Essere però il capitano nella bolgia dello Stade de France comporta una serie di responsabilità e attenzione in più che il primo centro inglese non ha mai provato finora.

La scelta tecnica che più fa scalpore, però, è la rinuncia a Mike Brown. L’estremo degli Harlequins, uno dei fedelissimi di Jones, si siederà in panchina per lasciare spazio a tutto l’estro di Anthony Watson in posizione di estremo. Rientra all’ala invece Elliot Daly, alla prima presenza in questa edizione del Torneo, dopo aver recuperato da un infortunio.

Ben Te’o viene preferito, come in occasione della partita contro l’Italia, a Jonathan Joseph, mentre in panchina ritornano Kyle Sinckler, James Haskell e Sam Simmonds.

“Stanotte mi sono svegliato alle quattro – ha detto Eddie Jones – Non potevo dormire perché mi infastidisce aver perso una partita che non avremmo dovuto perdere. E’ un chiodo fisso e quindi sono andato in ufficio e ho incominciato a mandare messaggi e e-mail a diversi membri dello staff dicendo ‘che cosa ne pensi?’ Alcuni di loro hanno risposto immediatamente.”

La pressione sulla squadra di Jones è tanta, ma se l’ex CT di Australia e Giappone ha dimostrato qualcosa, è di aver costruito per la sua squadra una mentalità d’acciaio, e sarebbe davvero strano non vedere l’Inghilterra reagire alla sconfitta in Scozia.

“Non sono ansioso – ha poi detto Eddie Jones, dopo aver sottolineato l’importanza che ha per lui la preparazione della riscossa – Penso a cosa dobbiamo correggere e a come lo correggeremo. Se fossi ansioso, sarei già morto.”

La rinnovata fiducia francese

La vittoria contro l’Italia a Marsiglia ha portato una ventata d’aria fresca Oltralpe. Tolto il macigno dalla schiena delle tante sconfitte subite negli ultimi dodici mesi, anche la stampa francese ha deciso di far respirare un po’ la squadra di Brunel, accordando quel tanto di ottimismo e fiducia che serve in vista di una partita dal fascino e dall’importanza capitali.

Jacques Brunel ha apportato un solo cambio alla propria formazione, richiamando in panchina Lionel Beauxis per concedere la sua prima possibilità da titolare in questa edizione del Sei Nazioni a François Thrin-Duc. L’apertura del Tolone affiancherà Maxime Machenaud in cabina di regia, con il compagno di club Mathieu Bastareaud a formare una coppia di centri estremamente fisica con Geoffrey Doumayrou.

Nel pacchetto degli avanti molta attenzione andrà sulla terza linea: quella francese è ben equilibrata, composta da un Wenceslas Lauret deputato al ruolo di guastatore, Marco Tauleigne a fare legna portando avanti il maggior numero di palloni possibili e Yacouba Camara, uno dei migliori giocatori del Torneo finora, a equilibrare il tutto con le sue capacità in rimessa laterale, nel dispensare offload e nel farsi trovare pronto in diverse zone del campo. Camara dovrà confermarsi su un palcoscenico sul quale finora è salito ben poche volte.

A guidare la squadra ancora una volta sarà Guilhem Guirado, capitano coraggioso e vero e proprio condottiero della squadra, il cui carisma investe tutti i giocatori in campo. Un leader che dà l’esempio: il tallonatore della Francia ha completato 57 placcaggi in tre partite.

Cosa aspettarsi dal match

Sarà una sfida sicuramente molto accesa dal punto di vista fisico. Tanto si giocherà sui punti d’incontro, dove la Scozia ha mostrato la via per mettere in difficoltà l’Inghilterra.

La Francia non ha le stesse peculiarità che hanno i giocatori scozzesi come recuperatori di palloni, ma può certamente pensare di livellare l’impatto fisico inglese. La terza linea spuria inglese potrebbe soffrire contro quella dei Bleus e il pacchetto di mischia francese punterà a mettere in difficoltà quello degli albionici nel maggior numero di situazioni possibili, dalla mischia ordinata al lavoro intorno al breakdown.

Le scelte di Eddie Jones sembrano indicare che la strategia inglese potrebbe essere quella di giocare le prime fasi cercando un avanzamento per linee dirette, con le cariche di Ben Te’o che saranno strumentali per manipolare la difesa avversaria e creare lo spazio necessario per le incursioni di Daly, Watson e May, innescati dalle combinazioni fra George Ford e Owen Farrell che hanno fatto tanto male all’Italia nella partita di apertura del Sei Nazioni.

La Francia di oggi non ha i mezzi per battere un’Inghilterra dall’arsenale ovale superiore, specialmente tolti i primi otto uomini. Gli inglesi vorranno mostrare la loro forza mentale e reagire alla sconfitta. Per la Francia la possibilità è quella di moltiplicare forze ed energie grazie alla spinta del pubblico di casa, tenere la partita chiusa il più possibile limitando il numero di errori (ivi compresi i falli commessi), concedere pochi punti e sperare in un colpo di genio e talento negli ultimi dieci minuti. Contro l’Irlanda ci erano quasi riusciti.

 

Francia: 15 Hugo Bonneval, 14 Benjamin Fall, 13 Mathieu Bastareaud, 12 Geoffrey Doumayrou, 11 Rémy Grosso, 10 François Trinh-Duc, 9 Maxime Machenaud, 8 Marco Tauleigne, 7 Yacouba Camara, 6 Wenceslas Lauret, 5 Sébastien Vahaamahina, 4 Paul Gabrillagues, 3 Rabah Slimani, 2 Guilhelm Guirado (c), 1 Jefferson Poirot
A disposizione: 16 Adrien Pelissié, 17 Dany Priso, 18 Cedate Gomes Sa, 19 Romain Taofifenua, 20 Kélian Galletier, 21 Baptiste Couilloud, 22 Lionel Beauxis, 23 Gaël Fickou

Inghilterra: 15 Anthony Watson, 14 Jonny May, 13 Ben Te’o, 12 Owen Farrell (c), 11 Elliot Daly, 10 George Ford, 9 Danny Care, 8 Nathan Hughes, 7 Chris Robshaw, 6 Courtney Lawes, 5 Maro Itoje, 4 Joe Launchbury, 3 Dan Cole, 2 Jamie George, 1 Mako Vunipola
A disposizione: 16 Luke Cowan-Dickie, 17 Joe Marler, 18 Kyle Sinckler, 19 James Haskell, 20 Sam Simmonds, 21 Richard Wigglesworth, 22 Jonathan Joseph, 23 Mike Brown

 

Lorenzo Calamai

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