All Blacks – British & Irish Lions: a Auckland c’è la partita del decennio

Il mondo ovale si ferma per la sfida dell’Eden Park. Si decide la serie, kick-off alle ore 9:35

ph. Reuters

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È la partita dell’anno, dicono in tanti, eppure rischia di sembrare fin troppo riduttivo. Per tanti motivi, la terza ed ultima partita tra All Blacks e British & Irish Lions è qualcosa di più: potremmo definirla la partita del decennio, anche perché è stata considerata “più dura di una finale di Coppa del Mondo” da chi, di finali mondiali, ne ha vissute ben due nel 2011 e nel 2015 da assistente allenatore dei neozelandesi, ovvero Wayne Smith. Per i 46 giocatori iscritti nella lista gara di domattina, invece, sarà più semplicemente “la più grande sfida delle nostre carriere”, perlomeno secondo capitan Sam Warburton. Ma forse anche secondo tutti gli altri.

 

Gli occhi dell’intero mondo ovale saranno dunque su Auckland, dove la serie ritorna dopo il perentorio 30-15 rifilato dai campioni del mondo ai Lions nel primo test match. Sembrava il preludio a quel 3-0 pronosticato da molti addetti ai lavori alla vigilia del tour, ma l’ormai celeberrimo cartellino rosso sventolato a Sonny Bill Williams al 25′ del secondo test a Wellington ha rappresentato l’esempio più lampante di sliding doors nello sport, facendo diventare un possibile 2-0 (che gli All Blacks hanno comunque sfiorato anche in 14) un insperato 1-1 che ha reso elettrizzante l’attesa per gara-3. E che ha infranto anche diversi record: in primis, ha rotto la striscia positiva che durava dal 1967 di espulsi per la Nuova Zelanda, oltre all’imbattibilità casalinga che vedeva i kiwi uscire vittoriosi in casa dal 2009. Per completare l’impresa, però, i Lions dovranno infrangere un altro incredibile primato dei neozelandesi, mai battuti all’Eden Park addirittura dal 3 luglio 1994. Dopo la sconfitta contro la Francia, gli All Blacks hanno mantenuto un ruolino di marcia inarrestabile nella loro fortezza con 38 vittorie su 38 partite, mentre soltanto in cinque occasioni la squadra avversaria è riuscita a restare sotto i sette punti di svantaggio.

 

ph. Action Images/Andrew Boyers

ph. Action Images/Andrew Boyers

Dall’altra parte, i Lions aspettano di rivincere una serie in Nuova Zelanda dal 1971, quando due vittorie ed un pareggio diedero la vittoria alla squadra allenata dal gallese Carwyn James. Quarantacinque anni dopo, al timone di comando della selezione britannico-irlandese c’è proprio un neozelandese, Warren Gatland, pluri-criticato dalla stampa per alcune sue scelte impopolari ma a cui non si possono riconoscere i meriti per aver condotto gli uomini in maglia rossa alle porte del paradiso. Che, considerando le premesse, era un risultato tutt’altro che scontato. La selezione partirà evidentemente sfavorita nel pronostico ancora una volta – ed è comprensibile -, ma la vittoria di Wellington ‘rischia’ di aver dato quella carica in più, quella maggiore consapevolezza e quella serenità che non poteva essere conquistata prima. Gatland, inoltre, ha avuto a disposizione un’intera settimana per preparare la sfida per la prima volta dall’inizio del tour, un particolare che non può essere considerato secondario in uno sport complesso come il rugby d’élite.

 

Partita a scacchi

Ad essere sotto pressione, insomma, sono soprattutto gli altri. O meglio, dovrebbero esserlo, visto che all’interno dell’ambiente All Blacks la fiducia nei propri mezzi è talmente elevata da permettere a Steve Hansen di schierare un ragazzo di 20 anni, Jordie Barrett, per la prima volta da titolare nella partita del decennio; o di confermare Ngani Laumape al centro – primo cap dal 1′ anche per lui – nonostante qualche sbavatura difensiva di troppo nel secondo tempo di Wellington. Sarà proprio lì, tuttavia, che i Lions potranno/dovranno colpire, vuoi per l’inesperienza a certi livelli di entrambi, vuoi per gli eventuali peccati di gioventù, vuoi perché tutti e due con la maglia degli Hurricanes non hanno dimostrato di essere infallibili difensivamente.

 

Le capacità di punire le disattenzioni della linea neozelandese risiedono soprattutto nella coppia Sexton-Farrell in mezzo al campo, già in grado di salire in cattedra negli esaltanti ultimi venti minuti finali una settimana fa. Le loro combinazioni sono un piccolo manifesto di come si scardina anche una delle difese più organizzate al mondo, e quattro attaccanti come Jonathan Davies – forse il miglior Lions del tour -, Elliot Daly, Liam Williams e Anthony Watson non aspettano altro che essere innescati dai due playmaker più forti del Vecchio Continente.

 

Il vero fulcro del match resta però il breakdown, dove a prescindere dall’inferiorità numerica i Lions hanno sensibilmente incrementato la loro influenza con gli innesti di Maro Itoje – ottimo, nonostante qualche fallo di troppo – e di un poderoso Sam Warburton al fianco di un irrefrenabile Sean O’Brien. Rallentare il più possibile i raggruppamenti neozelandesi sarà ancora una volta di fondamentale importanza per i Lions, anche perché la lezione subita nel primo test match è sempre lì a ricordare quanto siano competenti e feroci gli All Blacks in quella fase di gioco.

 

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

Oltre a Laumape e a Jordie Barrett, Hansen ha inserito nel XV titolare anche Julian Savea a causa delle non perfette condizioni fisiche di Rieko Ioane. The Bus ha segnato 8 mete in 8 apparizioni all’Eden Park,  ma soprattutto 46 in 53 con la maglia nera: aggiungere altro sarebbe superfluo, nonostante le due esclusioni nei test match precedenti. Beauden Barrett insomma avrà tra i trequarti ben tre giocatori della sua franchigia – gli Hurricanes, che hanno il miglior attacco del Super Rugby -, il che potrebbe aumentare la pericolosità offensiva e l’intesa di una squadra già potenzialmente devastante, anche se rimasta a secco di mete sette giorni fa dopo 38 partite consecutive. Solo un caso? Sembrerebbe di sì, ma i Lions vorranno dimostrarci il contrario.

 

 

Kieran Read e Alun-Wyn Jones, pilastri da record

Sono rispettivamente il capitano e una delle colonne portanti delle due squadre, e quella di domani sarà per entrambi una giornata storica. Read, tornato in campo proprio in occasione del primo test match dopo tre mesi di stop, toccherà quota 100 cap a 32 anni diventando il settimo All Black nella storia a raggiungere tale traguardo.

Il gallese, alla stessa età, diventerà il primo nell’era professionistica a raggiungere 9 cap con la maglia dei British & Irish Lions: fin qui Jones è partito seo volte su otto da titolare nelle sfide contro il Sudafrica (2009), contro l’Australia (2013) e contro gli All Blacks.

 

Le formazioni (kick-off alle ore 9:35, diretta tv su Sky Sport 2)

All Blacks: 15 Jordie Barrett, 14 Israel Dagg, 13 Anton Lienert-Brown, 12 Ngani Laumape, 11 Julian Savea, 10 Beauden Barrett, 9 Aaron Smith, 8 Kieran Read (c), 7 Sam Cane, 6 Jerome Kaino, 5 Samuel Whitelock, 4 Brodie Retallick, 3 Owen Franks, 2 Codie Taylor, 1 Joe Moody
A disposizione: 16 Nathan Harris, 17 Wyatt Crockett, 18 Charlie Faumuina, 19 Scott Barrett, 20 Ardie Savea, 21 TJ Perenara, 22 Aaron Cruden, 23 Malakai Fekitoa

 

British & Irish Lions: 15 Liam Williams, 14 Anthony Watson, 13 Jonathan Davies, 12 Owen Farrell, 11 Elliot Daly, 10 Johnny Sexton, 9 Conor Murray, 8 Taulupe Faletau, 7 Sean O’Brien, 6 Sam Warburton (c), 5 Alun Wyn Jones, 4 Maro Itoje, 3 Tadhg Furlong, 2 Jamie George, 1 Mako Vunipola
A disposizione: 16 Ken Owens, 17 Jack McGrath, 18 Kyle Sinckler, 19 Courtney Lawes, 20 CJ Stander, 21 Rhys Webb, 22 Ben Te’o, 23 Jack Nowell

Arbitro: Romain Poite (Francia)
Assistenti: Jérôme Garcès (Francia), Jaco Peyper (Sudafrica)
TMO: George Ayoub (Australia)

 

di Daniele Pansardi

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