Sei Nazioni 2017: dopo l’ultima pausa il torneo più prestigioso entra nel vivo

Sei partite per decidere chi alzerà il trofeo. Ecco come ci arrivano le squadre

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ph. Sebastiano Pessina

Duecentoquaranta minuti di gioco sono passati per ogni squadra, ma ancora centosessanta attendono le squadre partecipanti al Sei Nazioni 2017. Dopo il weekend di pausa, riprende il torneo più prestigioso con due settimane decisive per capire chi succederà all’Inghilterra nell’albo del vincitore.

 

 

Inghilterra: tutto come previsto (e torna Billy Vunipola)

Per ora la squadra di Eddie Jones sta mantenendo fede alle attese. Tre partite ed altrettante vittorie. La profondità della roster inglese è sotto gli occhi di tutti e spesso la rappresentativa della rosa riesce grazie ai suoi “Finisher” (definizione coniata proprio dallo stesso Jones, per definire chi parte dalla panchina) ad avere la meglio sugli avversari. Per Elliot Daly, certamente fra i migliori nell’Inghilterra e non solo per la meta decisiva nel blitz al Millenium Stadium di Cardiff (16-21), e compagni però all’orizzonte si presenta un calendario non facile. Prima la Scozia, in quel di Twickenham dove oltre alla Calcutta Cup ci sarà da difendere la prima posizione in classifica, e poi l’Irlanda a Dublino, in un duello che è atteso da tutti come la vera resa dei conti tra le due favorite alla vittoria finale. E Billy Vunipola sembra essere recuperato dopo essere sceso in campo con i Saracens: un rientro dal peso specifico enorme.

 

 

Irlanda: obiettivo showdown a Dublino

Nonostante la partenza ad handicap per effetto della sconfitta di Edimburgo (27-22), la squadra di Schmidt ha saputo subito ritrovarsi raccogliendo due vittorie contro Italia e Francia. Il successo dell’Olimpico, contro una squadra azzurra forse nel suo momento più difficile, e successivamente la vittoria nell’esordio casalingo a Dublino sui Bleus, hanno però restituito ai “Verdi” un elemento decisivo della rosa. Quel Jonathan Sexton che sia al piede sia alla mano ha già mostrato di essere in uno stato di buona forma e può trascinare i suoi nelle prossime due contese rispettivamente contro Galles, in trasferta, e Inghilterra, in casa. Non che Jackson avesse demeritato, tutt’altro. Ma con il numero 10 di Leinster in regia solidità e sicurezza sono garantite.

 

 

Scozia: comunque vada a Twickenham…

Sorpresa del torneo, ma poi neanche troppo. Vern Cotter, dopo anni di semina, sta raccogliendo adesso i frutti del suo lavoro. Nel “catino” di Murrayfield i Braveheart hanno sconfitto prima Irlanda e poi Galles, mentre a Parigi è arrivata una sconfitta di misura che però ha consegnato un punto agli scozzesi. La nota dolente delle prime tre partite però, è l’infortunio occorso a Laidlaw (ma Price contro il Galles non l’ha fatto eccessivamente rimpiangere). Ma la leadership e la classe di Stuart Hogg (che in questo momento moltissimi vorrebbero già con la maglia n. 15 dei Lions indosso), abbinate alla voglia di emergere di Russell ed al carisma dei fratelli Gray, stanno mostrando una squadra che andrà a giocarsi a Twickenham una buona fetta di torneo. Sabato prossimo infatti, se la Scozia dovesse riuscire nell’impresa di espugnare la roccaforte inglese, si aprirebbero scenari eccezionali considerando che l’ultima fatica del torneo sarebbe contro l’Italia nella terza e ultima partita interna.

 

 

Galles: ancora work in progress

I “Dragoni” sono in cerca della bussola. L’assenza fisica in panchina di Warren Gatland, sommata ad un lento ricambio di uomini nel gruppo gallese e la ricerca di un giovo meno verticale e più imprevedibile, sono tutti elementi che forse denotato un calo nella squadra che fra il 2011 e il 2015 aveva dimostrato di poter lottare al massimo livello con tutte le potenze planetarie. La vittoria all’esordio contro l’Italia, peraltro senza punto di bonus offensivo, aveva comunque denunciato già qualche problema. Poi sono arrivate la batosta psicologica di perdere in casa nel finale contro l’Inghilterra –  a cui fatto seguito lo scoppiare del caso Cuthbert – ed infine la sconfitta netta in Scozia, che hanno evidenziato le difficoltà di una compagine che contro Irlanda e Francia, rispettivamente a Cardiff e Parigi, deve necessariamente fare risultato se vuole ritrovarsi e non perdere terreno anche nell’ottica ranking mondiale considerando che a Maggio si terranno poi i sorteggi per la RWC 2019. E dopo i Mondiali 2015, di Gironi della morte si farebbe volentieri a meno…

 

 

Francia: la performance c’è, in attesa dei risultati

Ha gli stessi punti del Galles, eppure la selezione transalpina appare in crescita. La mano di Guy Novès inizia a vedersi sul gioco dei Bleus e dopo un esordio convincente, nonostante la sconfitta di misura patita a Twickenham (19-16), la vittoria interna contro la Scozia ha dato fiducia a Guirado e compagni che hanno ceduto poi il passo ad un’Irlanda più forte. La velocità e la dirompenza del triangolo allargato è sotto gli occhi di tutti ,e anche la mischia ha fatto vedere di saper tener testa ai pack più strutturati dell’Emisfero. L’unica pecca palesata fin qui, è forse la poca profondità all’apertura. Camille Lopez infatti ha praticamente giocato quasi tutti i minuti a disposizione, di contro Doussain s’è visto pochissimo; mentre fra Machenaud e Serin, per la maglia da n.9, la lotta è apertissima e la concorrenza non può che stimolare l’alto livello di gioco. Vedremo quindi se nelle prossime due partite, a Roma contro l’Italia e a Parigi contro il Galles, i francesi sapranno continuare a mantenere questo standard di gioco.

 

 

Italia: con fiducia dopo Twickenham

Il doppio turno casalingo iniziale ha portato più scorie che cose positive, in virtù anche della sonora sconfitta contro dall’Irlanda (10-63, lo scarto interno maggiore della storia azzurra nel torneo), ma a Twickenham nell’esame più difficile contro l’Inghilterra gli azzurri hanno reagito sfoderando una prova di carattere ed intelligenza, di cui però non va dimenticato il risultato finale maturato sul campo di 36-15 per i padroni di casa. Dopo le difficoltà nei primi due turni, Conor O’Shea e i suoi non possono che guardare con rinnovata positività ai prossimi  impegni in calendario. Allo stato attuale delle cose per provare a cogliere una vittoria o almeno dei punti, che all’Italia mancano ancora nella classifica del torneo, la partita contro la Francia all’Olimpico sembra essere quella più indicata contando che poi ci sarà la trasferta a Murrayfield, dove quest’anno la Scozia ha mietuto illustri vittime. Una difesa “innovativa” e una squadra rinnovata in alcune posizioni, con Michele Campagnaro che schierato da titolare ha fatto vedere a tutti il proprio  valore, sono le note positive da cui ripartire. Da registrare qualcosa invece in rimessa, fase di conquista da cui è arrivato qualche problema. Senza Allan, la regia sarà affidata a Carlo Canna, che dovrà dimostrare abilità nel rimanere fedele al piano di gioco.

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