Seconda linea a sud, questo è il cammino… Di chi prende già adesso la scorciatoia

A gennaio arriva in Italia il primo sudafricano da equiparare nel 2019. Con buona pace delle Accademie e dei nostri giovani

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

Fuser Marco (1991), Federico Ruzza (1994), Filippo Gerosa (1991) e Michele Andreotti (1993). E poi ce ne sarebbero altri ancora. Già l’avrete capito che parliamo di seconde linee, di età giovane e per nascita eleggibili con la Nazionale italiana. Dall’altra parte c’è invece la frase pronunciata dal Presidente FIR Alfredo Gavazzi nel corso del recente incontro con la stampa veneta: “Stiamo individuando due seconde linee sudafricane da far venire in Italia (una a Treviso, una a Parma) per il percorso di equiparazione ed eleggibilità”. Questo non vuole essere un articolo pro o contro gli equiparati. Semplicemente, si vuole ragionare se davvero sia logico affermare oggi che a brevissimo pescheremo dal Sudafrica un paio di bestioni di due metri per 120 chili, li porteremo in Italia e dopo tre anni consegneremo loro una maglia azzurra pretendendo che per essa diano tanto, meglio tutto. Con buona pace dei vari nomi elencati in apertura, dei giovani usciti e uscenti dalle Accademie, e dei vari milioni di euro spesi per metterle in pedi.

 

Nel ruolo di seconda linea, tanto più delicato per una squadra che fa del pack il proprio punto di forza, effettivamente la coperta sta diventando corta. Quintin Geldenhuys, Valerio Bernabò e George Biagi hanno rispettivamente 34, 31 e 30 anni. Il ricambio serve, eccome. C’è però anche Joshua Furno, classe 1989 e ancora tanta carriera internazionale davanti. Ma, soprattutto in chiave futura, ci sono Fuser e Ruzza, giocatori che con un preciso percorso di crescita potrebbero raggiungere un buonissimo livello internazionale. Vero che ci sono squadre che si possono permettere ragazzini poco più che ventenni del calibro di Etzebeth e de Jager, ma davvero siamo nella situazione di dover andare ad equiparare due seconde linee sudafricane?
Più volte il Presidente Gavazzi ha sottolineato che servono anni perché il sistema delle Accademie inizi a dare i proprio risultati. Ma non dimentichiamo che se un giocatore arriva in Italia nel gennaio 2016, potrà indossare la maglia azzurra nel gennaio 2019. Davvero entro allora non avremo formato due seconde linee internazionali? Nemmeno Ruzza e Fuser, che tra l’altro hanno l’asterisco di fianco al nome? Per aspettare i frutti delle Accademie, bisogna quindi aspettare oltre il 2019? E dichiarare oggi di voler equiparare due seconde linee sudafricane, siamo sicuri che non avrà un effetto negativo in ragazzi come Ruzza, Fuser, Gerosa e Andreotti, che si allenano sapendo che la propria Federazione ha già scelto di puntare sulla manodopera straniera? Se da quando sono state create e fino a tutto il 2019 le Accademie non hanno prodotto seconde linee e siamo stati costretti a prendere la scorciatoia, allora siamo sicuri che quel sistema di formazione vada difeso ad oltranza?

Di Roberto Avesani 

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