“Nations Championship e Rugby World Cup? Serve un sistema decisionale più veloce”

Il presidente di World Rugby “va all’attacco” delle Federazioni parlando anche e soprattutto degli strumenti arbitrali

“Nations Championship e Rugby World Cup? Serve un sistema decisionale più veloce” (Ph. Sebastiano Pessina)

Il 2026 sarà un anno importantissimo per il rugby internazionale, quello che di fatto lancerà la lunghissima volata verso la Rugby World Cup 2027 introducendo nel panorama planetario, a sua volta, un’altra competizione: quel Nations Championship che vedrà coinvolte, al massimo livello, le 12 nazioni più importanti di Ovalia, fra Emisfero Nord ed Emisfero Sud.

Leggi anche, Nations Championship 2026: date, calendario e format del nuovo torneo internazionale

“Nations Championship e Rugby World Cup? Serve un sistema decisionale più veloce”

A tal proposito, al podcast Rugby Unity, è intervenuto il presidente di World Rugby – Brett Robinson – che ha spiegato il suo punto di vista circa i prossimo 24 mesi del rugby.

“Il nostro focus, come World Rugby – ha detto – è quello di lavorare sulle regole e su come arrivare al processo decisionale per deciderle: il sistema su cui ci basiamo ha ormai 30 anni (fa riferimento alla nascita del professionismo nel 1995, ndr). Va ripensato, anche perché il gioco corre veloce e noi per certi versi sembriamo immobili: per modificare in pieno una regola abbiamo bisogno del 75% dei voti a favore, è ancora troppo”.

Poi ha aggiunto: “Il Nations Championship 2026 sarà fondamentale per definire le regole che poi utilizzeremo anche alla Rugby World Cup 2027. Abbiamo coinvolto tutte le 10 federazioni più importanti del gioco a cui abbiamo aggiunto anche Fiji e Giappone: questo torneo dà ancora più possibilità e sviluppa il senso di appartenenza. Dev’essere un’opportunità sotto tutti i punti di vista”.

Entrando nello specifico del mondo arbitrale Robinson ha fatto un esempio chiaro: “Per le regole? Serve più rapidità e “chiarezza”. Abbiamo effettuato una sperimentazione sul rosso da 20, ma l’abbiamo dovuta prolungare perché non abbiamo ottenuto evidenze sull’utilità della cosa o sulla revoca della misura. Il Super Rugby l’ha testata per un periodo e poi non più, nell’Emisfero Nord Francia e Irlanda spingono ancora per i rossi permanenti, ma dobbiamo arrivare a una scelta. Non c’è più molto tempo: stiamo dando opportunità in entrambe le direzioni. Lo ripeto, non vogliamo arrivare alla World Cup 2027 con qualcuno che ci venga a dire: abbiamo perso un’opportunità a livello regolamentare”.

“A tal proposito – ha poi concluso – abbiamo incaricato il CEO uscente di New Zealand Rugby, Mark Robinson, di condurre una revisione indipendente del ruolo e dell’influenza del TMO nel rugby”, l’obiettivo è di capire anche quanto questo impatti sui “tempi morti” delle partite.

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