Italia U20, Martino Pucciariello: “Possiamo eguagliare due record, abbiamo il dovere di provarci”

Gli Azzurrini in Galles potrebbero scrivere una nuova pagina di storia

Pucciariello-Martino Nazionale Italiana Rugby

Pucciariello-Martino Nazionale Italiana Rugby U20

La nazionale under 20 si prepara ad affrontare il quinto ed ultimo impegno del Sei Nazioni 2024, venerdì 15 marzo a Cardiff in Galles.

I ragazzi allenati da Massimo Brunello sono reduci dalla brillante vittoria ai danni della Scozia, superata con il punteggio di 47 a 14.

La classifica vede l’Italia in quarta posizione a quota dieci punti, cinque più del Galles e tre in meno della Francia terza.

Il match dell’Arms Park diventa così una ghiotta occasione per fare un risultato di grande spessore. A spiegare le sensazioni del gruppo Azzurro è stato Martino Pucciariello, intervistato sui canali ufficiali della Federazione Italiana Rugby.

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Italia U20, Martino Pucciariello: “Finn Russell e Paolo Garbisi i due giocatori a cui mi ispiro”

Martino Pucciariello, numero 10 degli Azzurrini, è nato in Italia, ha vissuto in Francia, in Irlanda, in Argentina ed è figlio d’arte: suo padre Federico Pucciariello ha 8 caps all’attivo con la nazionale italiana.

Un mix di esperienze di vita culminate nell’approdo all’Accademia delle Zebre. Adesso il mediano di apertura è il regista principale della nazionale under 20.

“La prestazione contro la Scozia è stata ottima – ha esordito Martino Pucciariello analizzando il momento della sua squadra – abbiamo ottenuto un grande risultato e adesso non vediamo l’ora di andare in Galles a giocarcela. Sappiamo che possiamo eguagliare due record importanti: il podio dell’anno scorso e le 3 vittorie di 2 anni fa. Non sarà facile arrivare terzi, perché dobbiamo fare 5 punti in Galles e sperare che la Francia non batta l’Inghilterra, ma abbiamo il dovere di provarci. Sarebbe qualcosa di storico”.

In termini di fonti d’ispirazione, ci sono due protagonisti del Sei Nazioni che Martino Pucciariello guarda con grande interesse.

“Mi piace tantissimo Finn Russell, credo che ad oggi sia il miglior numero 10 al mondo. Lui gioca all’altezza, vicino alla difesa, prende le decisioni all’ultimo momento ma riesce ad essere efficace, è una grande ispirazione per me. Tra gli italiani invece la mia ispirazione è Paolo Garbisi, sta facendo qualcosa di incredibile in Nazionale: si vede tutta la sua confidenza e il modo in cui guida una squadra che sta ottenendo grandissimi risultati, e poi lavora tantissimo in difesa”.

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Il cambio di mentalità dopo l’Inghilterra

Dopo una sconfitta netta con i pari età inglesi, la nazionale U20 è salita di livello progressivamente. Martino Pucciariello spiega cosa è cambiato.

“Abbiamo lavorato tantissimo con l’analisi video della prima partita contro l’Inghilterra, dove non avevamo giocato bene. Abbiamo cercato di correggere i tanti errori individuali che avevamo commesso, e a livello di squadra ci siamo detti che se avessimo affrontato l’Irlanda con la stessa testa della prima partita sarebbe andata anche peggio. A questo livello ogni errore può costare una meta. Siamo riusciti a cambiare mentalità, a giocare più liberi di mente e anche personalmente sono riuscito a giocare con più fiducia”.

“È stato veramente bello – ha poi dichiarato il giovane mediano di apertura a proposito del ritorno in Italia – quando ho iniziato i primi raduni non conoscevo nessuno, ma i ragazzi sono stati fantastici e mi hanno aiutato. Siamo tutti amici e questa unità si vede anche in campo. Avevo già chiaro da tempo che volessi giocare per l’Italia, indossare la maglia azzurra è un onore ed è un sogno che avevo fin da bambino”.

Infine, una riflessione sul ruolo in campo. Le manovre di attacco, il gioco al piede e i tempi d’azione passano attraverso le sue mani e i suoi piedi.

“Ho sempre percepito la fiducia di Massimo (Brunello, ndr), dello staff e dei compagni e questo è stato importantissima per me, anche perché comunque non avevo fatto né Under 18 né Under 19 e non ero mai stato nel gruppo. Sono veramente grato di aver avuto tutte queste opportunità e tantissimo minutaggio. La pressione alla fine è normale, c’è sempre: se non senti la pressione vuol dire che non sei entrato bene in partita, la cosa importante è trasformare quella pressione in energia positiva”.

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