Benetton, Zebre e Italia: il punto di vista di Francesco Pierantozzi

L’analisi e le proiezioni sul futuro della voce ovale di Sky Sport

Benetton, Zebre e Italia: il punto di vista di Francesco Pierantozzi

Avere la possibilità di osservare e di commentare tutte le settimane le compagini principali protagoniste del rugby italiano, che siano le franchigie dello United Rugby Championship o la nazionale nei suoi Test Match.

Con Francesco Pierantozzi, giornalista e telecronista di Sky Sport, la pay tv che durante il suo periodo di fine anno, lo “Sky Christmas Special”, non mancherà, in mezzo a un’ampia selezione di sport e produzioni originali, di trasmettere gli incroci proprio fa Benetton e Zebre, il 23 e il 30 dicembre nello URC, abbiamo provato a fotografare cosa si è visto e cosa si potrà vedere nei prossimi mesi.

Benetton, Zebre e Italia: il punto di vista di Francesco Pierantozzi

Sul Benetton: “Il dato che impressiona per ora è quello del ruolino di marcia, con una sola sconfitta, precampionato compreso e Monigo ancora imbattuto. Certo, le Zebre probabilmente “rubano un po’ di più l’occhio”, ma quello che conta per i Leoni è il risultato. Va dato anche un po’ di tempo per l’espressione del gioco offensivo, nel Benetton è anche cambiato l’allenatore dell’attacco: ora c’è Troncon. Lamentarsi è impossibile. Lo dico sottovoce e senza fare paragoni: anche il Sudafrica alla World Cup non è che abbiam esibito un gioco scintillante…”

Sulle Zebre: “La cosa importante è che le Zebre siano tornate a vincere rompendo un lungo digiuno. Senza fare discorsi protezionistici, posso dire che la cosa che mi è piaciuta di più  sin qui è quella relativa all’impiego degli italiani, anche perché la qualità del gioco sembra buona. Inoltre l’ambiente sembra anche più pronto a gestire il cammino di tanti ragazzi che escono dall’Under 20 e che vogliono affacciarsi ad un livello alto come quello dello URC”.

Sulla nazionale di Gonzalo Quesada: “Il primo elenco di convocati è stato ovviamente fatto per includere più o meno tutti i disponibili. Personalmente mi aspetto una transizione abbastanza lenta, nel senso che Quesada vorrà vedere tutti e poi ripartirà dalla squadra di Crowley per andare successivamente sulle sue scelte. Non vedo un Sei Nazioni dell’Italia con tante “fratture” rispetto al recente passato, ma potrei anche sbagliarmi. Quesada però mi sembra una persona molto intelligente e penso che darà una chance a tutti, staff tecnico compreso. Non mi aspetto il “cambio tutto, vinco tutto”, che spesso avveniva con gli allenatori del passato: infatti Quesada è arrivato senza proclami, ma con grande tranquillità”.

Infine un commento su Manuel Zuliani che, dopo aver festeggiato le 50 presenze col Benetton, sta diventando uno dei giocatori più osservati a livello internazionale per il prossimo quadriennio: “Per me, già oggi, è uno dei più forti nel breakdown. L’unico problema che potrebbe avere lui è quello di andare incontro a degli infortuni per il suo tipo di gioco. Va sempre all’estremo, al massimo. L’infortunio che ha avuto recentemente lo ha un po’ rallentato, ma credo che potrà essere uno di quelli che farà la differenza per l’Italia. Ha un’aggressività incredibile, che vedo anche in Lucchesi: avere già due elementi così ti fa diventare una squadra cattiva agonisticamente e questo non può che essere un plus”.

 

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