Slow Motion #48: Sevu Reece trascina i Crusaders

Un anno fa era in tribunale, oggi ha segnato 15 mete nel Super Rugby 2019 ed è stato convocato dagli All Blacks

ph. AAP Image/SNPA, Ross Setford/via REUTERS

Slow Motion è la rubrica di OnRugby che ogni settimana racconta la meta più bella del weekend, nei minimi particolari, corredata dal video. Il fanatico ovale la segue così: prima se la guarda tutta, e poi torna indietro a leggere paragrafo per paragrafo, alternando il tasto play a quello pausa. Qui la scorsa puntata. Buon divertimento.

Se Sevu Reece segnerà nella finale di Super Rugby del prossimo sabato, avrà eguagliato il record di 16 mete in una singola stagione ottenuto da Ben Lam.

Reece, nato alle Fiji, è stato la punta di diamante dei campioni in carica in questa stagione, attirando le attenzioni di tutto il Super Rugby, e anche di Steve Hansen, che lo ha voluto con gli All Blacks per preparare il prossimo Rugby Championship e di conseguenza provare a giocarsi le sue carte per ottenere un posto alla Rugby World Cup.

Nella semifinale di sabato scorso contro gli Hurricanes, Reece ha firmato una doppietta letale in una partita estremamente spettacolare, oltre che tirata nel punteggio fino alla fine.
Per Slow Motion abbiamo scelto la prima meta segnata dall’ala classe 1997, che è anche la prima dell’incontro.

Si parte da una azione difensiva, in cui il mediano di mischia dei Crusaders Bryn Hall alza al cielo un box kick dalla coda di una maul impostata dai suoi avanti.

Sul campanile si avventa George Bridge (un altro dei convocati di Hansen), bravissimo a vincere la contesa aerea e a liberarsi con una sorta di veronica a mezz’aria. La sua riconquista dell’ovale fa saltare completamente le strutture difensive degli Hurricanes.

La veloce trasmissione della palla, scaricata immediatamente su Crotty, non dà infatti il tempo ai Canes di adattarsi al cambio di possesso, e il numero 12 dei Crusaders legge immediatamente questa situazione, sciabolando col destro nell’angolo aperto del campo, rimasto sguarnito.

Il capolavoro di Reece è quello di mantenere il controllo del proprio corpo, senza smettere di correre, quando va a raccogliere l’ovale dal prato. E’ un gesto tecnico che gli permette di gestire il vantaggio accumulato e non farsi recuperare: è la meta che rompe la partita.

Alcuni commentatori, in particolare Chris Rattue del New Zealand Herald, hanno criticato la scelta di Hansen di selezionare Sevu Reece. Il giocatore, infatti, venne posto in stato di fermo per aver aggredito fisicamente la propria compagna per strada. Il tribunale di Hamilton lo ha assolto, ma il fatto è costato la cancellazione del contratto che Reece aveva già firmato con il Connacht per la stagione 2018/2019.

Lorenzo Calamai

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