Sei Nazioni 2019: il borsino azzurro dopo Italia-Irlanda

Chi si è messo in mostra in positivo o in negativo contro l’Irlanda?

ph. Sebastiano Pessina

Italia-Irlanda è stata una partita vera, giocata fino in fondo dagli azzurri con i pregi e i difetti molto evidenti che questa squadra si porta in dote. È stata la prima vera scossa al Sei Nazioni 2019 da parte della nazionale allenata da Conor O’Shea, che per larghi tratti del match ha ritrovato un gioco offensivo di qualità e ha spesso pareggiato l’intensità fisica e l’aggressività degli irlandesi, andando oltre ogni aspettativa soprattutto nel primo tempo.

All’interno di una prestazione collettiva con diversi lati positivi ma delimitata da errori ben noti, quasi tutta la squadra ha offerto risposte incoraggianti a livello individuale per impegno, abnegazione e qualità nelle giocate. Anche coloro che sono stati catapultati in campo dall’inizio a causa di infortuni, come Maxime Mbandà e Jimmy Tuivaiti, hanno saputo approcciare al meglio la sfida e mantenere un livello di gioco decisamente alto fino a quando sono rimasti in campo. Non era scontato, ma non hanno fatto rimpiangere gli assenti illustri.

La notizia più lieta, in ogni caso, è stato certamente il ritorno di Tito Tebaldi, capace di offrire una prestazione totale pur condita da un paio di leggerezze: ha corso, placcato, scavato da grillotalpa (!), calciato (bene) e imposto un ritmo notevole all’attacco azzurro, come non era accaduto invece nelle sfide contro Scozia e Galles. Senza Violi è di gran lunga il miglior mediano di mischia della penisola, ma con un rendimento del genere il numero 9 delle Zebre – giocatore con caratteristiche diverse da Tebaldi – potrebbe non avere un posto garantito nel XV titolare.

Delle altre individualità – di chi ha già giocato una quantità di minuti ragguardevole nel Sei Nazioni, insomma – parliamo invece nel nostro consueto borsino, in cui analizziamo chi ha visto crescere, crollare o rimanere stabili le proprie quotazioni.

Chi sale

Leonardo Ghiraldini

Per il tallonatore dello Stade Toulousain è stata una delle migliori partite con la maglia dell’Italia degli ultimi tempi. Un riscatto anche personale, dopo prestazioni non esaltanti contro Scozia e Galles. Il capitano azzurro ha giocato 80 minuti (ottanta) di grande intensità, conquistando quasi sempre la linea del vantaggio e prendendosi tante responsabilità in attacco, tanto da portare avanti ben 13 palloni (solo Steyn di più). Presenza costante anche in difesa, con ben 21 placcaggi completati su 24, e sui punti d’incontro: ha trascinato con i fatti la squadra.

Jayden Hayward

Aveva qualcosa da farsi perdonare, dopo il placcaggio mancato su Liam Williams che ha portato alla meta di Adams in Italia-Galles. L’italo-neozelandese si conferma, se mai ce ne fosse bisogno, un giocatore cerebrale e completo, sempre pericoloso palla in mano e in contrattacco. È suo il break che dà il via all’azione per la meta di Padovani, ma per l’Irlanda è stato un cliente scomodo ogni qualvolta ha portato avanti il pallone. Sul suo cartellino si contano 2 break e 5 difensori battuti.

Edoardo Padovani

Il numero di mete segnate (3) è l’ultima statistica che ci interessa quando parliamo del trequarti veneto, che si sta reinventando all’ala fin qui con buoni risultati in molte zone di gioco. La sua presenza in campo può essere preziosa sia in fase di turnover, dove può mettere in moto le gambe ma anche far risalire la squadra giocando al piede, sia in fase di gioco aereo. Va sottolineata, infatti, la bella presa al volo nel primo tempo su un calcio alto, in una situazione di gioco che l’Italia storicamente soffre troppo, e che fa seguito all’intercetto sul cross kick di Biggar in Italia-Galles. Se Conor O’Shea cercava soluzioni per arginare il problema dei palloni alti, in parte potrebbe averla trovata.

Stabile

Luca Morisi

Nel rendimento di Morisi si nota un’esigua ma costante crescita, perché il centro del Benetton difficilmente si fa trovare impreparato quando viene chiamato in causa. Domenica pomeriggio ha avuto spesso palloni scomodi da gestire e si è sempre disimpegnato al meglio, lavorando bene a contatto e guadagnando sempre quel mezzo metro fondamentale in situazioni davvero spinose. In difesa è stato sollecitato parecchio, ma 16 placcaggi completati e 3 mancati sono numeri incoraggianti. Più lottatore che secondo playmaker o rifinitore, ma comunque in crescendo.

Federico Ruzza

C’era curiosità per la sua prima da titolare in maglia azzurra, per capire se il seconda linea padovano sarebbe riuscito a distribuire la sua brillantezza su tutti gli ottanta minuti, e non solo concentrarli in un tempo ridotto e in partite già indirizzate. Le risposte sono state indubbiamente positive: Ruzza ha giocato una partita di grande sostanza e di grande qualità in attacco, confermando di avere delle caratteristiche inedite nella nazionale italiana attuale, ovvero elusività, visione di gioco e dinamismo. Con dieci carries è stato il quarto giocatore più utilizzato in attacco.

Angelo Esposito

Le partite dell’ala trevigiana stanno seguendo un andamento lineare, senza veri sussulti né in positivo né in negativo. Un break e un difensore battuto sul suo conto, oltre a sette placcaggi e la solita generosità nel dare il proprio contributo nelle ruck, sebbene non sia il suo compito principale. Senza infamia e senza lode, almeno per il momento.

Chi scende

Tommaso Allan

In cabina di regia, il mediano del Benetton ha mosso bene il pallone senza mai scomporsi più di tanto, come di consueto. Non prende però quasi mai l’iniziativa personale, nonostante abbia le gambe e lo scatto per fare male alla difesa avversaria sulla linea del vantaggio; sciupa una buona occasione passando un pallone tra i piedi di Padovani e soprattutto lascia sul posto sette punti dalla piazzola.

Michele Campagnaro

Il centro dei Wasps è stato forse meno incisivo di altre volte in attacco, pur facendo bene a sportellate contro i difensori avversari, ma ha soprattutto perso un paio di brutti palloni a contatto. È sempre uno dei punti chiave di questa nazionale – non potrebbe essere altrimenti -, ma contro l’Irlanda lo ha dimostrato solo in parte. Le aspettative attorno a lui sono sempre molto alte del resto.

Daniele Pansardi

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