Sei Nazioni 2018: a Marsiglia per dare il massimo, l’Italia sfida la Francia

Gli Azzurri tornano in campo per affrontare una squadra indecifrabile, ma comunque favorita. Si gioca alle 21

italia

ph. Sebastiano Pessina

Nelle ultime edizioni, la vigilia della sfida tra Francia e Italia è stata spesso vissuta con grande ottimismo da parte degli Azzurri. Eccessiva confidenza? Probabilmente sì, a prescindere dai risultati poi ottenuti sul campo (lo 0-29 nel 2015 e il 18-40 dello scorso anno, per esempio). D’altra parte i cugini d’Oltralpe non avevano fatto molto per scoraggiare gli italiani, galvanizzati sia dalle proprie buone prestazioni sia dalle sconfitte in serie collezionate dai Bleus negli ultimi anni.

Lo scenario per questo Sei Nazioni 2018 è pressoché simile. Gli uomini di Conor O’Shea volano a Marsiglia consapevoli di affrontare l’avversario sulla carta più debole del torneo in questo momento, non tanto per le potenzialità della rosa ma per il travagliato percorso d’avvicinamento compiuto fin qui dai transalpini. Per entrambe le squadre, la partita ha le sembianze di un do or die match: dopo gli Azzurri, la Francia affronterà da sfavorita Inghilterra e Galles, mentre l’Italia andrà a Cardiff per poi ricevere all’Olimpico la Scozia in due sfide che ora come ora non promettono molto di buono. Le residue chance di vincere una partita, insomma, potrebbero passare soltanto dal Vélodrome, nel primo match lontano da una capitale delle sei nazioni del Torneo.

– Leggi anche: Francia-Italia, tre motivi per crederci, tre motivi per non crederci

Malati cronici

Come detto, le contingenze consentono all’Italia di avere maggiori speranze di successo rispetto al dovuto. In questo senso, sulla bilancia pesano soprattutto i tanti demeriti tecnici, tattici e comportamentali della Francia, che hanno portato la stampa transalpina a definire questa nazionale come «la pire» (la peggiore) di sempre subito dopo la sconfitta a Edimburgo contro la Scozia. E nel computo non erano ancora state considerate le esclusioni operate da Jacques Brunel dopo le uscite serali non autorizzate di otto giocatori, tra cui quella di Teddy Thomas, per distacco il miglior Bleu delle prime due giornate con tre mete nate su iniziative individuali.

L’ex CT dell’Italia, dunque, non dovrà soltanto lavorare per ricostruire un’identità di gioco, ma anche per ricreare una maggiore cultura di squadra all’interno delle mura di Marcoussis, smentendo chi come Imanol Harinordoquy sostiene che questo gruppo di giocatori non si renda conto del valore della maglia indossata. Con una striscia negativa di ben otto partite senza vittorie (7 sconfitte, 1 pareggio), si intuisce come gran parte della pressione sia evidentemente sulla squadra di casa, che vorrà interrompere la caduta libera iniziata nel 2017.

In questo senso, l’Italia presenta tutte le caratteristiche ideali dell’avversario migliore per risollevarsi. Gli Azzurri hanno la peggior difesa del torneo, incapace di adattarsi al contesto dettato dalla fase offensiva altrui e di leggere in corsa le situazioni di gioco, difetti emersi in maniera preoccupante contro Inghilterra e soprattutto Irlanda. Al solito, la prestazione degli uomini di O’Shea si misurerà sul rapporto tra cosa gli Azzurri riusciranno a controllare e cosa inevitabilmente soffriranno, perchè nonostante tutto la differenza tecnica tra le due squadre sarà troppo palese per restare sotto al tappeto.

Nella prima categoria, come ha ricordato Parisse in conferenza stampa, rientra senz’altro anche l’approccio nei primi 20/30 minuti di partita, in cui l’Italia finora ha collezionato un poco onorevole score complessivo di 36-7. I francesi già di per sé sapranno come rendersi molto pericolosi, ragion per cui togliere loro pressione e ansia da prestazione risulterebbe deleterio per delle ambizioni azzurre piuttosto traballanti, che potrebbero concretizzarsi solo con una combinazione di diversi fattori.

Che partita sarà

Uno di questi, per l’appunto, sarà la già citata fase difensiva, a tratti disastrosa contro Inghilterra e Irlanda per lentezza nei riposizionamenti, occupazione negli spazi, comunicazione tra giocatori e lettura dello schieramento avversario. E anche se la Francia non ha dimostrato di possedere strutture particolarmente complesse in fase offensiva, i transalpini potrebbero prediligere la guerriglia con un pacchetto di avanti ben più possente e muscolare rispetto a quello azzurro, in grande difficoltà nel contenere la fisicità inglese e irlandese.

Rispetto agli avversari già affrontati, i Bleus non vantano la stessa velocità d’esecuzione nel mettere a disposizione il pallone e nel dare continuità al gioco (anche a causa del cambio di allenatore e delle recenti esclusioni), ma come il Sudafrica visto a Padova nel mese di novembre i transalpini potrebbero compensare minimalizzando molto la manovra e puntando su linee verticali. E Bastareaud, di rientro dopo la squalifica per insulto omofobo a Negri, può offrire un notevole contributo qualora la partita dovesse seguire quei binari.

Il centro del Tolone sarà anche uno degli incubi maggiori per gli ospiti nel breakdown, area di gioco su cui gravano sempre tanti punti interrogativi per la reale efficacia del lavoro azzurro. Molte delle speranze italiche di espugnare il Vélodrome passeranno dal gioco a terra, perché se la Francia dovesse risultare nuovamente tanto indisciplinata (23 falli in due partite) per Parisse e soci potrebbero aprirsi spiragli interessanti – a patto di non perdere la sfida con i Bleus anche su questo piano, visto che anche l’Italia è a quota 23 penalità nel Torneo.

E’ opinione comune che, vista la deficitaria fase difensiva, l’Italia debba tenere l’ovale per la maggior parte del tempo, per puntare a disordinare la retroguardia francese con i buoni movimenti offensivi mostrati contro Inghilterra e Irlanda, contro cui sono arrivate cinque mete contro l’unica segnata a novembre. Per garantirselo, tuttavia, non basterà soltanto conservare l’ovale e contrattaccare dalla profondità, ma anche avere solidità nelle fasi statiche; e se in touche gli Azzurri possono sfruttare quantomeno i lanci a favore, in mischia il confronto con Slimani, Guirado e Poirot rischia di essere impari. Servirà astuzia, ma soprattutto il 100% prestazionale tanto invocato da Conor O’Shea in questi mesi, e che non si è ancora visto a prescindere dal risultato.

Calcio d’inizio alle ore 21, diretta tv su DMAX.

Le formazioni

Francia: 15 Hugo Bonneval, 14 Benjamin Fall, 13 Mathieu Bastareaud, 12 Geoffrey Doumayrou, 11 Rémy Grosso, 10 Lionel Beauxis, 9 Maxime Machenaud, 8 Marco Tauleigne, 7 Yacouba Camara, 6 Wenceslas Lauret, 5 Sébastien Vahaamahina, 4 Paul Gabrillagues, 3 Rabah Slimani, 2 Guilhem Guirado, 1 Jefferson Poirot
A disposizione: 16 Adrien Pelissié, 17 Dany Priso, 18 Cedate Gomes Sa, 19 Romain Taofifenua, 20 Kélian Galletier, 21 Baptiste Couilloud, 22 François Trinh-Duc, 23 Gaël Fickou

Italia: 15 Matteo Minozzi, 14 Tommaso Benvenuti, 13 Tommaso Boni, 12 Tommaso Castello, 11 Mattia Bellini, 10 Tommaso Allan, 9 Marcello Violi, 8 Sergio Parisse (c), 7 Maxime Mbanda, 6 Sebastian Negri, 5 Dean Budd, 4 Alessandro Zanni, 3 Simone Ferrari, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Andrea Lovotti
A disposizione: 16 Luca Bigi, 17 Nicola Quaglio, 18 Tiziano Pasquali 19 George Biagi, 20 Federico Ruzza, 21 Edoardo Gori, 22 Carlo Canna, 23 Jayden Hayward

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