Guida ai Test Match 2017: le cose da sapere sul mese di novembre (prima parte)

La Redazione di On Rugby si è riunita per rispondere ad alcune domande fondamentali

australia all blacks haka rugby

ph. Reuters

Novembre è un mese speciale. Per forza di cose, visti gli orari e la vicinanza geografica, i test match di fine anno hanno un impatto notevolmente diverso sul nostro immaginario rispetto alla finestra internazionale estiva, sicuramente più intenso anche solo a livello di immagine e di sensazioni. Del resto l’autunno è un po’ la stagione rugbistica per antonomasia: non solo perché le condizioni meteorologiche rievocano in noi scene epiche e battaglie campali, volendo cavalcare un po’ i noti stereotipi, ma anche perché l’autunno è la stagione più colorata che ci sia. E il rugby è uno sport molto colorato e ricco di tante sfaccettature, come le tonalità che la natura ci regala in queste settimane attraverso alcuni scorci stupendi. Pensate solo agli uomini di mischia e ai trequarti: più diversità di così… Tornando ai test match, la Redazione di On Rugby si è eccezionalmente riunita in sessione plenaria per discutere delle prossime tre intense settimane, rispondendo a otto domande. Qui ci sono le prime quattro, mentre domani vi proporremo le altre.

 

 

1. Inghilterra e All Blacks, nuovo capitolo della sfida a distanza. Cosa dobbiamo aspettarci dalle due super potenze mondiali?

Lorenzo Calamai
Tre su tre per l’Inghilterra, quattro su quattro per gli All Blacks. Ogni risultato diverso per i neozelandesi solleverebbe diversi punti di domanda, mentre l’Inghilterra affronta un’Australia molto in palla, e deve continuare a dimostrare di essere l’antagonista numero uno dei neozelandesi.

Michele Cassano
L’Inghilterra un rullo compressore, in casa ancor di più e mi attendo tre vittorie in altrettante partite nonostante qualche problema di infortunio. Per gli All Blacks non nego che, almeno da parte mia, ci potrà essere un po’ più di curiosità legata alla loro tenuta mentale. Era tantissimo tempo che non perdevano due partite in un anno e l’anno scorso a novembre in uno dei due match con l’Irlanda sono usciti dal campo battuti.

Damiano Vezzosi
Difficile prevedere i tuttineri e i tuttibianchi sconfitti. La Francia forse è in ripresa ma non ancora strutturata per infliggere agli All Blacks la terza sconfitta in un anno. Scozia e anche il Galles sembrano lontane. L’Inghilterra deve dimostrare di essere di nuovo una superpotenza mondiale, credo non fallirà.

Matteo Viscardi
Un’Inghilterra sul velluto contro Argentina e Samoa, troppo il dislivello attuale tra la banda di Jones e le due rivali. Una gara equilibrata, invece, contro l’Australia, che, però, arriverà a Twickhenham nel bel mezzo di un tour infernale. Ergo, tre su tre per gli inglesi. Gli AB, proprio come l’anno scorso, inizieranno il tour europeo subito dopo una sconfitta (se non si considera il vernissage contro i Barbarians). Ulteriore benzina su un fuoco, quello tutto nero, già caldo di suo. Non vedo come possano lasciare qualcosa per strada a questo giro.

Daniele Pansardi: non è da escludere che la squadra a mettere più in difficoltà gli All Blacks sia proprio la Scozia. I tuttineri potrebbero soffrire soprattutto a Murrayfield, anche se sono molto curioso di vedere come Warren Gatland organizzerà il suo Galles dopo l’estate targata Lions. Comunque, prevedo un quattro su quattro e fuochi e fiamme soprattutto dai soliti McKenzie, Fifita, Barrett, che continuerà a ricordare al mondo tutta il suo assurdo talento con la solita faccia di uno impegnato a sbrigare pratiche in ufficio. L’Inghilterra passeggerà brutalmente su un’Argentina poco resistente e su Samoa, due match in cui Eddie Jones potrebbe sperimentare, e batterà di una quindicina di punti l’Australia (NB: siete autorizzati a pensare che succederà il contrario).

 

 

2. Sudafrica e Australia balbettano, nonostante i Wallabies abbiano battuto gli All Blacks e gli Springboks ci siano andati vicino: dove potrebbero inciampare?

Michele
Sono due squadre molto umorali in questo momento. Per gli Springboks la partita più abbordabile sarà certamente quella contro l’Italia, mentre in tutte le altre tre prove avranno dei motivi per cui temere. L’Irlanda è una nazionale di alto livello e all’Aviva Stadium può battere chiunque; la Francia dopo la scoppola subita a giugno vorrà certamente rifarsi, mentre la Scozia di Townsend è attesa ad un ulteriore step in avanti per entrare definitivamente nella “prima fascia” dell’élite mondiale.
Quanto all’Australia invece c’è subito da dire che le affermazioni contro Barbarians e Giappone non hanno fatto emergere elementi determinanti al fine di una prima valutazione. Delle tre sfide che la attendono si può dire che, almeno sulla carta, parta alla pari con Galles e Scozia e sfavorita con l’Inghilterra.

Lorenzo
Inghilterra-Australia del 18 novembre sarà la partita in assoluto più attesa dell’intero calendario novembrino, mentre non mi aspetto che il Galles e la Scozia, nonostante la vittoria in terra australiana di quest’ultima, riescano a impensierire gli Wallabies. Il Sudafrica è un animale strano, dalle prestazioni altalenanti: sabato all’Aviva Stadium di Dublino potrebbe correre più di un rischio.

Daniele
Vorrei innanzitutto esprimere il mio più profondo dolore per l’assenza di Folau, anche se per fortuna c’è un sontuoso Kurtley Beale in rosa. Oltre che con l’Inghilterra, l’Australia rischia moltissimo anche in Scozia con cui ha già perso a giugno. Il Sudafrica potrebbe vincerle tutte, ma le tante incognite all’interno della squadra non danno sufficienti garanzie a Coetzee. Anche tre sconfitte non sono da escludere.

 

Un riassunto delle qualità di Beale

Damiano
Springboks sconfitti all’Aviva Stadium, Wallabies a Twickenham.

Matteo
L’Australia vorrà vendicarsi della sconfitta estiva contro la Scozia. Non credo corra grossi rischi a Edimburgo. Scenario diverso, invece, tra Principality e Twickhenham. Se in Galles sarà, molto probabilmente, gara alla pari, a Londra per gli Wallabies servirà un’autentica impresa per evitare la sconfitta. Il Sudafrica versione 2017 è una squadra decisamente migliore rispetto a quella della passata stagione. Nel XV africano hanno fatto capolino volti “nuovi” come Skosan, Marx o Cronje. Gente che ha portato freschezza e qualità. Il vero grande ostacolo sulla loro strada può essere la sfida dell’Aviva, ma non mi sorprenderebbe una loro vittoria pure a Dublino.

 

 

3. La solita questione: che Galles sarà? Tutto fisico e impatti o alla ricerca di più spazi?

Lorenzo
Il Galles è condizionato da qualche infortunio, ma per la prima volta Gatland sembra voler puntare su qualche novità. Vedremo se sarà finalmente la volta di Steff Evans in nazionale: l’ala degli Scarlets ha fatto sfracelli in PRO 14, ma non ha ancora un cap in nazionale.

 

 

Michele
Non credo che Gatland modificherà troppo il suo “Warren Ball”. Certo, in alcune situazioni dovrà fare di necessità virtù ma secondo me almeno nei XV iniziali proverà a rimanere sul solito game plan.

Damiano
Momento difficile per sperare di battere gli All Blacks, ma Steff Evans può avere un impatto enorme in nazionale e porterà benefici a tutta la squadra. Nessun’altra vittoria è impossibile, compresa quella sull’Australia.

Daniele
Se uno nasce Warren Ball non può morire rugby champagne. E forse Gatland non ha nemmeno tutti i torti. Il coach neozelandese dovrà però saper gestire al meglio il grande talento di Steff Evans e Liam Williams, che probabilmente non sarà riproposto a estremo come con i Lions. Lasciare più libertà possibile alle due ali potrebbe essere una mossa importante.

 

 

4. Ma parliamo anche dell’Irlanda. Sudafrica subito, poi Argentina e Fiji. Schmidt potrebbe sperimentare?

Damiano
Molto probabile che lo farà, considerato che ha chiamato quattro reclute e in più ci sono James Ryan e Jacob Stockdale che hanno alle spalle solo il tour estivo 2017. Alcuni sono esperimenti fra virgolette, perché il valore di Bundee Aki non lo si scopre certo adesso. Non pochi osservatori danno l’ala di Ulster Jacob Stockdale (sei mete nell’inizio di stagione) titolare contro gli Springboks. Il capoallenatore irlandese ha la testa al prossimo 6 Nazioni, dal quale i verdi si aspettano molto in virtù delle tre partite casalinghe. Per il resto c’è da vedere come l’ambiente assorbirà  l’esclusione di Simon Zebo per il contratto firmato in Francia. Se ne sta ancora discutendo molto e l’ambiente dei verdi a volte è molto sensibile a questo tipo di polemica.

 

Una delle accoppiate mortifere di questa stagione: Stockdale-Piutau. 

 

Matteo
Si. In era recente, a novembre, Schmidt ha sempre utilizzato almeno una gara per sperimentare. Certo, quest’anno il calendario non presenta nessuna sfida morbidissima, anche se, scollinato il GPM di prima categoria Sudafrica, la strada è, se non in discesa, almeno in falso piano negativo. Personalmente riservo grandi aspettative sull’impatto di Adam Byrne, ala elettrica di Leinster, ormai uno dei principali referenti della squadra di Dublino.

Daniele
Anch’io non vedo l’ora di vedere in azione Adam Byrne, ma soprattutto sono curioso di vedere come verrà impiegato un talento puro come Joey Carbery. In ogni caso, Schmidt ha un sistema di gioco ben preciso e inserire giocatori nuovi non è un processo facile, soprattutto in un sistema così rodato come quello irlandese, con tanti schemi ben predefiniti. E poi è sempre un piacere veder giocare Jonathan Sexton e i suoi loop durante le partite.

Michele
Si, ma non da subito. Il primo test per loro sarà importantissimo: vogliono e devono vincerlo, contro il Sudafrica. Poi con formazioni che, come presupposto di partenza, appaiono meno forti l’allenatore dei “Verdi” potrebbe concedere chance a qualcuno.

Lorenzo
Con moderazione. L’Irlanda punterà molto sul primo test, dopodiché potrà concedere qualche chance a chi ha giocato meno o a qualche esordiente contro Argentina e Fiji. Joe Schmidt però non è uno che ama cambiare, e manterrà la spina dorsale della squadra inserendo solo qualche tassello nuovo di volta in volta.

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