Nuova Zelanda, come funzionano le Accademie: il caso Bay of Plenty

Movimenti a confronto: come fa un ragazzo a diventare un All Blacks? Ce lo racconta Melita Martorana

Ph. Miki Murase – dalla pagina Facebook di Bay of Plenty

Nuova tappa nel nostro viaggio nelle province neozelandesi: oggi ci fermiamo alla Bay of Plenty Rugby Union e con essa esaminiamo come le accademie di rugby sono regolate, gestite e come i futuri All Blacks vengono trovati e curati sin dall’età di 13-14 anni.
Per farlo abbiamo intervistato Dean Jennings, per sette anni direttore dell’Accademia regionale. Ex apertura per il Bay of Plenty e per Yokohama in Giappone, Dean si occupa fondamentalmente di tirar su quei giocatori che identificati come promettenti vengono inseriti nella sua accademia con lo scopo di giocare nella squadra della ITM Cup nel giro di 3-4 anni. Il suo ruolo non si limita a trovarli, a seguire i miglioramenti in campo ma anche a guidarli nella vita fuori dal rugby come mentore e consulente. Tutta filosofia sviluppata dalla NZRU sul concetto che uomini migliori fanno giocatori. Per raggiungere questa posizione Dean ha un passato di allenatore per il BOP U23 e director of Rugby per il Tauranga Boys High School, ma dice che il segreto è stato l’acquisire nozioni nella gestione del personale e gestire rapporti interpersonali quando era un account executive per la più grande stazione radio televisiva neozelandese: “E’ lì che ho imparato come parlare con la gente, come capire di cosa avevano bisogno e come risolvere i problemi. Il mio lavoro ha molto di questo, non solo conoscere il rugby giocato”.

 

L’Accademia del Bay Of Plenty fu fondata nel 2004 e il primo direttore fu quel Joe Schmidt che oggi è alla guida della nazionale irlandese. Al tempo Schmidt fu scelto come assistente allenatore di Vern Cotter che oggi è alla guida del Clermont e dal prossimo giugno siederà sulla panchina della nazionale scozzese. L’accademia parte dalla realizzazione da parte della NZRU che era necessario aiutare giovani giocatori a crescere e svilupparsi una volta “scoperti”. E qui nasce il progetto accademie che vengono instaurate nelle quattordici provincie di rilievo appartenenti alla ITM Cup/Championship proprio con i fondi nazionali.
Chiediamo di spiegarci come funziona il sistema accademie, cioe’ quali sono i passaggi di carriera per un ragazzo di quattordici anni che gioca per esempio apertura nel momento in cui viene scoperto e il cui nome comincia ad essere appuntato nei blocknotes di vari allenatori. Dean mi spiega che l’accademia accetta ragazzi che hanno compiuto diciotto anni. Prima dei diciotto anni i giocatori individuati con maggiore talento vengono inseriti nel circuito pre-accademia che sono le scuole superiori nella regione del Bay of Plenty. Questi ragazzi, quelli davvero forti, vengono aiutati da Dean in persona nel rugby di base, quindi a quattordici anni imparano a calciare meglio, a passare meglio, a prendere decisioni meglio. Quando raggiungono i sedici/diciasette anni, le forze si focalizzano sulla struttura fisca, quindi allenamento, forza e condizionamento ed alimentazione con l’introduzione di nuovo personale accanto a Dean per lo sviluppo di questi giocatori. Arrivati alla maggiore età approdano presso l’accademia. In un mondo ideale nell’arco di tre anni sono pronti ad esordire con il Bay of Plenty nell’ITM Cup verso i 20-21 anni. Da qui si ambisce ad un contratto con una delle cinque franchigie del Super Rugby. In passato erano prettamente legati ai Chiefs, ora i giocatori possono andare dove vogliono.

 

Gli chiedo come vengono scoperti i giocatori e poi seguiti individualmente nelle scuole, dal momento che Dean non può essere in tutte le scuole tutti i giorni. “Mi riferisco agli allenatori delle scuole superiori, ai vari direttori del rugby di quei licei che investono molto nella prima squadra come Tauranga Boys High School and Rotorua Boys High School. E poi agli allentori delle varie rappresentanze giovanili. Se un allenatore mi dice che in quella particolare scuola c’è un ragazzo di quindici anni che merita attenzione, a quel punto vado personalmente a vederlo anche più di una volta”. La provicia ha coloro che vengono chiamati “spotter” o talent scout cioe’ il cui lavoro è quello di identificare i talenti nella regione. Possono essere gli stessi alenatori del ragazzo come gli allenatori della squadra avversaria che reputano il ragazzo interessante. Gli chiedo come si fa a fidarsi del giudizio di questi spotter e allenatori “Sono persone fidate della nostra Union, in più ho un altro numero di amici con cui ho giocato ai miei tempi che hanno buon occhio e a cui posso chiedere un secondo parere se so che andranno a vedere una certa partita con un certo giocatore che mi interessa. Comunque la maggior parte dei ragazzi che fanno parte della mia accademia, vengono osservati e scrutinati durante le partite del BOP U16 e U17. Gli allenatori U16 e U17 selezionano i migliori giocatori delle scuole, io poi seleziono i migliori atleti di queste due squadre offrendo un posto nell’accademia”.

 

Tornando al percorso dei ragazzi in accademia, chiedo a Dean di spiegarci il modello sviluppato dalla NZRU per gestire i ragazzi di tutti le accademie provinciali. “Il sistema si basa su un progamma di sei pilastri o fondamenta su cui i ragazzi devono lavorare mentre sono nell’accademia: tecnica, cioé il passare, correre e prendere la palla; tattica cioé il passare, correre e prendere la palla al momento giusto; allenamento fisico cioé velocità, potenza e resistenza; psicologia, cioé prepazione alla partita, affrontare un errore in partita, supporto per i compagni; alimentazione, cioé cosa mangiare, come mantenere peso o perdere peso, imparare a cucinare sano e il supermaket tour. Ed infine leadership, cioé come bilanciare il rapporto con i compagni, con la famiglia, con lo studio e crescere.
Il programma è attivo nel senso che gli stessi giocatori devono compilarlo e mantenerlo durante i dodici mesi di stagione rugbystica. Ad inizio stagione devono capire su quali elementi dei sei pilastri devono migliorare. Per esempio la nostra apertura di inizio articolo deve migliorare la tecnica dei calci, quindi appunterà che durante la settimana starà in campo due ore in più rispetto al normale allenamento per concentrarsi sui calci con lo stesso Dean o l’assistente allenatore della squadra ITM Cup”.
Gli obiettivi stabiliti dai giocatori vengono controllati da Dean personalmente ed approvati: “Voglio essere sicuro che siano realistici, se il giocatore dice che vuole calciare per dieci ore in più alla settimana, io so che è impossibile, quindi intervengo con un obiettivo più raggiungibile”. Il programma viene poi controllato e magari cambiato durante l’anno e discusso con ogni singolo giocatore quattro volte l’anno.

 

Il calendiario dell’accademia inizia il primo novembre con sei settimane di solo allenamento fisico: “Dobbiamo capire come sono messi fisicamente, cioé se hanno fiato per correre e forza nei muscoli”. Poi dopo tre/quattro settimane di vacanza durante Natale al rientro a gennaio si lavora solo sul rugby e su ciò che deve essere migliorato in campo. Ogni tre mesi i giocatori si siedono faccia a fiaccia con Dean e rivisitano punto per punto il programma vedendo se il lavoro stabilito precedentemente è stato fatto: “Devono essere responsabili delle proprie azioni, se il giocatore dice che il suo calcio non è migliorato andiamo ad analizzare il perché e se si scopre che invece di due ore a settimana ha eseguito quattro ore in tutto in tre mesi, beh non bisogna stupirsi che non abbia raggiunto l’obbiettivo prefissatosi”.
Nel lavoro dell’accademia Dean è affiancato da un team di professionisti del settore: “Ho la dietologa che viene ogni sei settimanre, poi ho il trainer, il manager dei giocatori che si occupa ad aiutarli a scegliere cosa fare delle loro carriere fuori dal rugby quindi lavoro o studio, lo psicologo e per quanto riguarda la parte tecnica e tattica ci sono io e gli allenatori della squadra dell’ITM CUP, gli Steamers, che ci occupiamo a farli diventare bravi giocatori!”.

 

I giocatori dell’accademia sono impegnati rugbisticamente molto durante l’anno. Un calendario tipo comprende la squadra a sette del BOP che gioca una serie di tornei nazionali a dicembre e gennaio, a febbraio ci sono le partite contro le altre accademie delle provincie della franchigia dei Chiefs quindi Counties Manukau e Waikato, da marzo si inizia con il rugby di club. I più bravi vengono poi scelti per le partite di pre-stagione degli Steamers ed eventualmente finiscono per giocare nell’ITM Cup. Gli altri invece coprono le file del BOP U20.
Dean ha un buon rapporto con gli altri direttori delle accademie della regione dei Chiefs: “Abbiamo una sorta di accordo per cui non ci si ruba i giocatori tra di noi. Lavoriamo programmando l’anno insieme con il direttore dell’alto livello dei Chiefs e di solito siamo tutti insieme durante il camp dei Chiefs U18 dove i futuri accademici vanno per una settimana”.

 

Sorge spontanea la domanda se altre province fuori della regione dei Chiefs verrebbero a prendersi ragazzi delle scuole del Bay of Plenty. “Ci sono altre union che hanno più soldi e possono offrire contratti interessanti a certi giocatori. Sta a me fare in modo tale che ciò che offro io possa essere più importante di soldi o posti al’università. Ma in effetti lo farei anche io: se trovassi un ragazzo di un’altra regione estremamente promettente sicuramente andrei a parlare con lui”.
Il manager di Dean presso la NZRU è Mike Anthony che è a capo delle Accademie nazionali e provinciali. Per Mike, Dean, come ogni altro direttore di accademia, deve assicurasi che tutti i dati e le informazioni di tutti i ragazzi appartenenti ai camp U17, U18 e U19 vengano passati alla NZRU.
In più ci sono una serie di novità che verranno apportate come per esempio l’introduzione di ex giocatori All Blacks o BOP che faranno da guida e mentore per gli accademici: “Gente come Adrian Cashmore per esempio che possono venire a parlare con i ragazzi e passare esperienza e conoscenza ed allo stesso tempo possono aiutare il gioco dei trequarti”.

 

Per capire quanto il lavoro di ogni singola provincia è importante e quanto coordinamento è necessario per far si che tutti lavorino per sostenere il rugby in Nuova Zelanda, bisognerebbe assistere alle conferenze per sviluppo ed alto livello organizzate dalla NZRU due volte l’anno: “Ci sono tutti, dai direttori delle accademie, a tutti gli allentori delle squadre di provincia di ITM Cup e Heartland, tutti gli allenatori dagli All Blacks fino alle squadre nazionali giovanili e tutti i direttori dell’alto livello delle franchigie, circa un centinaio di persone. Si sta insieme per due giorni e ci sono ospiti per tutte le aree di competenza ed è una delle migliori opportunità per sapere che succede in altre province o semplicemente per fare due chiacchiere”.

 

ph. Marcos Brindicci/Action Images

Dean deve essere bravo a fare il lavoro che fa. Di sicuro ha un occhio per il talento, quello vero, quando lo vede in particolare al numero 7 se dalla sua accademia sono usciti fuori gente come Luke Braid e Tanerau Latimer. Ma la storia più bella è sicuramente quella di Sam Cane. “Ho visto Sam a tredici anni. Un mostro”. Gli chiedo: “Come puo’ un tredicenne essere già un mostro?”. “Era già abbastanza gorsso – risponde – Sapeva correre, placcare, passare ma soprattutto già capiva il rugby come funzionava e come doveva giocare per farlo funzionare. Ad ogni partita era il migliore in campo. Ha anche giocato nei trequarti, ma flanker era la sua posizione”.
Sam viveva in questo paesino circa due ore da Tauranga, Reporoa: “Ho passato molto tempo nel loro liceo. Insieme a Sam c’era anche un altro ragazzo estremamante bravo”. Col passare degli anni Sam fu selezionato nella NZU17 quando ancora aveva 16 anni e ci rimase per due anni consecutivi cosa molto rara. Ed è qui che Sam ha attirato l’attenzione di altre scuole che lo hanno cercato per l’ultimo anno accademico quello importante per il college rugby o First XV: “Sapevo che qualcosa doveva essere fatta, non poteva rimanere a Reporoa o un’altra provincia avrebbe offerto molti soldi”. Ed infatti le avances delle altre union hanno forzato Dean a trovare una soluzione per tenere Sam al BOP: “Sono andato a parlare con i genitori. Sam e l’altro ragazzo sono venuti a vivere con me per l’ultimo anno di scuola superiore ed hanno giocato per Tauranga Boys High School”. In questo modo Dean poteva prendersi cura di Sam in continuazione non solo come mentore ma che come allenatore a scuola. Cane è stato poi inserito nell’Accademia del BOP, quindi selezionato per NZ Secondary School, poi nella NZ U20 con un anno d’anticipo e poi Super Rugby e All Blacks: “Sam e’ un ragazzo molto leale con grandi valori, ha sempre voluto giocare con il Bay of Plenty e sono sicuro che ha voluto anche ringraziarci per l’investimento che abbiamo fatto in lui da quando lo abbiamo scoperto”.
Gli chiedo se è meglio di Richie McCaw: “Non posso paragonarli, perché ad essere sincero non mi ricordo Richie alla sua età e non ho mai lavorato con Richie quando veniva su per i ranghi della NZRU. Ma assicuro che sarà un grande All Black. Il ragazzo è un mostro”.

 

Da quando ho intervistato Dean, un paio di cose sono cambiate. Dean ha lasciato il Bay of Plenty Rugby Union e si è trasferito in Europa accettando un contratto di due anni come Direttore dell’Accademia Nazionale presso la Federazione Georgiana. L’ho contattato e gli ho chiesto come sta andando: “Molto bene, ho iniziato il lavoro di preparazione per l’accademia. Ci sono già una serie di giovani giocatori che mi piacciono tantissimo e che includerò nel programma. La Georgia ha quattro milioni di persone come la Nuova Zelanda, e’ quindi interessante. Ho intenzione anche di integrare il programma di rugby a sette, miglior modo per sviluppare i trequarti”.
In questo preciso istante Dean è con la Nazionale Georgiana U19 che si è appena giudicata il campionato europeo FIRA AER U19 battendo il Belgio in finale. “Andiamo a giocarci l’IRB Junior World Rugby Trophy ad Hong Kong ad aprile, non si sa mai vinciamo quello e veniamo in Italia per il IRB Junior Wolrd Championship nel 2015”!

 

Di Melita Martorana
@TheItalianInNZ

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