Benetton, Zebre e Italians: il weekend finalmente perfetto del rugby italiano

Borsino di 14 punti in 4 partite per le nostre franchigie. E una tenuta atletica che inizia a farsi notare

Giulio Bisegni zebre rugby

ph. INPHO/Richard Huggard

Un fine settimana con due vittorie nel PRO 14, arrivate ad opera di Benetton Treviso e Zebre, e le mete di Sarto e Ghiraldini nelle loro partite di club, rispettivamente con i Glasgow Warriors e Tolosa, ed il fine settimana perfetto del rugby italiano è servito (l’unica nota negativa è un problema per Parisse, uscito a due minuti dal termine del match contro Tolone per un dolore – come annunciato in conferenza stampa – ai muscoli ischiocrurali)

 

 

Zebre, dal Sudafrica si torna con grande entusiasmo

Il primo tour della storia della franchigia italiana ha portato alla classifica degli emiliani ben 6 punti, frutto del punto di bonus offensivo ottenuto nella sconfitta (54-39) contro i Cheetahs e della vittoria da bottino pieno nel match contro i Kings (17-43). All’interno della squadra parmense l’atmosfera sembra cambiata: la mano di coach Bradley è ben visibile e tutti gli elementi chiamati a scendere in campo nel corso dei 180′ di gioco hanno dimostrato di avere chiaro cosa provare a fare in ogni singola situazione.

Il ko subito dai Cheetahs, al termine di una partita rocambolesca e con otto mete subite, aveva fatto suonare un campanello d’allarme ma in realtà il valore di Stapelberg e compagni è stato certificato dalla netta prova di forza con cui la compagine dell’Emisfero Sud ha spazzato via nell’ultimo fine settimana una formazione come quella di  Leinster, battuta 38-19. Contro i Kings quindi, le Zebre erano chiamate a reagire e l’hanno fatto con autorità. Il XV del Nord Ovest era favorito sulla carta e non ha tradito le attese sciorinando un consistente gioco offensivo. La regia di Violi e Canna ha messo in movimento in maniera fluida tutto il reparto dei trequarti che con capitan Castello e il triangolo allargato, dove Minozzi merita certamente una menzione importante, si è dimostrato assai performante. Davanti poi, la dinamicità di Oliviero Fabiani e di tutto il reparto di terza linea, costituito da Meyer-Licata-Giammarioli ha fatto il resto.

Da sistemare vi sono le fasi statiche e l’aspetto disciplinare: i gialli comminati a Sisi e Biagi infatti nella contesa contro i Cheetahs sono costati probabilmente ai bianconeri la possibilità di tornare dal Sudafrica anche con un bottino di punti più ampio. Ma sicuramente il bottino del tour è positivo, il morale alto e tutto ciò lascia ben sperare in vista dei prossimi match (Ulster ed Edimburgo) ma anche in chiave azzurra.

 

 

Treviso, si inizia a raccogliere?

Lineare e matura. Potremmo definire così la prestazione dei Leoni contro gli Ospreys: che non saranno la squadra fluida delle ultime stagioni, ma sono scesi a Monigo con gente del calibro di Webb e Biggar. Solidità in fase statica, splendida difesa e poche cose ma molto chiare in attacco. Menzione d’onore per il lavoro sporco di Minto, Steyn, Fuser e Ruzza, mentre nella linea veloce la continuità sembra fare bene a McKinley, che ha distribuito il gioco in modo lucido. Il ritorno di Hayward, probabile futuro azzurro, ha dato sicurezza nella profondità e in copertura, mentre Sperandio ed Esposito si sono dimostrati pericolosi in fase offensiva e ordinati in difesa. Ora arriva una trasferta durissima/impossibile, a Glasgow, e poi i match in casa contro Kings ed Edimburgo. Obiettivo almeno un’altra vittoria.

 

 

Tenuta atletica: è la mano di Atkinson?

Le ultime due settimane abbiamo visto due franchigie che non hanno avuto cali atletici nel corso degli 80 minuti e fatalità sono arrivate tree vittorie e un punto di bonus difensivo. Gli impegni delle Zebre erano sulla carta più agevoli dal punto di vista puramente tecnico, ma i ducali hanno affrontato nell’arco di una settimana due squadre dell’Emisfero Sud: e contro i Kings la mole di gioco a disposizione di Castello e compagni è stata ben al di sopra della consueta media. Per quanto riguarda Treviso, la difesa finale – in un quarto, l’ultimo, nel quale tradizionalmente soffriamo – è stata possibile anche grazie ad una tenuta fisica e atletica non indifferente. Novembre dirà molto da questo punto di vista.

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