Pro12 e premi, le spine di Gavazzi. Che usa la parola “dimissioni”

Presidente FIR fiducioso sul caso celtico, molto duro invece su quello dei premi per gli azzurri che vanno al Mondiale

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

“Il 28 aprile ho avuto una riunione con i Ceo delle tre Union e ho presentato una mia proposta di mediazione. Credo buona. A giorni avremo una risposta. Ma escludo al 100% qualsiasi tipo di espulsione, visto che siamo soci alla pari e ci sono contratti in corso”. Così Alfredo Gavazzi interpellato da il Mattino di Padova risponde sulla possibilità che le squadre italiane vengano espulse dal Pro12. Come abbiamo riportato ieri il board vuole entro fine mese la prima tranche dei soldi che la FIR deve versare (circa 1,2 milioni di euro) così come prevedono gli accordi e che per due anni erano stati “sospesi”.
Una partita che però il presidente FIR si vuole ancora giocare anche se la strada per la cancellazione vera della tassa d’ingresso sembra ancora lunga.

 

Gavazzi affronta però anche lo spinosissimo tema dei premi azzurri, la cui soluzione non sembra a portata di mano. Secondo il Mattino “i giocatori puntano quasi al raddoppio dei premi 2011 (il 40% per chi va al raduno, il 60% per i confermati). Gavazzi punta al premio unico da 50mila euro per il passaggio ai Quarti. La mediazione lontana. Possibile forse un premio frazionato per singole vittoria sui 4 match inglesi. Azzurri che vogliono anche la presenza”.
Ma su questa vicenda il presidente federale mette sul tavolo anche la carta-dimissioni: «Va cambiata la mentalità. Non l’ho inventato io che si premiano i risultati. È la vita così. E per me è un’etica di lavoro. Da sempre. Per una cosa così potrei anche arrivare a dimettermi prima».

 

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