Una brutta storia da Bari. Dove il rugby rischia lo stop

Un problema di destinazione delle strutture alla base della possibile chiusura

Una brutta storia, già sentita e già vista. Il Bari Rugby rischia di stoppare ogni attività, a causa della possibile decisione del Consiglio Comunale di destinare alla società calcistica della città anche l’impianto attualmente destinato alla palla ovale. Di seguito il comunicato:

 

La nostra Società Sportiva dal 2010 ha ricevuto in concessione dalla Città di Bari l’utilizzo dell’Arena della Vittoria ottemperando pienamente agli obblighi che ne derivavano, sollevando peraltro il Comune di Bari dagli ingenti costi di gestione che aveva sostenuto fino a quel momento. Da quel momento il Rugby Bari è riuscito ad implementare l’attività riuscendo ad ampliare sino all’Under 8 le proprie giovanili, contando totalmente circa 200 atleti. Abbiamo dedicato i nostri sforzi al recupero dei minori a rischio, creando sani atleti di cui alcuni sono stati selezionati per le scuole di formazione della Federazione Italiana Rugby. Quest’anno, in partnership con altre realtà nazionali, abbiamo creato il primo network italiano di rugby integrato e lanciato, in collaborazione con la ASD TRUST, l’innovativo progetto di rugby sociale “Uniti Alla Meta”, utilizzando il rugby come strumento riabilitativo, con lo scopo di migliorare la qualità della vita di pazienti con disagio psico-sociale. Il Progetto è stato realizzato da tecnici della nostra società sportiva ed operatori del settore socio sanitario, con il sostegno di alcuni CSM di Bari. Una ulteriore conferma alla nostra attività volta all’inclusione sociale e all’educazione dei minori è venuta dalla proposta di patrocinio e sponsorizzazione di Legambiente. Ancora conferme della nostra attività dalla Federazione Italiana Rugby che ha individuato Bari e l’Arena della Vittoria per la realizzazione di un centro di formazione Under 16 che interesserebbe tutto il Sud Italia e l’organizzazione di un test match della nostra nazionale per il lancio dell’iniziativa, che includerebbe peraltro un cospicuo contributo della Federazione per portare delle migliorie alla struttura. E’ stata anche individuata Bari per ospitare nel prossimo novembre per ospitare il primo corso di allenatori di Primo Livello decentrato rispetto alle storiche sedi. Passiamo alla burocrazia Era stata indetta una gara per l’assegnazione dello stadio nei mesi scorsi e siamo stati gli unici partecipanti, ma purtroppo non è andata a buon fine a causa di un adempimento normativo, adempimento questo che è stato comunque perfezionato in tempi record il 17 luglio scorso. il 21 luglio abbiamo fatto richiesta formale di assegnazione dello Stadio ma nessuna risposta ad oggi ci è stata notificata. Ora ci chiediamo quale sia la necessità di dare il secondo stadio di Bari al calcio, creando in questa maniera un regime di monopolio sportivo, alla luce del fatto che tutte le strutture oramai sono gestite da società operanti in questo settore,lasciando priva la nostra città di un laboratorio sportivo e sociale che da decenni, senza aver chiesto alcun contributo, ha ottenuto risultati di grande prestigio. Rimaniamo stupiti come uno sport riconosciuto a livello mondiale come il più attento ai valori sportivi e di fairplay possa essere cancellato con una decisione a dir poco imbarazzante. Pur avendo avuto alcuni colloqui con il nuovo assessore Pietro Petruzzelli saremmo lieti di incontrare pubblicamente il nuovo Sindaco Antonio De Caro per riuscire a far valere le nostre ragioni. Ci Auguriamo che i nostri amministratori facciano un passo indietro, rivalutando la questione nella consapevolezza che, peraltro, L’Arena della Vittoria comprende altre attività quali il Pugilato, Il Taekwondo, le Arti Marziali, la Scherma, nonché il Teatro di Pulcinella, gli uffici di decine di federazioni sportive, che rischiano anch’esse di essere spazzate via da una decisione che di sportivo in realtà ha ben poco. Ci venga concessa un minimo di polemica, tutto questo in favore di una entità sportiva di cui non si conosce ancora il proprietario o i proprietari e quindi non è dato sapere neanche quali siano i veri obiettivi sportivi. Se tutto questo dovesse realmente accadere il movimento rugbistico barese dopo 34 anni di risultati sportivi rischia di perdere tutto, battuto non sul campo ma fuori da esso, per interessi, lo ripetiamo, che di sportivo hanno ben poco.

Potete seguire l’evolversi della situazione su questa pagina facebook:https://www.facebook.com/pages/Save-Rugby-Bari/733911383333945?sk=info

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