Rugby World Cup 2023: la preview di Italia-Nuova Zelanda e il doppio sogno degli Azzurri

Sconfiggere gli All Blacks (mai battuti) e arrivare ai quarti di finale dei Mondiali (mai raggiunti): sogni possibili o impossibili? La risposta stasera alle ore 21.00

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Rugby World Cup 2023: la preview di Italia-Nuova Zelanda e il doppio sogno degli Azzurri – ph. Sebastiano Pessina

Questa sera, alle ore 21.00, l’Italia si troverà di fronte all’opportunità di realizzare due sogni impossibili nella storia del rugby Azzurro: sconfiggere la mai battuta Nuova Zelanda e accedere ai quarti di finale della Rugby World Cup 2023, traguardo mai raggiunto nelle nove edizioni passate.

Questo scontro si sarebbe potuto disputare già quattro anni fa, nella scorsa edizione della Coppa del Mondo. La paura però per il tifone Hagibis ha portato all’annullamento del match: finì quindi a tavolino per 0-0, due punti a testa e All Blacks qualificati per le fasi successive. Questo risultato, l’unica non sconfitta rimediata dall’Italia contro la Nuova Zelanda, vale però solo per le statistiche. Questa sera all’Ol Stadium di Lione non è prevista nessuna bufera e quindi gli Azzurri si troveranno, per la 16esima volta (17 considerando l’incontro annullato), ad affrontare i maestri della palla ovale.

Leggi anche: Rugby World Cup 2023, dove e quando si vede Italia-Nuova Zelanda in TV e streaming

Bisogna dirlo subito: se gli attuali All Blacks, pur non essendo i più brillanti di sempre, giocheranno al loro livello per l’Italia non ci sarà modo di “cambiare la storia”, seguendo l’immagine utilizzata dal capo allenatore degli Azzurri Kieran Crowley. Anzi, loro probabilmente proveranno a “bullizzarci”, sempre utilizzando le parole del tecnico, per mettere in chiaro la differenza di cilindrata tra le due squadre e che le ultime sconfitte (contro Sudafrica nei test match estivi e con la Francia all’esordio iridato) sono stati soltanto degli scivoloni.

Perché si possa cambiare la storia gli uomini di Ian Foster devono in qualche modo sbagliare approccio e trovarsi di fronte ad un’Italia che gioca al 100% (o forse al 110%) e che gli rimane attaccata nel punteggio. Bisogna infatti ricordare che questa partita è da “dentro o fuori” solo per la Nuova Zelanda: se non la vince non passerà la fase a gironi, altro avvenimento che sarebbe epocale. Di conseguenza, in una simile situazione, la pressione inizierebbe a farsi sentire anche sui mitici All Blacks.

Per questo motivo la Nuova Zelanda non vuole sottovalutare il match con l’Italia. Nonostante tutti i precedenti siano favorevoli, il tecnico degli All Blacks Ian Foster ha dichiarato che quelli ora non importano e che ha seguito per bene gli Azzurri: “Sono una squadra in fiducia, non ci sono sorprese. Si sono guadagnati questo status con la crescita del loro gioco negli ultimi due anni. Fin dal Sei Nazioni ho pensato che il loro punto di forza fosse il gioco e la competitività che hanno mantenuto in tutte le partite”.

Proprio a due anni fa risale l’ultimo incontro tra Italia e Nuova Zelanda. Il 6 novembre 2021, allo Stadio Olimpico di Roma, gli All Blacks superarono gli Azzurri per 47-9, riuscendo però a imporsi negli ultimi 20 minuti. Il ciclo di Kieran Crowley allora era appena iniziato e, come ribadito dal tecnico avversario, i suoi uomini sono cresciuti molto da allora.

Per un match di simile importanza l’Italia non può che schierare la formazione tipo. Il capo allenatore degli Azzurri cambia tre giocatori rispetto al XV che ha battuto l’Uruguay e ripropone lo schema visto contro la Namibia e il Giappone. Paolo Garbisi torna all’apertura, con Varney in mediana, Allan ad estremo e Capuozzo all’ala. Con il ritorno di Morisi a primo centro e gli inamovibili Ioane e Brex si ripropone la trequarti vista all’esordio iridato.

Il pacchetto di mischia è quasi identico a quello schierato nell’ultimo match, non fosse per l’ingresso di Lamb dal primo minuto in seconda linea mentre Niccolò Cannone trova spazio in panchina. A proposito di quest’ultima, coach Crowley stavolta ha scelto di tenersi a disposizione 6 avanti e 2 trequarti. Faiva, Nemer e Ferrari per la prima linea, Zuliani e Halafihi per la terza, oltre al già citato Cannone per la seconda. I soli Page-Relo e Odogwu hanno insieme la duttilità per coprire tutti i ruoli della trequarti.

Ian Foster risponde in panchina con un 5+3 davvero di spessore, basti considerare alcuni nomi come Whitelock, Cane e McKenzie, ma il piatto forte l’ha già sistemato nel XV titolare, una formazione molto più simile a quella scelta per la sfida alla Francia piuttosto che a quella impiegata con la Namibia.

Il tecnico della Nuova Zelanda, se non può contare sul pilone de Groot, può rallegrarsi del recupero di Frizell, inserito in terza linea, e di Jordie Barrett, schierato subito a centro. Con lui saranno presenti anche gli altri Barrett, Beauden ad estremo e Scott in “sala macchine” supportato da Retallick. Una mediana composta dal duo Smith-Mo’Unga non ha bisogno di presentazioni, così come una prima linea con Tuungafasi, Taylor e Laulala.

Ecco allora che si presenterà un match durissimo. L’Italia, per quanto riguarda le statistiche, ha avuto finora un’uscita dell’ovale rapida, ottime percentuali di touche vinte e di placcaggi riusciti. Tutti questi dati saranno messi a dura prova contro una squadra come la Nuova Zelanda. La coppia Retallick-Scott Barrett è in grado di mettere in difficoltà chiunque in rimessa laterale. Per questo è stato inserito Lamb dal primo minuto, per non lasciare Ruzza come unico riferimento. I placcatori Azzurri dovranno vedersela con la fisicità degli All Blacks, che lotteranno anche nei punti d’incontro almeno per rallentare il pallone. L’Italia dovrà approfittare della palla in mano per attaccare, ma con criterio: sarà giusto alternare qualche uscita dai 22 col piede, anche solo per non dare punti di riferimento agli avversari.

Rimane comunque un ultimo aspetto da considerare. Se per la Nuova Zelanda questa partita è obbligatoriamente da vincere, non lo è per l’Italia: gli Azzurri, avendo vinto con bonus le prime due partite, hanno già raggiunto il loro obiettivo base per la Rugby World Cup 2023; inoltre avranno ancora una chance contro la Francia per sognare la qualificazione ai quarti. Lamaro e compagni possono quindi scendere in campo con la giusta serenità di chi ha già fatto il proprio e sogna, legittimamente, quel qualcosa in più.

Matteo Salmoiraghi

Rugby World Cup 2023: girone A, le formazioni di Italia-Nuova Zelanda

Italia: 15 Tommaso Allan; 14 Ange Capuozzo, 13 Juan Ignacio Brex, 12 Luca Morisi, 11 Montanna Ioane; 10 Paolo Garbisi, 9 Stephen Varney; 8 Lorenzo Cannone, 7 Michele Lamaro (C), 6 Sebastian Negri; 5 Federico Ruzza, 4 Dino Lamb; 3 Marco Riccioni, 2 Giacomo Nicotera, 1 Danilo Fischetti.

A disposizione: 16 Hame Faiva, 17 Ivan Nemer, 18 Simone Ferrari, 19 Niccolò Cannone, 20 Manuel Zuliani, 21 Toa Halafihi, 22 Martin Page-Relo, 23 Paolo Odogwu.

Nuova Zelanda: 15 Beauden Barrett, 14 Will Jordan, 13 Rieko Ioane, 12 Jordie Barrett, 11 Mark Telea, 10 Richie Mo’Unga, 9 Aaron Smith, 8 Ardie Savea (C), 7 Dalton Papali’i, 6 Shannon Frizell, 5 Scott Barrett, 4 Brodie Retallick, 3 Nepo Laulala, 2 Codie Taylor, 1 Ofa Tuungafasi.

A disposizione: 16 Dane Coles, 17 Tamaiti Williams, 18 Tyrel Lomax, 19 Samuel Whitelock, 20 Sam Cane, 21 Cam Roigard, 22 Damian McKenzie, 23 Anton Lienert-Brown.

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