Lorenzo Pani: “Volevamo la finale, ma con l’Inghilterra possiamo farcela. L’esultanza? Una liberazione”

Il trequarti azzurrino verso la sfida per il 3° posto: “Ce la siamo giocata con tutti. Con quel calcio dopo la meta non volevo essere irrispettoso”

Lorenzo Pani: "Volevamo la finale, ma con l'Inghilterra possiamo farcela. L'esultanza? Una liberazione" (ph. Sebastiano Pessina)

Lorenzo Pani: “Volevamo la finale, ma con l’Inghilterra possiamo farcela. L’esultanza? Una liberazione” (ph. Sebastiano Pessina)

Il sogno della finalissima è sfumato per soli 3 punti, ma quello dell’Italia resta comunque un torneo positivo. Gli azzurrini si giocheranno la terza posizione contro l’Inghilterra, giunta seconda nell’altro girone, in un match dal sapore di rivincita dopo l’impresa del Sei Nazioni. Lorenzo Pani, tra i protagonisti di queste Summer Series under 20, ha fatto un bilancio di questa avventura.

Alla fine del girone, è più il dispiacere per la finale sfumata o la soddisfazione per quanto fatto in questo torneo?

L’obiettivo che ci eravamo prefissati era vincere il girone e andare in finale, ma comunque è stato un torneo positivo dal punto di vista delle prestazioni. Siamo entrati in campo e abbiamo sempre dato tutto, ottenendo due vittorie e perdendo una partita che avremmo potuto vincere, e ce la siamo giocata alla pari con tutti.

Cos’è successo col Galles?

Dal punto di vista dell’atteggiamento e del carattere c’è davvero poco da dire. In campo abbiamo dato tutto quello che avevamo, anche se potevamo evitare qualche errore banale. Ad esempio il calcio che ci è stato girato contro che ci ha fatti passare dall’attaccare nei loro 22 a dover difendere, più qualche errore di gestione e di disciplina, che per vincere queste partite è fondamentale. Dispiace perché credo fossimo più forti noi, ma i gallesi hanno giocato sui nostri errori e sono stati molto più cinici di noi, facendo punti ad ogni ingresso nei 22.

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E poi c’è stato quel cartellino giallo…

Ho fatto un errore nel salto. Ovviamente non volevo prendere il mio avversario, ma è successo e giustamente ho preso un cartellino giallo. Rivedendo l’azione poi il pallone era anche molto alto, quindi è stata una mossa un po’ azzardata.

C’è stata un po’ di polemica sulla tua esultanza, cosa è successo?

Quando indosso la maglia della Nazionale sono sempre molto eccitato e orgoglioso. Magari sbaglio perché vado oltre, ma quel calcio al pallone è stato semplicemente uno sfogo: con la Scozia avevo commesso degli errori, ce l’avevo con me stesso e ci pensavo da tutta la settimana. Non vedevo l’ora di giocare e quella meta è stata per me una liberazione, magari qualcuno può aver preso male quell’esultanza, ma non volevo essere né esuberante né irrispettoso, anzi: tengo davvero tanto alla Nazionale e a questo sport, che è tutta la mia vita, e quando scendo in campo do sempre tutto.

Adesso c’è l’Inghilterra: sarà una rivincita anche per loro?

Al Sei Nazioni abbiamo fatto una grande impresa, resta un bellissimo ricordo ma dobbiamo pensare a questa sfida. Sarà tutta un’altra partita, anche perché noi abbiamo un po’ di assenze mentre loro si sono rinforzati. Noi dobbiamo dare il meglio di noi stessi e giocarcela, e se facciamo bene penso che possiamo farcela.

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Cosa avete imparato da questa sconfitta?

Dalle sconfitte si impara più che dalle vittorie, e dal punto di vista della gestione strategica abbiamo avuto una bella lezione. Avremmo potuto usare meglio il piede, rischiare meno nella nostra metà campo e soprattutto dobbiamo fare attenzione alla disciplina: sono cose che abbiamo analizzato e studiato, e cercheremo di non ripetere più.

C’è stato anche un problema di adattamento al metro arbitrale? L’arbitro Rousselet urlava “use it” con la mischia italiana avanzante…

Dobbiamo essere più bravi noi ad adattarci, alla fine è l’arbitro che comanda e dobbiamo migliorare anche in questo. Non capivamo perché dovessimo usare la palla quando avevamo una mischia dominante. Avrà avuto i suoi motivi e il suo giudizio sarà stato sicuramente giusto, e magari non rispettando le sue indicazioni lo abbiamo innervosito.

Francesco Palma

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