Nasce il coordinamento delle società d’Eccellenza di Rugby. Tra sei mesi la Lega?

Le grandi riforme: nome del torneo, streaming e tv, formazione atleti, permit e piano di marketing

eccellenza rugby

ph. Tommaso Del Panta

“Un portavoce e un tavolo permanente dei presidenti, per affrontare e risolvere le questioni più dirimenti in tempo utile per la prossima stagione, a partire dalla denominazione del campionato”. Con queste parole si apre la nota diffusa dalla Rugby Reggio a nome di tutti i dieci club di Eccellenza. Il punto di arrivo è uno solo, ben chiaro e definito: “Tra sei mesi, forti dell’esperienza che si auspica positiva, avverrà la nascita di una vera e propria Lega delle società d’Eccellenza del rugby italiano“. Si torna, insomma, a parlare di Lega.

 

 

L’ultima volta che la fatidica parola di quattro lettere era spuntata in ambito ovale era stato proprio su queste pagine, dopo il casus belli innescato dalla querelle Rugby Reggio-The Rugby Channel, poi rientrata grazie anche ad un distensivo comunicato a firma FIR in cui si ricordava che “in assenza di una Lega incaricata dello sviluppo commerciale del torneo l’impegno federale è oggi circoscritto all’organizzazione ed al coordinamento generale”. In quell’occasione si era smarcato in maniera forte il Presidente delle Fiamme Oro Armando Forgione, da sempre in prima linea sulla questione Lega, chiamando nuovamente a raccolta i nove colleghi dopo il tentativo andato a vuoto dello scorso anno. Ora è arrivato un nuovo passo e questa volta – rispetto al passato – alla base sembra esserci l’unione di intenti.

 

 

Marusso: un passo obbligato

Nella nota diffusa si legge di due incontri tra i dieci Presidente, avvenuti a Firenze in occasione di Italia-Sudafrica e successivamente il primo dicembre a Reggio Emilia. Portavoce è Alberto Marusso, Presidente del San Donà, che spiega: “La consapevolezza che il futuro del massimo torneo italiano di rugby passa obbligatoriamente dalla costruzione del prodotto “Campionato” con maggiore appeal e da un maggior protagonismo dei club nell’organizzazione del calendario e delle linee di sviluppo della formazione degli atleti, ha riunito gli intenti di tutti i presidenti, ripartendo dalla bozza di documento a cui avevamo lavorato a marzo 2017″.

 

 

Un primo step, poi le grandi sfide

Sul banco degli imputati c’è innanzitutto il nome stesso del massimo campionato nazionale, Eccellenza, che per i neofiti ovali rimanda a campionati di bassa qualità. “L’agenda dei lavori è piuttosto impegnativa – si legge nella nota – partendo dal nome “Eccellenza” che non rende giustizia al campionato italiano di maggiore valore, passando dagli strumenti di visibilità con la costruzione di un format condiviso per lo streaming e la ricerca di un broadcast televisivo che dia spazio al rugby, ai temi più tecnici di formazione degli atleti e la questione permit. Nei prossimi sei mesi si lavorerà anche a un nome e a un marchio della Lega, che si doterà di un piano pluriennale di marketing”.

 

 

Dopo le parole servono i fatti

Riassumendo: nome del campionato, piattaforma streaming condivisa, broadcaster tradizionale in chiaro, formazione degli atleti, questione permit player, piano pluriennale di marketing. In ordine di scrittura sulla nota, ma anche probabilmente di difficoltà crescente. Si parte con il più semplice, ma ogni cammino, per quanto difficile, inizia sempre con un primo passo.

 

Nella speranza che alle parole seguano finalmente i fatti. “Abbiamo deciso che è ora di rimboccarci le maniche evitando così di lamentarci a cose fatte – prosegue Marusso in nota – ma cercando un confronto continuo con la Federazione che porti a risultati più confacenti agli interessi delle società, che è bene ricordarlo rappresentano le fondamenta per lo sviluppo del rugby in Italia”.

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