La partecipazione di due club argentini costringerebbe ad una divisione in due del torneo
“Se il professionismo verrà introdotto in Argentina, questi atleti dovranno giocare in un torneo professionistico e l’unico torneo a rigor di logica è il Super Rugby, e del resto la SANZAR li ha già accettati nel Rugby Championship. Ora, come si organizza il torneo da un punto di vista logistico se dovesse includere una o più squadre argentine, questo non lo so. La decisione spetta agli amministratori. Magari due Conference, una Argentina/Sudafrica e una Australia/Nuova Zelanda, le cui migliori squadre si incontrano poi in una fase di playoff“. Le parole, forse profetiche, sono di quelle di Graham Henry, rilasciate nell‘intervista esclusiva concessa ad OnRugby e pubblicata nei giorni scorsi. Premesse: al Sudafrica non bastano cinque rappresentanti nel Super Rugby, e l’Argentina, dopo essere entrata nel Championship, vuole fare un salto anche a livello di club, entrando con uno o due team nel prestigioso torneo vinto quest’anno dai Chiefs. Con il Giappone che sta a guardare agli scenari futuri del torneo, in attesa, magari, di vedere anche un proprio team rappresentato. Ciò detto, verso quali scenari si andrebbe? Se il torneo dovesse espandere i propri confini, è evidente che la formula andrebbe riveduta perché, così come prevista oggi, non funzionerebbe di certo. E’ per questo che sotto all’Equatore si è iniziato a discutere. Una delle questioni più spinose è la durata del torneo, che non si vorrebbe superiore alle 21 settimane attuali. L’ipotesi più probabile sarebbe quella di dividere il tabellone in due Conference: una Sudafrica/Argentina, l’altra Nuova Zelanda/Australia, con playoff per le squadre meglio piazzate. Da parte sua il Sudafrica parteciperebbe con sei team, l’Argentina con due, mentre la ARU ha fatto sapere che non vorrà rinunciare a nessuna delle cinque attuali squadre. In tutto questo, si cercherà anche di far spostare più avanti la finestra Test Match di Giugno, che così non interromperebbe il Super Rugby. Ci sarà molto da discutere, e in fretta. La volontà è di arrivare ad una soluzione entro la fine del 2013.
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