All Blacks al lavoro, ma andranno in sciopero? Difficile, ma non impossibile

Una contesa sul calendario internazionale potrebbe portare a una decisione clamorosa. Intanto Steve Hansen ne convoca 38 per i test di giugno

ph. Sebastiano Pessina

L’ultima arma è quella dello sciopero. Nelle trattative con le controparti sociali i sindacati la tirano fuori e la mettono sul tavolo, un po’ in disparte, in maniera tale che “l’avversario” di turno la tenga sempre presente. Poi a seconda di come vanno le cose può essere riposta in un cassetto o avvicinata sempre di più per essere meglio brandita. E’ la tattica che stanno usando gli All Blacks.
Un passo indietro: Rob Nichol è il CEO della New Zealand’s Rugby Players Association, l’associazione dei giocatori neozelandesi, che da tempo sta chiedendo – invano – una riduzione del numero delle partite internazionali. Non solo non sta ottenendo nulla ma il trend generale è quello di un continuo aumento di quel tipo di attività. Nichol ora ha fatto sapere che i giocatori più rappresentativi potrebbero considerare l’ipotesi di scioperare. Ovviamente si tratta di una extrema ratio, ma intanto è stata messa sul tavolo. E in Nuova Zelanda i giocatori più rappresentativi sono gli All Blacks.

 

Una tempistica, quella del dirigente, che non lascia spazio a dubbi: il prossimo mese infatti l’International Rugby Players Association si incontrerà in Australia durante il tour dei Lions e discuterà dell’agenda internazionale e degli impegni delle nazionali dei due emisferi.
Le richieste dei giocatori hanno trovato un qualche appoggio nel ct della nazionale campione del mondo, Steve Hansen, che ha detto che “una dimostrazione di forza da parte dei giocatori potrebbe rendersi necessaria”.
La soluzione però non è semplice: l’associazione neozelandese chiede che i calendari dei due emisferi vengano equiparati, cosa però impossibile perché per l’Europa il Sei Nazioni nei mesi di febbraio-marzo è praticamente inamovibile. Non solo, La NZRPA chiede anche che la stagione del Super Rugby cominci più tardi eliminando le settimane di break generalmente previste a giugno. In questo modo la distanza tra un torneo e l’altro si allungherebbe. Infine il desiderio dei giocatori sarebbe quello di portare le settimane senza alcuna attività sportiva a 16 rispetto alle 8 attuali. Una distanza di posizioni notevole: “Troppo spesso certe decisioni oggi vengono ancora prese solo in base alla tradizione – dice Nichol – che non è necessariamente un bene per un mondo sportivo sempre più professionistico. Molte volte la salute dei giocatori non viene presa in considerazione”. Tra giugno e luglio scopriremo se vedremo Dan Carter e Richie McCaw scioperare.

 

Intanto il ct Hansen lavora per i test di giugno con la triplice sfida alla Francia in programma a giugno. Per i due camp di preparazione alla riedizione della finalissima del Mondiale 2011 l’allenatore dei tuttineri ha chiamato un gruppone allargato di 38 giocatori, dieci alla prima convocazione assoluta. Ricordiamo che nell’elenco non c’è Richie McCaw, che rientrerà dal suo semestre sabbatico nelle prossime settimane. Lo stesso ct ha subito precisato che “le porte non sono chiuse per nessuno”. Unico numero 7 di ruolo è Sam Cane, non ci sono invece Matt Todd e Luke Braid.
Questo l’elenco completo dei convocati:

 

Trequarti: Israel Dagg, Ben Smith, Charles Piutau, Frank Halai, Hosea Gear, Rene Ranger, Conrad Smith, Ma’a Nonu, Francis Saili, Tom Taylor, Dan Carter, Aaron Cruden, Beauden Barrett, Piri Weepu, Aaron Smith, TJ Perenara, Tawera Kerr-Barlow.

 

Avanti: Kieran Read, Victor Vito, Sam Cane, Liam Messam, Steven Luatua, Brad Shields, Sam Whitelock, Brodie Retallick, Luke Romano, Ali Williams, Dominic Bird, Owen Franks, Ben Afeaki, Tony Woodcock, Ben Franks, Wyatt Crockett, Jeffery Toomaga-Allen, Andrew Hore, Keven Mealamu, Dane Coles.

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