Eden Park resta All Blacks, Inghilterra mai doma ma piegata per 24-17

La Nuova Zelanda, pur soffrendo, vince incontro e serie delle Summer Series 2024 sugli inglesi. Decisivo l’ingresso di Beauden Barrett nella ripresa

Eden Park resta All Blacks, Inghilterra mai doma ma piegata per 24-17 – ph. REUTERS/Issei Kato

L’Eden Park di Auckland resta All Blacks, pur coi padroni di casa che hanno dovuto lottare fino all’ultimo contro un’Inghilterra davvero combattiva. Il secondo test match delle Summer Nations Series 2024 tra neozelandesi e inglesi si conclude sul punteggio di 24-17, un risultato che segna un complessivo 2-0 a favore del neo-tecnico della Nuova Zelanda Scott Robertson sulla squadra di Steve Borthwick in questi test estivi.

Buono quindi il percorso iniziato dal nuovo head coach a livello di risultati, per quanto gli All Blacks abbiano sofferto in casa un’Inghilterra tosta e alcune scelte tecniche che lasciavano qualche dubbio. Beauden Barrett ancora in panchina faceva storcere il naso; è stato proprio il suo ingresso nel secondo tempo a cambiare il volto della partita, riportare i neozelandesi nella metà campo avversaria dopo un difficile avvio di ripresa e rimontare. Tra gli inglesi stavolta niente errori dalla piazzola da parte di Marcus Smith, che anzi è stato decisivo proprio al piede per rispondere colpo su colpo ai neozelandesi, e tanta voglia di combattere fino all’ultimo, rischiando nel finale anche di pareggiare.

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La cronaca del secondo test match tra All Blacks e Inghilterra

Tanto a Dunedin quanto ad Auckland domina l’equilibrio tra All Blacks e Inghilterra, nonostante l’avvio di partita scoppiettante. I primi 10′ vedono ruck, contro-ruck, le pedate di Damian McKenzie, duri impatti e mischie. È proprio quest’ultimo aspetto l’unico che vede un certo sbilanciamento: come notato nel primo incontro è il pacchetto neozelandese a performare meglio.

È quindi il blocco degli avanti All Blacks a permettere ai padroni di casa di entrare nei 22 avversari. Dagli sviluppi della touche la palla arriva a Savea che spinge sulle gambe e, col supporto dei compagni, avanza per diversi metri. Arrivata così vicina alla linea di meta la Nuova Zelanda non si fa sfuggire l’occasione e Tele’a è lesto ad approfittare di un varco sul lato chiuso per schiacciare la prima marcatura del match.

McKenzie dalla piazzola è preciso al piede ma nel giro d’orologio successivo è Marcus Smith a rubare l’occhio e far capire perché la maglia numero 10 dell’Inghilterra ce l’ha lui: All Blacks quasi tutti stretti intorno al punto d’incontro, Smith lo nota e con uno splendido calcetto apre per Feyi-Waboso, a sua volta abile a lasciare lì due avversari e andare a schiacciare vicino ai pali.

Ecco allora che l’equilibrio che caratterizza questi test match tra All Blacks e Inghilterra torna a dominare. O meglio, se permane è grazie a un’incredibile leggerezza dei padroni di casa, che buttano via una meta praticamente fatta. La Nuova Zelanda infatti conduce un’ottima azione di contrattacco portata avanti da una giocata di McKenzie, poi Perofeta e Tele’a sciupano la chance del due contro uno scambiandosi tra loro il possesso dell’ovale e, troppo sicuri, si fanno intercettare l’ovale.

Dopo un primo quarto d’ora di fuoco, ma che vede il tabellino segnare 7-7, la partita rallenta i ritmi tra difese che alzano l’attenzione e alcune imprecisioni (da parte neozelandese in particolare in touche). In questo contesto gli All Blacks preferiscono farsi cinici e approfittare dei falli concessi dall’Inghilterra. Damian McKenzie per due volte di presenta in piazzola, portando il punteggio a +6 per i padroni di casa quando mancano pochi minuti alla fine del primo tempo.

L’Inghilterra però recupera subito il possesso dell’ovale dal calcio di ripartenza e prosegue l’azione coi suoi avanti anche a tempo scaduto, avvicinandosi un po’ alla volta alla meta. Con la sicurezza del vantaggio regalato da Codie Taylor (intervenuto fallosamente in un punto d’incontro), Marcus Smith sale di nuovo in cattedra e apre ancora una volta col piede. Altro calcetto precisissimo stavolta per Tommy Freeman, che salta con il giusto timing mandando a vuoto Tele’a e regalando la seconda meta agli ospiti. La trasformazione di Smith mette fine al primo tempo con gli inglesi per la prima volta in vantaggio per 13-14.

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Facce non così distese tra gli uomini di coach Robertson al rientro in campo dopo l’intervallo. Una preoccupazione non casuale, con l’Inghilterra che, rinvigorita dal leggero vantaggio, in pratica si stanzia nella metà campo avversaria per diversi minuti. A causa di alcune imprecisioni nella trasmissione dell’ovale gli ospiti non riescono ad approfittare pienamente del possesso ma, grazie a un fallo All Blacks in contro-ruck, Marcus Smith al 49′ può allungare comodamente a 13-17 dalla piazzola.

Soltanto dal 55′ la Nuova Zelanda riesce a scrollarsi di dosso la presenza inglese nella propria metà campo, e senza concedere ulteriori punti. Il cambio di possesso, e quello tra Perofeta e Beauden Barrett ad estremo, scuotono gli All Blacks che tornano a fare male. Damian McKenzie fissa l’avversario e serve il numero 23, che trova il break decisivo e offre l’assist per Tele’a: l’ala deve solo coprire gli ultimi metri per segnare la doppietta al 61′.

La trasformazione angolata stavolta non va per McKenzie, ma i padroni di casa non si accontentano del risicato vantaggio di 18-17. Beauden Barrett si mette in mostra con un calcio per sé stesso e poi uno al volo, azione fermata dagli inglesi ma che segnala il cambio di passo. Ecco allora che gli All Blacks approfittano dei due falli inglesi per allungare con McKenzie, andando al break di vantaggio al 75′.

L’Inghilterra però non si arrende, in particolare grazie alle gambe di Ollie Sleightholme che nei minuti finali del match riporta i suoi in profondità nella metà campo avversaria. Da questi sviluppi gli uomini di coach Borthwick hanno l’ultima occasione in maul, dove richiamano dentro anche i trequarti per trovare l’avanzata. Al momento decisivo però l’arbitro Nic Berry segnala un’ostruzione al momento del distacco di Theo Dan per andare a schiacciare (marcatura che comunque non c’è stata essendo stato tenuto alto l’ovale). Il fallo permette agli All Blacks di tornare in possesso dell’ovale e calciare fuori, mettendo la parola fine al secondo test match delle Summer Nations Series 2024 tra Nuova Zelanda e Inghilterra e mantenendo il record di imbattibilità all’Eden Park.

Matteo Salmoiraghi

Summer Series 2024: formazioni ufficiali e tabellino del secondo atto di All Blacks-Inghilterra

Nuova Zelanda: 15 Stephen Perofeta, 14 Sevu Reece, 13 Rieko Ioane, 12 Jordie Barrett, 11 Mark Tele’a, 10 Damian McKenzie, 9 Finlay Christie, 8 Ardie Savea, 7 Dalton Papali’i, 6 Samipeni Finau, 5 Patrick Tuipulotu, 4 Scott Barrett (c), 3 Tyrel Lomax, 2 Codie Taylor, 1 Ethan de Groot.
A disposizione: 16 Asafo Aumua, 17 Ofa Tu’ungafasi, 18 Fletcher Newell, 19 Tupou Vaa’i, 20 Luke Jacobson, 21 Cortez Ratima, 22 Anton Lienert-Brown, 23 Beauden Barrett.

Marcatori Nuova Zelanda
Mete: Tele’a (11′, 61′)
Trasformazioni: McKenzie (13′)
Punizioni: McKenzie (20′, 38′, 69′, 75′)

Inghilterra: 15 Freddie Steward, 14 Immanuel Feyi-Waboso, 13 Henry Slade, 12 Ollie Lawrence, 11 Tommy Freeman, 10 Marcus Smith, 9 Alex Mitchell, 8 Ben Earl, 7 Sam Underhill, 6 Chandler Cunningham-South, 5 George Martin, 4 Maro Itoje, 3 Will Stuart, 2 Jamie George, 1 Fin Baxter.
A disposizione: 16 Theo Dan, 17 Bevan Rodd, 18 Dan Cole, 19 Alex Coles, 20 Tom Curry, 21 Ben Spencer, 22 Fin Smith, 23 Ollie Sleightholme.

Marcatori Inghilterra
Mete: Feyi-Waboso (14′), Freeman (40’+1)
Trasformazioni: Smith (15′, 40’+2)
Punizioni: Smith (49′)

Arbitro: Nic Berry (Australia)
Assistenti: Damon Murphy (Australia), Pierre Brousset (Francia)
TMO: Brett Cronan (Australia)

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