Italia: il ritratto di Gonzalo Quesada, tra titoli di studio, podcast e amicizie internazionali

In una lunga intervista rilasciata a Rugbypass il coach degli Azzurri ha rivelato tante curiosità sulla sua vita da allenatore

coach Quesada Italia ph. S Pessina

L’impatto di Gonzalo Quesada sul rugby italiano è stato evidente. La nazionale da lui guidata ha terminato il miglior Sei Nazioni di sempre, con tre risultati utili all’attivo.

Le prestazioni degli Azzurri hanno generato interesse, riportando molte persone allo stadio e facendo sintonizzare tanti telespettatori davanti alla TV.

Il coach argentino ha avuto il pregio di instillare maggior equilibrio nell’impostazione tattica italiana, costruendo progressivamente una campagna più che positiva.

Intervistato da Rugbypass, Gonzalo Quesada ha rivelato anche alcune curiosità che riguardano la sua vita fuori dal campo.

Gonzalo Quesada e lo studio

Gonzalo Quesada ha giocato 39 volte con i Pumas, conquistando anche il titolo di miglior marcatore alla RWC nel 1999. Dopo aver miltato in alcune delle migliori squadre del Top 14 ha iniziato proprio dalla Francia il suo percorso tecnico come coach del gioco al piede dei Bleus.

Il coach dell’Italia è in possesso di una laurea in economia e amministrazione, poi nel corso della sua carriera si è rimesso in gioco, ha studiato e ha ottenuto anche un diploma in ‘mental preparation’ applicato alle prestazioni e un altro diploma della FFR come allenatore e manager professionista. Un vero e proprio bagaglio di culturale multidisciplinare da riversare nel rugby.

“Nel corso degli anni ho fatto molti altri corsi. Ascolto anche molti podcast. Faccio ricerche sui temi di leadership, coaching, preparazione mentale, alte prestazioni e ascolto qualsiasi cosa accade mentre guido”, ha raccontato Quesada a Rugbypass.

Gonzalo Quesada e la lingua italiana

Un’altra decisione che ha preso fin dall’inzio del suo mandato è che la lingua parlata con la squadra sarebbe stata l’italiano, quindi è tornato a formarsi attraverso libri e contenuti audio.

“Sentivo che doveva essere fatto un cambiamento. L’Italia probabilmente ha meno giocatori provenienti dall’estero di quanti ne abbiano Inghilterra, Francia o Scozia”. Anche con uno staff internazionale che lavora accanto a lui, dal 2024 le riunioni sono in italiano.

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Il rapporto con l’Argentina

Il suo CV da allenatore parla chiaro. Tra le sue tante esperienze, è stato due volte campione di Francia con lo Stade Français e finalista del Super Rugby con i Jaguares, Gonzalo Quesada non ha mai nascosto di voler allenare a livello internazionale. Il passo logico sarebbe stato quello di prendere in mano le sorti dell’Argentina, ma il destino gli ha giocato un brutto scherzo quando il Covid-19 ha chiuso il mondo e non c’erano assicurazioni che ciò sarebbe accaduto.

Quesada successivamente ha incontrato i dirigenti dell’Argentina Rugby Union, che gli hanno offerto il ruolo di assistente allenatore. La maggior parte dei tifosi avrebbe preferito vederlo come head coach dei Los Pumas, ma questa evoluzione probabilmente non era nei programmi. “Per una serie di motivi”, ha spiegato, senza alcun accenno di amarezza o rimpianto.

Il rapporto con gli altri coach internazionali

Gonzalo Quesada è un coach con una fitta rete di amicizie.  “Sono buon amico di Joe Schmidt, Michael Cheika, Ian Foster, Tana Umaga, Gregor Townsend, Ronan O’Gara, Ugo Mola e durante la Coppa del Mondo ho pranzato con Scott Robertson, un altro amico. Siamo tutti molto aperti quando si tratta di parlare del gioco e parliamo molto anche di gestione del team, dinamiche di gruppo. Affrontiamo sfide simili e, a volte, l’unico che può capire cosa stai attraversando è qualcuno che sta attraversando le stesse cose”.

Uno dei suoi migliori compagni è il nuovo allenatore dei Wallabies, Joe Schmidt. “Ho fatto il mio diploma di coaching con lui nel 2008/09 e abbiamo trascorso molto tempo insieme”, racconta Quesada.

L’arrivo in Italia e lo sguardo al futuro

Quando è arrivata l’offerta per allenare gli Azzurri dopo molti anni di vita a Parigi, Quesada ha accettato con entusiasmo. L’evoluzione di questa scelta ormai è cosa nota.

L’allenatore dell’Italia si è stabilito nel nord del paese “Perché è più vicino ai giocatori e ai club. Mia moglie aveva vissuto a Milano prima e abbiamo trovato una bella residenza in periferia. Sono a poco più di un’ora da Parma e due ore e mezza da Treviso, dove i giocatori e il personale hanno sede.”

Il suo lavoro di monitoraggio dopo la miglior campagna di sempre nel Sei Nazioni prosegue con l’obiettivo di far performare al meglio la squadra nei test match di luglio con Samoa, Tonga e Giappone.

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“Tre partite difficili, molti viaggi. Ritengo opportuno andare nelle isole e estendere il nostro rispetto, oltre che permettere loro di giocare in casa. Ci saranno molte avversità, ma dobbiamo continuare a crescere. Abbiamo grandi sfide davanti a noi, una di queste è come mantenere i giocatori freschi e stiamo pianificando alcune attività per questo. Voglio che sia un tour piacevole e che possa creare ricordi positivi.”

Il modo migliore sarà vincere e rafforzare ciò che il mondo ha visto nel Sei Nazioni. Questo è ciò che motiva Quesada: “Essere coinvolti in tutto questo è un privilegio e siamo masochisti in un certo senso, ma lo adoriamo e non vorremmo farlo in nessun altro modo.”

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