Riccardo Favretto: “Il ritorno in azzurro è un punto di svolta. Non avevo neanche la certezza di poter continuare a giocare”

Il terza linea del Benetton può festeggiare la fine di un lungo calvario

Riccardo Favretto ph Sebastiano Pessina

Il pareggio tra Italia e Francia nel terzo turno del Sei Nazioni ha coinciso con il ritorno in nazionale di Riccardo Favretto.

Il seconda/terza linea del Benetton, assente da tre anni, ha giocato una partita coraggiosa, destreggiandosi con grande impegno nel settore semopre delicato della rimessa laterale.

Il suo impiego dal primo minuto con il numero 6 sulle spalle era stata la grande novità della formazione scelta da Gonzalo Quesada per la sfida di Lille.

La fiducia del coach è stata ripagata e adesso il giocatore originario di Treviso, reduce da un anno difficile nel club a causa del lungo infortunio, può guardare al futuro con ritrovato ottimismo.

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Riccardo Favretto: “Il ritorno in azzurro è un punto di svolta. Non avevo neanche la certezza di poter continuare a giocare”

Intervistato dal Gazzettino, Favretto ha rimarcato quello che hanno detto anche altri giocatori della nazionale: la squadra è andata in Francia determinata a cancellare la brutta prestazione di Dublino. Poi un cenno al suo ritorno, un momento importante della suo percorso sportivo.

«Sono molto contento di averlo fatto in un torneo così importante come il 6 Nazioni e credo che per me questo possa essere un vero e proprio punto di svolta, soprattutto dopo i tanti guai fisici che mi hanno condizionato nelle ultime stagioni, per poter tornare quantoprima ai massimi livelli e riuscire ad essere un valore aggiunto sia per la Nazionale che per il Benetton. Dietro c’è stato davvero un grande lavoro per cui sono orgoglioso di aver raggiunto i miei obbiettivi».

Circa 50 minuti in campo allo stadio “Pierre Mauroy” che hanno il sapore della rivincita dopo l’esclusione dai convocati per la Rugby World Cup: «Prima di partire per il mondiale non ero assolutamente al 100% e per me è stata dura non aver avuto la possibilità di far parte di quella spedizione, ma in questi mesi non ho mai smesso di lavorare per poter rientrare ai massimi livelli, con l’obbiettivo di provare a riguadagnarmi un posto anche in Nazionale e finalmente ho avuto quest’opportunità che ripaga assolutamente gli sforzi fatti. La strada però è ancora molto lunga e c’è ancora tanto lavoro da lavorare».

Riccardo Favretto ha vissuto il periodo di lontanza dal campo con la paura che non ci potesse essere una seconda opportunità. Per lui è stata una parentesi di carriera molto dura.

«Difficili soprattutto mentalmente, in cui per tanto tempo mi sono chiesto se sarei riuscito a tornare ad indossare la maglia della Nazionale. Nei 14 mesi in cui sono stato indisponibile anzi, non avevo neanche la certezza di poter continuare effettivamente a giocare a rugby, per cui a distanza di tanto tempo sono veramente orgoglioso per non aver mai mollato ed essere riuscito finalmente a tornare. Il Benetton mi ha dato un enorme sostegno accompagnandomi in tutto il periodo del recupero, ma ciò che mi ha aiutato più di tutto è il sostegno della mia famiglia e în particolare il sorriso di mio figlio che, sebbene abbia solo un anno e mezzo, mi ha dato una carica immensa per non mollare.».

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