Cosa dice Kieran Crowley dell’Italia, agli altri

“In Nuova Zelanda condivamo la pastasciutta con un sacco di cose, ma in realtà qui è tutto molto semplice”

Kieran Crowley – ph. Sebastiano Pessina

Sincero, diretto ma distaccato. Questa è l’impressione che si ha di Kieran Crowley seguendo le sue conferenze stampa e le sue interviste, in generale le occasioni in cui appare al pubblico italiano.

In una intervista pubblicata sul sito ufficiale del Sei Nazioni, invece, è apparsa una grande dichiarazione d’amore per l’Italia, inteso come paese, e la sua impressione sugli italiani, intesi come giocatori di rugby.

“L’Italia è un posto semplicemente straordinario – ha detto il CT – Sono venuto qui per allenare il Benetton, ma mi sono davvero goduto il paese, me ne sono innamorato.”

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“Ci sono un sacco di luoghi che adoro, siamo stati fortunati abbastanza da poter viaggiare con la mia famiglia in Sardegna ed in Sicilia. Amo Roma, ma anche Venezia e Firenze, e il mio posto preferito probabilmente sono le Cinque Terre, che non sapevo nemmeno esistessero prima di arrivare qui.”

Ovviamente non poteva mancare la parentesi gastronomica: “Il cibo italiano è grandioso, ma è anche molto semplice. Mia moglie dice sempre che in Nuova Zelanda e in Canada ci ostinavamo a condire la pasta con un sacco di cose, mentre qui, invece, non lo fanno, è un piatto molto semplice.”

“Non ci aspettavamo di innamorarci così tanto” chiosa il tecnico neozelandese, che poi ha parlato anche dell’Italia forse un po’ meno conosciuta, quella del rugby.

“Quando sono arrivato qui, sapevo che l’Italia era conosciuta per avere un forte pacchetto di avanti, ma che il livello di abilità generale non era un granché. Ora ci sono alcuni buoni giovani giocatori che sono cresciuti ed è stato fatto un gran lavoro sulle skills.”

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“I giocatori comprendono meglio il gioco, la formazione che ricevono dalla federazione e dai loro club li sta aiutando ad essere giocatori migliore. Se dovessi dare una sintesi generale del giocatore italiano di rugby, direi che è un gran lavoratore che mette in campo molta passione, con una attitudine a non arrendersi mai.”

I risultati in miglioramento e il gioco propositivo della nazionale stanno riportando anche i tifosi allo stadio, un successo che Kieran Crowley non può fare a meno di apprezzare: “Durante il Covid non c’era nessun in giro, ma ora, quando arriviamo alla stazione o allo stadio, c’è gente in giro che sventola le bandiere italiane e fa il tifo per noi.”

“Se guardiamo l’ultima partita c’erano 50mila persone allo stadio, un pubblico davvero numeroso per l’Italia. Sentiamo il dovere di offrire uno spettacolo che faccia loro venir voglia di tornare a vederci.”

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