All Blacks, Ian Foster pensa al Mondiale 2023 dopo aver salvato la panchina

Il coach dei neozelandesi si proietta verso l’anno prossimo pensando anche agli imminenti Test Match

All Blacks, Ian Foster pensa al Mondiale 2023 dopo aver salvato la panchina

All Blacks, Ian Foster pensa al Mondiale 2023 dopo aver salvato la panchina ph. Sebastiano Pessina

Un’estate a dir poco discussa e tribolata, la panchina che traballa, ma poi la reazione e un Rugby Championship vinto che ha ridato ottimismo e prospettiva.

Gli All Blacks, di un Ian Foster che sembra essersi tolto un enorme peso dalla coscienza, possono guardare al futuro in maniera positiva.

In lontananza c’è la Rugby World Cup 2023, vero grande obiettivo del quadriennio, mentre a breve il target si sposterà sui Test Match di Novembre 2022, nei quali la Nuova Zelanda sfiderà, nell’ordine, il Giappone (il 29 ottobre), in un antipasto che si rifarà poi all’Emisfero Nord, e successivamente Galles, Scozia e Inghilterra.

All Blacks, Ian Foster pensa al Mondiale 2023 dopo aver salvato la panchina

Facendo un bilancio di quanto è stato e di quello che si potrà vedere, Ian Foster, al sito ufficiale degli All Blacks, ha detto: “Questo tour nell’Emisfero Nord sarà importantissimo, anche perché nel 2023 gli appuntamenti in cui potremo fare esperimenti per la Rugby World Cup saranno comunque limitati”.

“Ci è voluto un po’ di tempo, ma abbiamo capito che in un Test Match ormai non ci si può distrarre neanche per un secondo. Una scelta sbagliata e perdi una partita. Negli ultimi due mesi non è che la prestazioni della squadra fossero negative, ma a volte mancava quell’attenzione alle scelte che ci ha fatto perdere delle partite”.

“Ora ci sentiamo più forti: abbiamo dimostrato a noi stessi di essere in grado di superare delle avversità e questo, nel rugby internazionale, è una cosa che conta. Sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto e di come abbiamo gestito la pressione”.

Infine Ian Foster si è concentrato su due giocatori in particolari: Jordie Barrett, elogiandone la sua disponibilità e duttilità, ed Ethan de Groot, che ha fatto vedere al gruppo tutta la sua abnegazione per meritarsi di essere un All Blacks”.

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