Danilo Fischetti a OnRugby: «Siamo giovani ma maturi, ora bisogna vincere»

Il pilone delle Zebre e degli azzurri non cerca alibi, ma pone un chiaro obiettivo per il futuro: iniziare a vincere

Danilo Fischetti a OnRugby: «Siamo giovani ma maturi, ora bisogna vincere». Ph. Sebastiano Pessina

Danilo Fischetti a OnRugby: «Siamo giovani ma maturi, ora bisogna vincere» Ph. Sebastiano Pessina

La voglia di dar battaglia non gli è mai mancata, ma Danilo Fischetti vuole cominciare a portare a casa risultati concreti. Il pilone delle Zebre e della nazionale racconta ad OnRugby l’inizio di una stagione dove bisogna iniziare a vincere: è questo l’ultimo passo, il più importante, nel percorso di crescita della franchigia e della nazionale.

Quella di venerdì è stata una partita fisicamente difficile, come stai?

Fisicamente sto bene. Chiaramente c’è qualche botta o acciacco, ma mi sento molto bene.

Venerdì si è vista una squadra a due facce, la sofferenza del primo tempo è stata di tipo fisico o avete mancato mentalmente l’approccio?

In realtà non c’è stata una sofferenza né mentale né fisica, alla fine nel secondo tempo eravamo gli stessi giocatori. Secondo me è stato più un “riadattarsi” a questo tipo di livello, non avendo avuto delle amichevoli che ci avrebbero permesso di prendere ritmo. Loro invece avevano appena finito il loro campionato, hanno giocato tanto mentre noi eravamo fermi da maggio.

Avevate bisogno di un po’ di tempo?

In realtà sì, ma comunque non doveva succedere e non è una giustificazione. Sono il primo ad accusarmi e a prendere tutto quello che c’è da prendere. Abbiamo preso delle mete stupide, su contese aeree non fatte o sbagliate. Però nel secondo tempo, dopo aver preso ritmo e padronanza del campo, c’è stata una reazione della squadra, e questa è la cosa più importante secondo me: i ragazzi ci hanno creduto e abbiamo tenuto il match in bilico fino all’ultimo.

E alla fine avete portato a casa un punto, che non era scontato per come si era messa…

Assolutamente. Anzi, c’è anche il rimpianto di non aver portato a casa il secondo punto, perché abbiamo sprecato un’occasione all’80esimo, però per come si era messa un punto è tanto, dopo esser stati sotto 35-0 nel primo tempo.

Quel secondo tempo può essere una ripartenza in vista delle prossime sfide?

Sì, ci dà un’iniezione di fiducia: abbiamo fatto quattro mete, due da drive, quella di Tommy Boni e quella di Carlo Canna con 3 offload. Questo deve farci capire che noi quelle cose le sappiamo fare. Siamo una squadra giovane, e reagire in questo modo dopo il 35-0 è stato molto importante anche per i ragazzi più giovani. Molte volte si associa la giovane età alla non maturità, ma non è sempre così: ci sono molti ragazzi 20enni o poco più che sono molto maturi per gli anni che anno e per il tipo di gioco che vanno a fare.

Alla fine a 23 anni sei già un punto di riferimento, sei tra quelli con più esperienza nel gruppo dei giovani…

Non bado molto a queste cose né dico “sono questo o sono quest’altro”. Quello che posso dare alla squadra io lo do, sia in campo che fuori. Se poi vengo identificato come un punto di riferimento mi fa molto piacere, ma la prima cosa è dare il 100% per la squadra, il mio primo pensiero è sempre quello di lavorare per il gruppo.

Qual è l’obiettivo delle Zebre per quest’anno? E il tuo?

L’obiettivo, genericamente, è quello di fare bene. Nella scorsa stagione siamo partiti bene ma dobbiamo trovare più costanza, e quando giochiamo in casa dobbiamo vincere. Non ci sono scuse, quando siamo davanti al nostro pubblico e a casa nostra bisogna vincere. Personalmente, cerco di fare ancora meglio: vengo da una bella stagione ma l’obiettivo è quello di fare bene con le Zebre e rimanere nel gruppo della nazionale.

A proposito di nazionale, come hai vissuto questo nuovo inizio con Crowley?

L’ho conosciuto nei 5 giorni di raduno che abbiamo fatto, ho visto una persona molto disponibile, pronta ad ascoltarci e a dirci le cose come stanno. C’è voglia di fare bene e di creare un gruppo forte e unito: quello che conta è vincere. Lui è uno che sa come si vince, e questa cosa ci fa molto ben sperare.

E a novembre ci saranno tre partite molto importanti… (Nuova Zelanda, Argentina e Uruguay, n.d.r.)

Quella con l’Uruguay è una partita da portare a casa, al 100%. Argentina e Nuova Zelanda sono due squadre molto forti e molto preparate, anche se l’Argentina non ha fatto benissimo resta comunque una squadra sempre presente e che ha battuto il Galles, non sono gli ultimi arrivati. Sarà una partita difficile, ma anche con l’Uruguay – per quanto possa sembrare alla portata – bisogna pur sempre giocarci.

La situazione dell’Italia però è sempre particolare: quando gioca con squadre alla sua portata è sempre costretta anche a convincere, oltre che vincere, per essere esente da critiche…

Il fatto di essere o non essere criticati è relativo, in questo momento conta solo vincere. Poi se vinciamo 3-0 o 100-0 – per come la vedo io – è relativo, in questo momento l’importante è portare a casa il risultato. Poi il gruppo del Benetton ha vinto la Rainbow Cup, quindi non penso si senta inferiore ad altri, noi Zebre abbiamo fatto bene lo scorso campionato e abbiamo vinto due derby contro la squadra che poi ha vinto la Rainbow Cup. La squadra è pronta.

Quindi manca solo il “salto” secondo te?

Sì, manca il risultato. Quello ti da la convinzione e la certezza di poter fare tanto e pensare in grande.

Francesco Palma

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