Marcos Moneta, il volto giovane dell’Argentina di bronzo

21 anni e una medaglia olimpica a sorpresa per uno dei migliori giocatori del torneo di rugby a sette a Tokyo

Marcos Moneta, il volto giovane dell'Argentina di bronzo (ph.AFP)

Marcos Moneta, il volto giovane dell’Argentina di bronzo (ph.AFP)

Lo chiamano el rayo, il raggio, e come tale passa attraverso le difese. È Marcos Moneta, la stella più brillante dell’Argentina Sevens che mercoledì ha conquistato la sua prima medaglia olimpica battendo la Gran Bretagna in una bella e intensa finale per il terzo e quarto posto a Tokyo, nella giornata finale del rugby a sette che ha incoronato per la seconda volta le Fiji e assegnato l’argento alla Nuova Zelanda.

L’Argentina è stata la sorpresa del torneo, visto che nessuno pronosticava una medaglia per i sudamericani, arrivati davanti alle più quotate Australia, Sudafrica e, appunto, Gran Bretagna.

La tradizione del rugby a sette argentino è di lunga data. Formazione storica delle World Sevens Series, vanta diversi piazzamenti di prestigio nel circuito ad inizio secolo: un terzo posto (2004), due volte quinta (2005 e 2009), tre volte sesta (2001, 2006 e 2008).

Negli ultimi anni sempre nella seconda parte di classifica, fatta eccezione per un quinto posto nel 2016, l’Argentina può però vantare la medaglia d’oro ai Giochi della Gioventù di Buenos Aires del 2018. Marcos Moneta c’era, e insieme a lui Lucio Cinti e Ignacio Mendy, un trio classe 2000 che si è rivelato fondamentale integrazioni della già buona base dei Pumas 7s.

Leggi anche: La cronaca dell’ultima giornata olimpica del rugby a sette con le finali per oro e bronzo

El Rayo Moneta viene aggregato alla squadra del Sevens argentino nel 2019, quando Franco Sabato si infortuna prima della tappa di Vancouver delle World Series. Segna cinque mete in tre partite. Una settimana più tardi a Los Angeles ne segna sette in sei gare.

Il CT Santiago Gomez Cora, che è anche il recordman di partite e punti segnati per la nazionale argentina sevens, si convince che potrà essere la carta in più per i giochi olimpici a Tokyo. L’Argentina alle Olimpiadi si è preparata tra mille difficoltà: al contrario di Fiji, Nuova Zelanda e Australia, che si sono preparate sfidandosi tra loro, i Pumas 7s non hanno avuto la possibilità di grandi match di avvicinamento.

A marzo hanno partecipato a un torneo internazionale a Madrid dominato battendo in finale il Kenya, altra squadra olimpica ma di diversa caratura. Moneta segnò una tripletta in finale. Da settimane la squadra di hockey su prato e quella di rugby a sette si sono isolate in una bolla sanitaria isolata dal mondo esterno per preparare la competizione olimpica, e sembrano esserci riusciti.

Simbolo del loro successo la grande partita ai quarti di finale che ha eliminato il Sudafrica. Una gara disputata in inferiorità numerica per praticamente tutto l’incontro e chiusa in cinque contro sette eppure vinta con la forza dei nervi e della classe. E delle gambe di Marcos Moneta, con quelle due discese che hanno mandato a gambe all’aria i Blitzboks.

Ogni volta che segna, Marcos Moneta fa il segno della X incrociando gli indici. Lo fa per ricordare la bandiera scozzese, che è anche quella del suo club di Buenos Aires, il San Andrés (la croce di Sant’Andrea, per l’appunto).

E chissà che, nonostante l’Argentina abbia un programma che permette ai giocatori della nazionale di rugby a sette di essere professionisti, presto non arrivi un ritorno anche al rugby union. D’altronde il collega di bronzo Lucio Cinti la sua apparizione in nazionale maggiore l’ha già fatta, in una partita mica da poco. Un giocatore di questa qualità ha già messo il mondo alla finestra per seguire la sua prossima avventura.

Lorenzo Calamai

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