La Rainbow Cup è sempre più a rischio?

Dal Sudafrica giungono numerose voci sempre più preoccupanti sulla reale possibilità che il torneo si svolga regolarmente

Rainbow Cup

Rainbow Cup ph. Luca Sighinolfi

Nuovo, fatale intoppo per la Rainbow Cup? Dopo che nelle scorse settimane, con l’ufficializzazione (e riduzione, da 7 a 6 giornate) del calendario, era stata spostata la data di partenza, posticipata dal 17 al 24 aprile 2021, lasciando presagire l’insorgere di difficoltà nel portare avanti il torneo, rimbalza in queste ore dal Sudafrica (con numerose fonti autorevoli concordi sul tema) la notizia della possibile cancellazione dell’inedita competizione, quantomeno per quanto concerne la formula originaria, con la presenza di scontri intercontinentali (a partire dalla quarta giornata, dopo i primi tre turni di “derby” già programmati).

Stando a quanto riportato da Rugby365, la scorsa settimana alle franchigie sudafricane sarebbe stato detto di non procedere con le richieste di visto per entrare in UK. Il giornale in questione ritiene che ci siano problemi con l’autorizzazione del governo britannico, con le quattro squadre che, peraltro, secondo i piani della SARU, nel periodo da trascorrere in Europa farebbero base in una bio-bolla a Bristol – Inghilterra, quindi UK -, per poi viaggiare per raggiungere le sedi delle loro partite in programma, in Galles, Scozia, Irlanda e Italia. Mentre ci sarebbero le ‘clearence’ con gli altri governi coinvolti nel torneo, mancherebbe, invece, l’ok fondamentale di quello britannico, che potrebbe portare così a conseguenze nefaste per il prosieguo sia teorico che pratico della manifestazione.

“Abbiamo ancora poche informazioni, ma sembrerebbe che la Rainbow Cup vada verso la cancellazione”, ha spiegato a IOL Eduard Coetzee, CEO degli Sharks, una delle quattro franchigie sudafricane che dovrebbe prendere parte al torneo, dando ulteriore peso alle ricostruzioni giornalistiche.

Che cosa potrebbe succedere, anche a Benetton e Zebre, nel caso di stop alle sfide intercontinentali? 

Posto che il board del Pro14 proverà a portare avanti il progetto sin quando non sarà impossibile al 100% procedere con le sfide intercontinentali, una delle ipotesi alternative, al momento del lancio del torneo, era quella – nel caso dell’assenza degli ok governativi del caso per le trasferte europee di Sharks, Bulls, Stormers e Lions – di disputare un torneo solamente tra squadre europee (e a specchio, stessa cosa in Sudafrica), sulla falsariga di quanto accaduto nella prima parte di stagione, con l’ingresso nella competizione celtica dei nuovi 4 team della Rainbow Nation, che, nel caso, slitterebbe direttamente al Pro16 ’21/’22, quindi solo di pochi mesi.

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