Slow Motion #68: Il ritorno

E’ la meta di Sean Wainui, la prima dei Chiefs contro gli Highlanders, quella che andiamo ad analizzare

ph. Marty MELVILLE / AFP

Slow Motion è la rubrica di OnRugby che ogni settimana racconta la meta più bella del weekend, nei minimi particolari, corredata dal video. Il fanatico ovale la segue così: prima se la guarda tutta, e poi torna indietro a leggere paragrafo per paragrafo, alternando il tasto play a quello pausa. Qui la scorsa puntata. Buon divertimento.

Ritorna il rugby giocato e ritorna la rubrica più amata dagli amanti delle rubriche. La meta dei Chiefs nella prima giornata del Super Rugby Aotearoa è un piccolo gioiello di quello che ci aspettiamo e vogliamo vedere da questa prima manifestazione a rimettere piede in campo.

Anche se in realtà, infatti, la partita fra Blues e Hurricanes di domenica mattina è stata più bella della precedente, la sfida fra Chiefs e Highlanders ha proposto alcune situazioni particolarmente interessanti, fra cui appunto quella che ha portato alla prima marcatura della squadra ospite, per l’occasione in tenuta rosa.

La meta dei Chiefs nasce da una delle piattaforme più golose per una squadra intenzionata ad attaccare: la mischia nella zona centrale del campo. Ci sono due fronti d’attacco che la squadra in possesso di palla può esplorare, e la difesa è giocoforza costretta a tenere alcuni giocatori profondi per presidiare l’eventuale utilizzo del gioco al piede.

Una situazione che gli uomini di Gatland (Warren, adesso c’è da fare il distinguo) scelgono di giocare dal lato debole, per mutuare un termine dal basket. Dalla parte, insomma, dove si sono inizialmente disposti solo Damian McKenzie e Shaun Stevenson, che sono comunque in superiorità numerica.

Stoppate il video a 1:47: possiamo vedere 8, 9, 15 e 14 Chiefs attaccare a destra, dove la difesa Highlanders ha schierato un solo giocatore, subito aiutato con grande prontezza da Aaron Smith e dalla terza linea dal suo lato. Dalla parte opposta, possiamo vedere l’ultimo difensore della linea che scappa immediatamente verso la profondità, per consentire ai due compagni presenti di scalare sul lato dove gli avversari attaccano e riportare la situazione in parità.

Brad Weber e McKenzie, però, giocano molto bene il possesso offensivo e regalano a Stevenson la possibilità di dare grande avanzamento alla manovra. In particolare il sottomano del mediano di mischia per il compagno è un preziosismo che fa la differenza, mentre l’estremo è bravo a trasmettere il pallone fuori. In una sola fase i Chiefs bussano già ai 22 metri dei padroni di casa, e hanno portato la difesa fuori equilibrio.

A 1:59, quando il pallone viene giocato di nuovo verso il centro del campo, si nota chiaramente la linea difensiva Highlanders, appena tornata in gioco, non essere particolarmente pronta ad affrontare la nuova ondata rosa che sta arrivando. I Chiefs giocano bene, e nonostante una trasmissione dell’ovale ancora un po’ macchinosa, come accaduto in tutta la partita, riescono a fare la differenza portando immediatamente il pallone dall’altra parte del campo grazie all’asse dei due playmaker Trask e McKenzie in mezzo al prato.

Merito a Luke Jacobson di riportarsi nell’allineamento, creando la superiorità numerica e riuscendo a dare all’esterno un passaggio rapido ed efficace, non semplice per un giocatore delle sue dimensioni. Tutto facile per Sean Wainui, che deve solo portare il pallone all’angolo.

Lorenzo Calamai

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