Quattro partite del Galles di Warren Gatland al Millennium da non dimenticare

Quella contro l’Irlanda è stata l’ultima partita a Cardiff per il neozelandese da CT del Galles. Una storia fatta di trionfi e momenti iconici

warren gatland

ph. Reuters

La partita contro l’Irlanda è stata l’ultima per Warren Gatland al Principality Stadium da allenatore del Galles. La grande storia tra il tecnico neozelandese e la nazionale del Dragone si concluderà con la Rugby World Cup 2019, dopo dodici anni intensi e molti dei quali straordinari, che hanno forgiato la figura di Gatland come il miglior allenatore di sempre nella nazione.

Alla guida del Galles, Warren Gatland ha vinto quattro Sei Nazioni: il primo successo è arrivato subito, nel 2008, con un Grande Slam. I Dragoni si ripeteranno nel 2012 con un altro Slam e nel 2013, quando in panchina non c’era Gatland – momentaneamente assente perché impegnato per i British & Irish Lions – ma Rob Howley, ovvero uno dei suoi storici assistenti. Dopo qualche anno di astinenza e ricambio generazionale, Gatland ha chiuso la sua parabola nel Sei Nazioni con un altro Grande Slam a undici anni di distanza dal primo, vincendo l’edizione 2019.

In tutti questi anni, il legame instaurato con il Millennium Stadium è stato senza dubbio speciale, anche per l’atmosfera creata dalla nazionale in alcune partite. E poco importa se l’ultimo match non è stato il commiato sperato dal 56enne neozelandese: il libro dei ricordi è talmente denso e ricco che non sarà certamente un Test Match con una formazione sperimentale in campo a intaccarlo.

“In albergo, prima della partita, mi sono un po’ emozionato parlando con i giocatori e la cosa mi ha un po’ sorpreso – ha detto Gatland prima del match a Channel 4 – Abbiamo parlato tra di noi, nello staff tecnico, del fatto che fosse l’ultima volta. È stata un’esperienza incredibile essere qui per tanti con tutti loro. Voglio solo dire grazie al Galles e alle persone che hanno reso tutto questo speciale”.

L’eredità di Warren Gatland e del suo staff tecnico è difficilmente quantificabile. Non solo per i risultati ottenuti, ma anche per come negli anni il neozelandese, Howley, Shaun Edwards e Robin McBryde hanno saputo cambiare e rispondere alle esigenze di uno sport che rispetto al 2008 è sensibilmente diverso. Spesso il Galles non sembrava essere la squadra più attrezzata o più talentuosa, ma semplicemente era il migliore a giocare a rugby.

Tutti loro, poi, hanno avuto il merito di regalare alcuni momenti memorabili al pubblico di uno stadio unico come il Millennium, dove ogni partita assume dei connotati diversi. A partire dagli inni nazionali. Ed ecco perché, al termine dell’ultima partita in Galles di Warren Gatland, abbiamo selezionato le cinque partite da non dimenticare giocate dai suoi Dragoni al Millennium Stadium.

Galles v Francia – Sei Nazioni 2008 – 17 marzo 2008

Dopo la disastrosa Rugby World Cup 2007, conclusa con l’eliminazione nei gironi per mano delle Fiji, il Galles riparte da Warren Gatland. Alla prima partita, i Dragoni stanno perdendo 19-6 a Twickenham contro l’Inghilterra vice campione del mondo al 45′, in un match apparentemente già indirizzato. Con una rimonta straordinaria però i Dragoni riescono a vincere 19-26 a Londra come non succedeva dal 1988, lanciandosi verso una cavalcata trionfale.

L’ultimo ostacolo verso il torneo e il Grande Slam è la Francia. Davanti agli 80mila del Millennium, la partita resta bloccata sul 9-9 fino al 60′, quando Shane Williams si lancia come un rapace su un pallone vagante e fa ribollire lo stadio. A completare l’opera di penserà un altro grande Williams, Martyn, che mette il sigillo la partita al minuto 77. Per il neo allenatore non poteva esserci una presentazione migliore. Il Galles chiude il torneo con due sole mete subite, una costante nei momenti migliori di questa squadra.

Galles v Inghilterra – Sei Nazioni 2013 – 16 marzo

Nonostante la sconfitta casalinga alla prima giornata contro l’Irlanda, il Galles da campione in carica arriva alla sfida decisiva dell’ultimo turno contro l’Inghilterra ancora in corsa per il titolo. Ai Dragoni serve una vittoria, ma anche con un certo margine, e alla fine di un primo tempo ben giocato dai padroni di casa il punteggio è solo di 9-3.

La ripresa, tuttavia, è una delle massime espressioni del rugby gallese sotto la gestione di Warren Gatland. La mischia domina, il breakdown è totale terra di conquista per Warburton e Tipuric, gli inglesi vengono messi sotto fisicamente e non vedono più il pallone: Cuthbert segna due mete, Halfpenny e Biggar arrotondano il punteggio e verso la fine il pubblico infuocato del Millennium comincia anche a cantare “Easy, easy!”. Finisce 30-3: la più grande vittoria di sempre del Galles sull’Inghilterra, che in tanti davano – seppur di poco – come favorita.

Per Warburton, straordinario protagonista, quello è “il miglior momento della carriera”. Ma che dovesse andare in questo modo, del resto, si era già intuito durante una vibrante esecuzione di “Land of My Fathers”. Guardate la faccia di Adam Jones, per capire tutto.

Galles v Inghilterra – Sei Nazioni 2019 – 23 febbraio 2019

Il Galles non vince contro l’Inghilterra nel Sei Nazioni da… quella partita del 2013. I Dragoni si presentano alla terza giornata con un ruolino di marcia di 11 vittorie, anche se con due successi poco convincenti contro Francia e Italia fino a quel momento. Il primo tempo, per giunto, si chiude sul 3-10 per l’Inghilterra.

Al Galles, però, evidentemente piace fare scacco matto ai rivali inglesi (la squadra che più si divertono a battere, scrisse il Guardian nel 2013) in poche mosse. Nella ripresa i Dragoni mettono le mani sul pallone e sulla partita e martellano l’Inghilterra con una costanza e una ferocia senza molti eguali. Il muro inglese regge fino al 68′, quando a dare la spallata decisiva è un unsung hero come Cory Hill al termine di un’azione infinita. Josh Adams mette la ciliegina sulla torta dieci minuti più tardi, svelando la vera forza di una squadra rimasta fin lì nascosta nell’ombra.

Una squadra, tra le altre cose, forse troppo spesso sottovalutata, sia nei suoi singoli sia come collettivo. Ma il Galles, in campo, è decisamente più grande della somma delle sue parti individuali, e soprattutto è una squadra quasi sempre più preparata tatticamente, oltre che abile ad adattarsi al contesto della partita.

Galles v Irlanda – Sei Nazioni 2019 – 16 marzo 2019

Nonostante la strepitosa vittoria sull’Inghilterra di qualche settimana prima, non tutti alla vigilia di Galles-Irlanda concordavano con lo status di favorito della squadra di Gatland. Questa volta i Dragoni non aspettano un tempo di gioco per mettere in chiaro le cose, ma appena due minuti di gioco, il tempo che Anscombe impiega per mandare in meta Parkes.

Da quel momento in poi, il Galles cucina a fuoco lento l’Irlanda: trascinato da un Alun-Wyn Jones da trincea, vince tutti gli impatti, devasta il breakdown con una terza linea ovviamente immensa (c’è sempre Tipuric, ma stavolta al suo fianco c’è Navidi) e aggiunge tre punti alla volta con Anscombe dalla piazzola, fino a creare un divario quasi clamoroso di 25 punti sotto la pioggia. Ancora una volta, la legge del Millennium non risparmia nessuno.

Per Warren Gatland è il terzo Grande Slam: nessun coach nella storia del torneo, che fosse a cinque o sei squadre, è riuscito a fare meglio.

Daniele Pansardi

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