Test Match 2018: Chi la dura, la vince. E l’Inghilterra domina la ripresa

Dopo un primo tempo in parità, i padroni di casa meritano il 37 a 18 con cui battono i Wallabies

ph. Reuters

Parte da incubo l’avventura londinese dei Wallabies: dopo una serie di errori incominciata da Will Genia, gli ospiti concedono una mischia a cinque metri all’Inghilterra, che arriva immediatamente a segnare con Jonny May, ben servito da Ben Youngs.

Dopo appena tre minuti il punteggio è già di 7 a 0, grazie ai due punti aggiunti dalla trasformazione di Owen Farrell.

Il primo quarto di partita vede l’Inghilterra giocare con maggiore precisione, ma faticare ad avere altre occasioni per mettere punti sul tabellone, mentre l’Australia continua a lottare più con sé stessa che con gli avversari, risultando macchinosa e facendo davvero tanti errori in attacco.

Farrell e Toomua segnano una punizione a testa per concludere il primo quarto di gara sul 10 a 3. Al venticinquesimo Genia è bravissimo a intercettare il pallone, ma sciupa tutto con un disgraziato passaggio verso Haylett-Petty.

Passa appena un minuto e lo stesso trequarti segna una bella meta per i suoi. L’Australia attacca in mezzo al campo, cambia fronte verso destra e fissa bene la difesa. Haylett-Petty smarca Kerevi sull’out, con il centro che servirà poi nuovamente il suo compagno per arrivare fino in meta.

L’arbitro Peyper approva inizialmente la marcatura, per tornare poi sui propri passi solo quando le immagini vanno sul megaschermo, e mostrano il passaggio in avanti del numero 14 australiano.

Al minuto 33 fallo sciocco di Rodda, che concede a Farrell una facile opportunità per aggiungere tre punti e portare i suoi oltre il break: 13 a 3.

Due giri d’orologio più tardi arriva finalmente la replica australiana: la palla viaggia da destra a sinistra, quindi sul cambio di senso consente a Kepu di fintare la carica e alzare la palla per un cambi d’angolo di bellezza accecante da parte di Folau.

L’asso dei Wallabies entra nella frattura difensiva ed è irresistibile: proseguirà la sua corsa fino al centro dei pali. Toomua ne aggiunge due dalla piazzola e la partita è di nuovo in equilibrio sul 13 a 10.

L’ultima azione del primo tempo è una pericolosa mischia per i Wallabies sui dieci offensivi. La palla va a Kerevi che avanza e scarica su Maddocks, quindi Genia pesca Rodda nello spazio. Sembra che nessuno possa fermare il seconda linea, che decide però di andare dritto per dritto sull’accorrente Elliot Daly: ne risulta una collisione esplosiva che però ferma l’avanzata dell’australiano.

Sulle conseguenze dell’azione gli ospiti si devono accontentare di un calcio di punizione che manda le due squadre al riposo in parità.

La prima fiammata della ripresa arriva invece dai padroni di casa: dopo una serie di attacchi con scarso avanzamento, Owen Farrell resiste bene ad un contatto con Hooper. Daly si presenta con un leggero e perfetto ritardo a raccogliere il pallone del capitano, su un buco lasciato da un Toomua troppo arrembante: il numero 15 in bianco semina tutti i rimanenti difensori e finisce oltre la linea. Farrell non fallisce: 20 a 13.

Australia frastornata e Inghilterra che replica dopo dodici minuti: Wilson e Underhill mettono l’Inghilterra sul piede avanzante, e Cokanasiga conclude per portare i suoi sul doppio break di vantaggio, 27 a 13.

L’ala di Bath avrebbe anche la possibilità di raddoppiare poco dopo, quando mangia l’ovale sulla testa di Foley e arriva fino alla linea, ma un salvataggio eccezionale del capitano Wallaby Hooper impedisce al 14 in bianco di festeggiare.

Anche May avrebbe la possibilità di segnare di nuovo, quando al minuto 66 recupera un brutto passaggio di Foley e insegue l’ovale calciato lungo per tutti i 100 metri del campo, fino a schiacciare in meta, ma il TMO conferma il sospetto di Peyper: la palla è finita fuori per un istante durante la sua corsa.

Inghilterra che nell’ultimo quarto di partita legittima il proprio vantaggio, non solo con un maggiore ordine e convinzione, ma anche aggiungendo ancora tre punti con il piede sempre preciso di Farrell.

Proprio il numero 10 va a segnare la quarta meta di giornata, appena spostatosi primo centro per l’ingresso di Ford, e dal medesimo servito dietro la schiena di Tuilagi per la segnatura che, trasformata, vale il 37 a 13.

Un’Inghilterra travolgente, quella della ripresa, contro un’Australia che non ha mai saputo trovare le energie necessarie per riuscire a replicare. Oltre alle difficoltà consuete, i Wallabies hanno anche evidenziato tutta la stanchezza tipica di una squadra alla fine della propria stagione.

Solo all’ultima azione un guizzo del sempre brillante Haylett-Petty porta i suoi a cinque metri, e sulla fase successiva Foley è bravo a trovare il grubber vincente per la doppietta di Folau.

Finisce 37 a 18 per i padroni di casa, con grande festa del pubblico di Twickenham. Fra i migliori, oltre al man of the match Cokanasiga, anche i due terza linea Brad Shields e Mark Wilson.

Inghilterra: 15 Elliot Daly, 14 Joe Cokanasiga, 13 Henry Slade, 12 Ben Te’o, 11 Jonny May, 10 Owen Farrell (c), 9 Ben Youngs, 8 Mark Wilson, 7 Sam Underhill, 6 Brad Shields, 5 Courtney Lawes, 4 Maro Itoje, 3 Kyle Sinckler, 2 Jamie George, 1 Ben Moon
A disposizione: 16 Dylan Hartley, 17 Alec Hepburn, 18 Harry Williams, 19 Charlie Ewels, 20 Nathan Hughes, 21 Richard Wigglesworth, 22 George Ford, 23 Manu Tuilagi

Marcatori Inghilterra
Mete: May (3), Daly (43), Cokanasiga (55), Farrell (76)
Trasformazioni: Farrell (3, 43, 55, 76)
Calci di punizione: Farrell (15, 33, 64)

Australia: 15 Israel Folau, 14 Dane Haylett-Petty, 13 Samu Kerevi, 12 Bernard Foley, 11 Jack Maddocks, 10 Matt Toomua, 9 Will Genia, 8 Pete Samu, 7 Michael Hooper (c), 6 Jack Dempsey, 5 Adam Coleman, 4 Izack Rodda, 3 Sekope Kepu, 2 Tolu Latu, 1 Scott Sio
A disposizione: 16 Tatafu Polota-Nau, 17 Jermaine Ainsley, 18 Allan Alaalatoa, 19 Rob Simmons, 20 Ned Hanigan, 21 Nick Phipps, 22 Sefa Naivalu, 23 Marika Koroibete

Marcatori Australia
Mete: Folau (35, 80)
Trasformazioni: Toomua (35)
Calci di punizione: Toomua (7, 40)

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