Mogliano, parla Buonfiglio: “Mi sentivo il peggior pilone dell’Eccellenza, ora lottiamo per il riscatto”

Il prima linea di Mogliano racconta il ritrovato entusiasmo dei biancoblu dopo la travagliata stagione passata

ph. Mogliano Rugby/Alfio Guarise

Lo scorso 7 settembre Viadana e Mogliano si incontravano per un test pre-campionato, che sarebbe poi finito con un sonoro 64  a 7 in favore dei gialloneri. Esattamente un mese dopo, le due squadre si ritrovano al Quaggia per la quarta giornata di Top12 e stavolta la musica è diversa: finisce 26 a 3 per i veneti, con una prestazione magistrale del pacchetto di mischia.

Al trentottesimo del primo tempo, con la mischia orfana del seconda linea Baldino e quindi schierata con sette uomini, sovrasta il pacchetto di Viadana, vincendo il pallone nonostante l’introduzione avversaria e, travolgenti, si vedono assegnare una ineccepibile meta tecnica. E’ la marcatura del 13 a 3, una segnatura da cui Viadana non riuscirà più a riscattarsi, concludendo il secondo tempo senza marcare ulteriormente punti.

Uno dei protagonisti dell’azione, e della partita, visto il premio di Man of the Match riscosso dopo l’ottantesimo è Paolo Buonfiglio, 23 anni, ex capitano della nazionale under 20 italiana e ormai da anni in prima linea per Mogliano, dove ha scelto di rimanere nonostante le difficoltà incontrate dalla società lo scorso anno.

Paolo, seconda vittoria in quattro giornate, Mogliano esattamente a metà classifica: è quello che vi aspettavate?

Quando una società chiede a due allenatori del calibro di Cavinato e Costanzo di far parte del club si capisce subito che fa sul serio. Quando andiamo in campo, come tutti diamo il massimo. Ma quando ci sono due persone così, che ti aiutano a performare al massimo e a esprimerti al meglio, è ancora più bello. Ci hanno fatto acquisire una maggiore consapevolezza nei nostri mezzi e trasmesso ulteriori capacità tecniche. Per noi è un anno importantissimo per riscattarci: l’anno scorso siamo arrivati ultimi. Io per primo, dopo essere arrivato ultimo, mi sentivo il peggior pilone sinistro dell’Eccellenza, perché nessun pilone sinistro era arrivato dietro di me in classifica. E così, sono convinto, hanno pensato molti di noi. Noi dobbiamo fare di tutto per far vedere a tutti che possiamo essere migliori di quanto mostrato nell’ultima stagione.

Cosa è cambiato rispetto allo scorso anno?

Fin dall’inizio dell’anno, si sentiva che le cose erano cambiate. La nuova dirigenza ha subito messo in chiaro alcuni aspetti, memore dell’anno passato in cui ci sono stati diversi problemi. Già in quel caso la società si era comportata in maniera impeccabile, avvisando i giocatori senza nascondere niente quando sono arrivati i guai economici. E’ stato un comportamento che ha convinto chi come me ha voluto rimanere qua.

Si è quindi presentata la nuova società, sotto il nome di Rugby Mogliano 1969, fra novità e continuità.

Quest’anno si è voluto tranquillizzare chi c’era lo scorso anno, e personalmente ho avuto subito una buona impressione del nuovo assetto societario, che ha l’ambizione di riportare in alto il Mogliano, non solo dal punto di vista della prima squadra ma guardando all’intero club. D’altronde questo è un club che dalle giovanili al primo XV è vissuto come un tutt’uno, noi partecipiamo agli allenamenti delle giovanili ad esempio, e insomma: siamo tutti una grande famiglia. E’ questa la forza del club e non a caso il Mogliano ha uno dei settori giovanili migliori d’Italia.

Com’è questa nuova edizione del Mogliano?

Parliamo di una squadra estremamente giovane. Io ho 23 anni, ma ci sono, vado a memoria, 20 giocatori in rosa più giovani di me. Sabato tanti giocatori in campo erano classe 1998 e 1999. Lo staff tecnico, come ho già detto, è di primissimo livello. Andrea e Salvo (Cavinato e Costanzo) ci stanno dando davvero un grande apporto non solo dal punto di vista tecnico, ma anche mentale. Salvo (Costanzo), che segue la mischia, ha dato a noi del pack quel qualcosa in più: forse perché si sente ancora un po’ giocatore, e potrebbe tranquillamente competere con i giocatori in campo oggi, ma in ogni caso sente e partecipa attivamente a qualsiasi cosa che facciamo. Dà tutto e oltre a questo dal punto di vista tecnico è davvero preparato. Andrea (Cavinato) ci sta aiutando tanto, la squadra lo segue, Mogliano ha bisogno di persone del genere. Dal mio punto di vista tutto lo staff, compreso ad esempio anche il nostro preparatore atletico, sta lavorando bene.

La partita di domenica contro Viadana è stata una vittoria importante contro una squadra più quotata. Qual’è il clima nell’ambiente di Mogliano?

Teniamo a mente, come dice spesso Andrea (Cavinato), che non eravamo scarsi quando nel pre-stagione abbiamo preso 50 punti dalle Fiamme Oro, e non siamo fenomeni adesso che abbiamo vinto di 30. Abbiamo tantissimo da lavorare e ogni partita è una partita a sé: Viadana avrebbe potuto avere quei due-tre giocatori che sono fermi che magari avrebbero potuto fare la differenza. Credo che il nostro obiettivo sia lavorare con estrema umiltà e non c’è nessuna voce fuori dal coro da questo punto di vista. Mogliano ha nel proprio DNA il fatto di riconoscere nel lavoro l’unica via di arrivare ai risultati.

Però c’è da dire che in mischia chiusa e in difesa avete davvero fatto davvero un’ottima partita, anche al di là della meta tecnica in 7 contro 8. L’avevate preparata così?

Dal lunedì, andando a vedere il video degli avversari, sapevamo dove poter attaccare Viadana e dove invece avremmo dovuto stare molto attenti. Loro sono molto forti fisicamente, quindi era fondamentale l’impatto nell’uno contro uno per non consentirgli di dare continuità al pallone, altro loro punto di forza. Ovviamente non abbiamo cambiato completamente il nostro piano di gioco in base alle loro peculiarità, ma abbiamo puntato sulle cose dove sappiamo di essere forti.

Quindi sulla mischia chiusa?

Sì, sapevamo che avremmo potuto puntare sulla nostra mischia chiusa, ma anche che andando a dare battaglia in rimessa laterale, sia in aria che nel drive, avremmo potuto giocarci la partita. Così è stato: siamo stati molto ordinati, e si sono visti tutti i progressi anche rispetto alla prima giornata, dove con le Fiamme Oro siamo stati in partita per sessanta minuti, prima di prendere circa 30 punti nei minuti finali.

Anche la difesa è comunque una costante del vostro campionato finora. Siete la quarta migliore difesa del campionato per il momento, e calcolando appunto che nel primo turno avete subito 45 punti, le vostre prestazioni difensive sono state ultimamente di primissimo livello (27 punti subiti nelle ultime tre).

Sapevamo da quanto visto ad inizio stagione che avremmo dovuto lavorare sulla difesa. Se andiamo a vedere le amichevoli precampionato abbiamo preso 40 punti da Calvisano e 64 proprio da Viadana. Abbiamo fatto un grande lavoro su questo, e altro ce n’è da fare visti i numerosi calci di punizione rimediati sabato. La difesa è un’arma che ci ha fatto acquisire sicurezza: se contro Viadana abbiamo subito 64 punti nel pre-stagione, e solamente 3 appena un mese dopo, vuol dire che il lavoro ha pagato. Sono questi indicatori che ci fanno pensare di star andando nella direzione giusta, ma tenendo sempre a mente che ci sono altre 24 partite: un’infinità. Siamo contenti, ma dobbiamo metterci subito al lavoro e non possiamo sederci sugli allori.

Adesso il campionato si ferma per due giornate e ci sarà la Coppa Italia. Come approcciate questo torneo?

Per noi saranno due turni importanti. Questo sabato in particolare, perché affrontiamo Verona, che in Top12 è una diretta concorrente per la salvezza e con cui giocheremo alla quinta giornata, quando riprenderà il campionato. Nella seconda partita affrontiamo Valsugana, altra rivale importante. Magari ci saranno dei cambi, soprattutto di chi ha accumulato qualche acciacco nelle prime partite, ma sicuramente non prenderemo sottogamba niente e nessuno.

Quali sono le ambizioni, gli obiettivi e le aspirazioni di questo Mogliano?

L’obiettivo dichiarato è raggiungere il prima possibile la salvezza. Poi ovviamente non ci possiamo porre limiti. Io, personalmente, non mi sento di avere come obiettivo la salvezza: finché posso giocarmela con tutti, voglio giocarmela con tutti. E se ho la possibilità, come è successo la settimana scorsa, di andare a Rovigo a giocare per provare a vincere, ho il dovere di farlo. In un campionato dove tutte le squadre sono attrezzate, dire di lottare per la salvezza vuol dire tutto e non vuol dire niente: si va in campo per cercare di vincere quello che si può vincere, di prendere punti di bonus quando la squadra avversaria si rivela superiore, ed è solo così che alla fine possiamo dirci se abbiamo fatto un buon campionato o meno.

 

Lorenzo Calamai

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